Copenaghen blocca le vendite dopo la scoperta di sostanze cancerogene.
FIRENZE. Preoccupa gli olivicoltori toscani la decisione delle autorità danesi di chiedere ai distributori di sospendere la vendita di tutto l'olio d'oliva in attesa di verifiche, dopo che in Norvegia è stata scoperta la presenza di sostanze cancerogene in due confezioni di olio provenienti dalla Grecia.
«Purtroppo la qualità del nostro olio non è sufficientemente tutelata dall'attuale legislazione», spiega Stefano Guarglini, direttore tecnico dell'associazione olivicoltori di Grosseto. E da Bruxelles l'europarlamente toscano Guido Sacconi precisa: «La decisione danese è una misura cautelativa. D'altra parte se in due confezioni di olio sono state riscontrate sostanze cancerogene ci troviamo di fronte ad un caso di frode alimentare, che è difficile scongiurare. Anche il vino Sassicaia potrebbe essere falsificato».
Ma torniamo alla notizia proveniente dalla Danimarca: è stato accertato che le sostanze riscontrate in Norvegia, (Pah, idrocarbonati policiclici aromatici), provengono dalla sansa, il residuo della spremitura delle olive, e non dovrebbero essere presenti nell'olio extravergine. L'olio incriminato era venduto come extravergine, e da qui è partita l'indagine su tutte le marche, per individuare eventuali frodi.
La principale catena di cooperative, Fdb, ha già annunciato di aver ritirato dagli scaffali le confezioni di olio d'oliva, mentre altri supermercati stanno provvedendo a raccogliere la documentazione dei produttori. Gli importatori italiani in Danimarca interpellati dall'Ansa, non ancora al corrente del provvedimento, non sono stati in grado di valutarne le possibili conseguenze sulle vendite del prodotto italiano che - hanno sottolineato - è di alta qualità.
L'Italia copre nel settore dell'olio d'oliva il 62% delle importazioni in Danimarca, per valore, e il 56% per quantità. Nel 1999 le importazioni sono ammontate a quasi 34 milioni di corone danesi (circa 10 miliardi di lire).
Ma l'olio extravergine d'oliva è al di sopra di ogni sospetto? Per Guarglini no, nel senso che spesso viene venduto olio extravergine a prezzi troppo modesti - 5-7 mila lire al litro -. «L'olio di oliva di qualità è quello che proviene da estrazione con metodi fisici - pressione o centrifugazione -. E un olio di questo tipo non può costare meno di 10mila lire». Quindi, la prima raccomandazione del tecnico è quella di guardare il prezzo. La seconda riguarda la denominazione. «Un olio che per i controlli a cui è sottoposto è assolutamente genuino è quello che riporta la denominazione Igp, cioé olio toscano a indicazione geografica protetta». Un olio che non costa meno di 12mila lire a litro. (m.l.)