06.02.2002 | Vino e dintorni

Mercato del vino: la crisi è lontana

NUORO. Il settore vinicolo è forse l'unico, nel disastro provocato da maltempo e siccità nell'agricoltura, che può guardare con moderata soddisfazione all'anno appena trascorso per la produzione che ha dato.

Una produzione che è calata in modo corposo: in provincia di Nuoro si è registrato il 34 per cento in meno rispetto all'anno precedente.
Ma questo calo consente agli operatori di portare avanti una tendenza che da pochi anni si sta imponendo anche nel centro Sardegna: quella di privilegiare la qualità, non considerando la quantità di vino prodotto come fattore determinante della propria affermazione nel mercato. Questo orientamento, insieme alla scelta di offrire garanzie di genuinità sempre maggiori, si sta facendo strada anche in provincia di Nuoro con risultati che cominciano ad essere apprezzati dagli "osservatori" del settore, ma anche da una fascia crescente di consumatori. Non parliamo solo dei piccoli produttori che, giocoforza, hanno capito come puntare sulla qualità piuttosto che sui numeri è scelta obbligata. La tendenza ora riguarda anche le grandi cantine, cioè quei produttori che nel 2001 hanno subìto un calo verticale della produzione ma che nonostante ciò guardano con un rinnovato ottimismo alla prova dei fatti: al momento della vendita. Qualche esempio: la cantina di Dorgali ha registrato una diminuzione del 43 per cento, quella di Jerzu del 33, quella del Mandrolisai del 35. La siccità dei mesi scorsi insomma ha lasciato sul campo delle vittime e i produttori stanno muovendo i primi passi perché la Regione riconosca i risarcimenti per la calamità naturale. Su un punto comunque tutti sembrano concordi: la qualità è ottima e per i vini della provincia si stanno aprendo nuove prospettive di mercato, dentro e soprattutto fuori dalla Sardegna. Ne è convinto Tomaso Etzo, presidente della Cantina del Mandrolisai e vicepresidente dell'Unione Agricoltori. «I nostri sforzi cominciano ad essere premiati - spiega - e la scelta di puntare sulla qualità comincia ad essere vincente, ora esportiamo i nostri vini in mercati come gli Stati Uniti, il Brasile, persino il Giappone». La Cantina del Mandrolisai metterà sul mercato 400 mila bottiglie e per il prossimo anno si pone come obiettivo: un milione. Attenzione, si parla di bottiglie da 75 cl, e non più soltanto di litri. Segno concreto che anche i maggiori produttori stanno abbandonando la politica della quantità (non più, dunque, bottiglie da due o cinque litri) ma scelgono la strada della qualità. E quasi tutte le cantine hanno nella rosa dei loro prodotti almeno un vino di fascia alta, in quantità molto limitata. Qualità e genuinità sono diventate insomma le nuove parole d'ordine. Ma le vendite cosa dicono, in che misura danno ragione a questa politica di mercato? «Per quanto riguarda la nostra cantina - continua Tomaso Etzo - contiamo di raddoppiare il fatturato. E dall'anno prossimo ci aspettiamo risultati ancora migliori». Sorgono, Jerzu, Oliena, Flussio, Dorgali: i nomi dei paesi che ospitano le principali cantine della provincia ormai compaiono a pieno titolo nelle agende dei sommelliers e degli esperti di vini. L'interesse degli ultimi anni per la produzione sarda, avvenuto anche sulla scia, va detto, del successo internazionale del "Turriga" di Argiolas, contagia anche l'interno dell'isola, che sinora era un luogo di culto per rari estimatori (con un capostipite eccellente come Gabriele D'Annunzio). E' anche vero che la politica della qualità non è più un semplice e generico intendimento, ma ora viene supportata adeguatamente. Così molti produttori oggi si servono di enologi qualificati, un apporto indispensabile. E i vini della provincia di Nuoro, in un mercato che mette al centro il gusto ritrovato per il buon bere, arricchiscono la propria immagine.

FONTE: LA NUOVA SARDEGNA

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