All’interno dell’Oratorio della Passione di S.Ambrogio (Piazza Sant'Ambrogio 15, Milano) si presenta la personale di Chiara Maresca, dal 5 al 13 settembre 2018. inaugurazione 5 settembre, dalle 18,30
Risulta subito evidente la sua capacità di attraversare la materia per coglierne l'essenza. L'armonia che si cela dietro al silenzio è il passepartout che le permette di comprendere l'identità delle cose. Il misticismo con cui approccia al suo lavoro le consente di ascoltare il sussurro primordiale dei corpi materici. Realizzando astratti, si serve di stili e elementi vari, come tessuti, carta, bottoni, sabbia, legno, fibre.
L'uso di colorazioni accese è uno dei tratti distintivi di questa artista napoletana. «La vita è colore; il bianco e nero mi piace poco, è elegante ma mi piace molto poco. In questo senso, la napoletanità, il bisogno che abbiamo noi di luce, sole, riflessi, della solarità... ci deriva dal nostro essere nati in luogo anziché in un altro». Un altro punto fondamentale per comprendere l'atto pittorico della Maresca sono le modalità con cui crea: «coniugare manualità ed astrazione, fisicità e spiritualità, realtà e sogno. Il ricordo e la riflessione sono il collante che racchiude ed unifica il flusso narrativo. Il colore e la luce ne sono gli strumenti rappresentativi».
La natura rimane uno dei suoi soggetti principali... come quando affronta il tema delle profonde cicatrici lasciate dalla mano dell'uomo sul pianeta terra e ci racconta, sulle tele, le lacrime di una corteccia d'albero, l'hevea, ferita a morte nella foresta peruviana per estrarne il caucciù o di un'Amazzonia sofferente spesso stravolta nel suo assetto geografico, piegata dalla siccità a causa dell'avvelenamento e di arbitrarie deviazioni dei corsi dei fiumi.