La convention svoltasi
dal 23 al 25 gennaio scorsi, ha messo fianco a fianco circa
250 vini Nebbiolo presentati da un’ottantina di
produttori, significativo spaccato del meglio della produzione
mondiale di questo vino dal grande carattere, che in Italia porta il nome
di Barolo e Barbaresco (portabandiera
piemontese) e Sfursat (massima
espressione dell’enologia valtellinese).
Centinaia - tecnici, studiosi, ma anche semplici appassionati- i
partecipanti agli appuntamenti. Da Sondrio è partita la prima
Carta del Nebbiolo, che percorrerà
tutto il mondo, dall’Italia all’Australia, dal Sudafrica agli Usa, dal
Messico alla Svizzera e unirà le circa 1500 aziende produttrici di questo
vino.
“Nebbiolo
Grapes - commentano il presidente del Consorzio
Casimiro Maule e il direttore
Carlo Panont - grazie alle adesioni
dei produttori italiani (in primis, i piemontesi) e stranieri e agli
importanti contributi scientifici dei convegni è diventata da convention
un progetto internazionale di largo respiro, che raccoglierà contributi
scientifici e produttivi, studi e promozione. I primi risultati del
monitoraggio internazionale e i dettagli della Carta saranno presentati al
Vinitaly di Verona, concrete proposte operative saranno messe a punto per
il Salone del Gusto di Torino, la
prossima grande Convention internazionale già fissata per il 2006“.
Più di 2500 le presenze al banco d’assaggio allestito nelle ristrutturate
cantine centenarie dell’ex Enologica Valtellinese destinate ad accogliere
il Museo del vino di Sondrio, e
serviti da trenta sommeliers dell’Ais, apprezzatissime le relazioni che
per due giorni ricercatori, docenti universitari ed enologi hanno tenuto
in sale gremite (500 gli accrediti via Internet alla convention): questi i
primi numeri della manifestazione, a dimostrazione del suo successo ,
dedicata all’antico e prezioso vitigno che da secoli impreziosisce i
terrazzamenti del versante retico della Valtellina.
Il confronto a tutto campo proposto da Nebbiolo Grapes, si è tradotto in
un’amichevole sfida e al tempo stesso in un grande viaggio promozionale.
Secondo Giacomo Mojoli, vicepresidente
internazionale di
Slow Food, il convegno ha avuto il
pregio di mettere una realtà come quella valtellinese all’interno di un
contesto internazionale, pur permettendole di valorizzare e salvaguardare
la propria identità.
“Il confronto con ciò che accade nel resto del mondo - ha sottolineato
Mojoli - non può che giovare all’innalzamento qualitativo dell’esperienza
professionale dei nostri produttori, che a loro volta possono dare grandi
contributi nel quadro della globalizzazione dei mercati”.
Significativa la dichiarazione del presidente del Consorzio del Barolo,
Giovanni Minetti. Nel suo intervento
al convegno di sabato nella sala consiliare della Provincia ha rimarcato:
“Oggi la Valtellina è avanti, anche rispetto a noi, poichè qui, le
autorità politiche ed amministrative hanno fatto quadrato attorno al
Consorzio aiutando la promozione con un grande sforzo ed impegno
economico”.
Il presidente del
Consorzio vini di Valtellina,
Casimiro Maule ed il direttore Carlo Alberto Panont sono concordi nel
definire il NebbioloGrapes, dopo tre giorni di impegnativo lavoro, non più
un’originale idea, ma una certezza e un progetto che si svilupperà a
livello internazionale nei prossimi anni.
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