Da domani a Rovereto sette giorni di cucina etnica.
TRENTO. Qualcuno si chiederà che cosa ci fanno il tortel de patate insieme alla papa alla huancaina delle montagne andine o el sisam dei pescatori del Garda in compagnia del teryaki giapponese? «Fanno Mescolanze: di popoli e di sapori del mondo» chiarisce Paolo Bellini che a Rovereto rappresenta lo Slow food della Vallalagarina e l'associazione Patapunfete.
Già, perché da domani e per una settimana intera Rovereto ospiterà appunto "Mescolanze", trasformando lo spazio antistante il teatro Rosmini in una sorta di grande cucina globale, di laboratorio del gusto senza confini. Dal primo al nove di settembre saranno nove chef provenienti da tutto il mondo (ma che ora lavorano in Italia) per offrire al pubblico cene tematiche ispirate ai loro Paesi d'origine, ovvero Senegal, Messico, Maghreb, Perù, Russia, Medio Oriente ed India.
Vero e proprio sherpa gastronomico e anima culinaria di Mescolanze è Chef Kumalè, alias il torinese Vittorio Castellani: «Il mangiare etnico è un modo per rendere "digeribili" anche quelle presenze straniere che in molti casi fatichiamo a comprendere. E' una nuova tendenza, ma non è dunque solo un consumo o una moda passeggera. Vederlo in questa luce vorrebbe dire banalizzare un fenomeno che in molti casi mescola tradizioni, aspetti religiosi e economici. E' antropologia a tavola» osserva Kumalè.
Lo Chef Kumalè, dispensatore di sapori e sapori etnogastronomici si è formato alle cucine del mondo a Parigi e Marsiglia. Ora E' consulente di Slow Food (Salone del Gusto - Master of Food) per le cucine extra europee. Cura per KW Cucina, il portale Kataweb del gruppo l'Espresso la rubrica "Il mondo a tavola" e per l'inserto settimanale "Torino Sette" edito da La Stampa le rubriche "MAPPAmondo" e "PAPPAmondo".
Anima e coordina l'Indigenous Cook Tribe, una rete di cuochi di 24 paesi dei quali si avvale nella preparazione di cene culturali, corsi di cucina multietnica e manifestazioni pubbliche o private.
Consulente e accompagnatore gastronomico per le "Food Adventures Around The World" viaggi culturali intorno al cibo organizzati in collaborazione con il tour operator Keytur Italia di Roma.
Ma "Mescolanze" (vedi il programma nel dettaglio in questa pagina) no sarà solo cucina. Il programma prevede anche lo svolgimento di una sottosezione dedicata al "bere global", ovvero ad una serie di degustazioni guidate alla conoscenza di vini e distillati del mondo. Si parte domani alle 18 con "Sulla rotta del rhum", definita una degustazione piratesca, per proseguire il giorno dopo con "Diamanti nel bicchiere", ovvero appuntamento con i vini sudafricani, Lunedì tocca a "Simpatici antipodi", o i vini australiani. Si prosegue con "Aperture ad est", vini sloveni e ungheresi (martedì). E poi grandi vini del Mediterraneo, Vino dolce vino, La vite verso Orient, per terminare con i Vini del nuovo Mondo (sabato dedicato a Cile ed Argentina).
Ma nel mix tra cultura, cibo e cultura "Mescolanze" non dimentica la solidarietà: i ricavati della manifestazione verranno investiti nel progetto "Mojo Club per lo sviluppo e l'educazione anti aids". Il tutto presso la comunità delle suore missionarie della Consolata di Adis Abeba, attraverso la suora roveretana Nicoletta Galli. Il progetto tenta di dare una risposta alla dipendenza alla droga dei giovani della cittadina di Mojo, non lontana da Adis Abeba.
Degni di nota, sempre nel corso di Mescolanze, anche i presidi internazionali Slow Food: l'iniziativa sostenuta dall'associazione di Bra il cui guru è Carlo Petrini, prevede la realizzazione di un allevamento di cuy (ovvero porcellini d'India delle zone andine del Perù) che potrebbe rilanciare la povera economia locale. Il cuy ha una carne magra e ricca di proteine e potrebbe diventare un'importante risorsa economica per la zona. Insomma una manifestazione davvero globale, al di là degli slogan. E che non pensa solo alla gola.