Attraverso tre continenti l'intreccio delle saghe familiari dei broker milionari della Napa Valley, con la rivalità di due aristocratiche dinastie fiorentine e gli sforzi di tre generazioni di una famiglia per mantenere la propria tenuta di pochi acri in Borgogna. Il clamore di queste lotte viene, però, superato dagli allegri traffici di un pirata dispettoso di Bourdeax, mentre diffonde il vangelo della modernità dall' Italia, all'Argentina, fino a New York. Vedasi a tal proposito le precise ed acute osservazioni espresse al seguente link: Vino al vino - il blog di Franco Ziliani |
Vini omologati al gusto internazionale che tanto piacciono al
sig. Robert Parker, che altro non sanno che di barrique nuova,
vaniglia di quercia dolce, ed una volta che ne hai degustato uno ti
puoi astenere dal degustare gli altri, tanto sono tutti uguali. Il
film mette bene in risalto la lungimiranza dei "vecchi"
viticoltori francesi, italiani, brasiliani ecc., che con tenacia,
sacrifici e caparbietà vogliono trasferire la loro anima, il loro
territorio e le loro tradizioni nei vini che producono. Dall'altra parte della barricata grossi gruppi industriali, che tacitamente (ma forse non troppo) assoldano l'enologo famoso intervistato a lungo nel film, il sig. Michel Rolland, che per tutti i vini da lui seguiti altro non fa che consigliare ai vari enotecnici di "microossigenare e mettere in barriques nuove" e come d'incanto, quei vini alle prime uscite totalizzano degli score altissimi in termini di punteggio, da parte di quell'influente degustatore-giornalista che risponde al nome di Robert Parker. Sono molto amici i due personaggi e non ne avevamo dubbio, ma la cosa che piu' dispiace è che per circa 20 anni dal 1986 ai giorni nostri, anche noi italiani ci siamo lasciati abbindolare da questa moda arrivata da oltre oceano, con un inarrestabile gioco al massacro. Ora fortunatamente, in questi ultimissimi tempi, stiamo assistendo ad una inversione di marcia: sempre meno barrique, (No barrique, no Berlusconi tuonava il povero Bartolo Mascarello, che già aveva anticipato i tempi!) uso di botti grandi, per lasciare sempre piu' spazio al vitigno e cosa ancora piu' importante al: Terreno ed alle sue caratteristiche. La terra di Sicilia non sarà mai come la terra della California, i terreni del Collio Goriziano non potranno mai essere identici a quelli Francesi ecc., quando andiamo a degustare un vino alla cieca, dovremo essere in grado di capire da che parte d'Italia o del Mondo arriva, senza per questo essere o diventare dei maghi della degustazione ed indovinare anche il vitigno ed il produttore. Lasciamo spazio ai nostri vitigni autoctoni, che gli americani ed il resto del mondo non potranno mai riprodurre fedelmente, in quanto non hanno i nostri terreni, diminuiamo in maniera consistente l'invadenza delle barrique, per lasciare spazio alle tipicità dei vitigni e soprattutto dei terreni sui quali crescono e maturano le uve. Un Aglianico del Taburno (grandissimo vino!) non dovrà mai essere omologato dal sig. Rolland. Un nero d'avola siciliano tale dovrà rimanere, i consumatori e noi tutti ci stiamo finalmente risvegliando da quel torpore in cui ci siamo lasciati andare, con la vaniglia delle loro barriques, sentori questi che un po' tutti noi opinions leader, guide nazionali e consumatori abbiamo erroneamente rincorso per troppi anni! Sbagliare è umano, perseverare è diabolico o peggio è da stupidi! Consiglio a chi ancora non lo avesse visto di procurarsi il Dvd e di guardarselo con molta attenzione, magari mentre sorseggia un buon vino bianco italiano, affinato solo acciaio od un buon vino rosso affinato al massimo in botte grande! No barriques, no Rolland, no Parker!
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