Virus, Batteri e Funghi sono parassiti,
provocano danni alla vite e ne alterano le funzioni, mentre le avversità
fisiologiche possono essere indotte dal clima, da carenze nutrizionali,
dall'inquinamento e dagli erbicidi.
Il clima: il calore dell'estate, la
grandine, il fulmine, il gelo. Il calore estivo può provocare il
disseccamento dei grappoli e delle foglie, per lo squilibrio tra le
funzioni delle radici e la traspirazione della parte aerea.
Le piante in queste condizioni possono
continuare a vivere o morire, dipende dalla loro tempra (il "colpo di
sole" spesso uccide la pianta); è buona cosa prevenire il danno, tenendo
fresco il terreno e conservandolo smosso e soffice.
Le grandinate possono essere
precocissime, quando si verificano dal germogliamento al periodo subito
precedente la prefioritura, precoci quelle coincidenti con la prefioritura
e la fioritura, estive quando accadono sino all'invaiatura, tardive se
capitano nel corso della maturazione: alle precocissime, pur scontando una
ridotta produzione, la pianta dovrebbe reagire autonomamente; dopo le
grandinate precoci potrebbe essere opportuno potare, operazione da non
effettuare tanto più ci si sposta verso l'estate. Ad ogni buon conto se si
decide di potare occorre farlo subito e non attendere l'eventuale reazione
della pianta che tenderebbe a consumare le energie.
La grandine, provocando ferite sulle parti verdi e sui frutti, può
favorire l'insorgenza di malattie fungine, occorre perciò controllare con
attenzione le condizioni generali delle piante subito dopo l'evento.
La scelta del sistema d'allevamento più utile alla difesa dalla
grandine oltre alla presenza di teli antigrandine rappresentano
accorgimenti che si accompagnano alle rilevazioni statistiche del
fenomeno. Sulle gelate abbiamo detto in precedenza parlando dei danni
climatici ma vale la pena di ritornare per aggiungere che: possono essere
primaverili o invernali, nel primo caso, quando la T scende in primavera
intorno ai -3°C, germogli e gemme rigonfie ci salutano mestamente; la
pianta potrebbe comunque recuperare con le gemme secondarie o con le
femminelle del germoglio; i trattamenti successivi variano da caso a caso
ma la produzione si ridurrà e se si vuole prevenire si possono "creare"
utili "nubi artificiali" con appositi fornelli mobili.
Nel caso delle gelate invernali, alcune
varietà sono più sensibili di altre ma sono importanti le idratazioni dei
tessuti della vite e la lignificazione dei tralci così come è più
probabile il danno per le viti allevate a ceppo basso: nei casi gravi si
taglierà al piede, in quelli meno gravi si opererà una potatura ricca,
mantenendo più tralci e più gemme.
Se un fulmine colpisce una pianta di vite
e se questa è unita con un filo di ferro alle altre sullo stesso filare
potete serenamente mettervi all'opera per ripiantare tutto il filare. Le
carenze riguardano elementi quali Azoto, Boro, Calcio, Fosforo, Magnesio,
Manganese, Molibdeno, Zinco. Gli eccessi possono essere relativi ad
Alluminio, Azoto, Boro, Manganese e Potassio; il disseccamento del rachide
è dato da un "squilibrato" rapporto tra Potassio, Calcio e Magnesio.
Consiglio di procedere con costanza ad analisi del terreno e a opportune
correzioni e concimazioni nei tempi opportuni, come già indicato negli
interventi precedenti. I danni da erbicidi chimici o ormonici possono
essere gravi, ripercuotersi sul frutto e sull'elaborazione di esso (il
vino); fitotossicità, danni simili a carenze, acinellature e colature,
macchie clorotiche e necrosi: attenzione per voi e per la pianta, nella
somministrazione e nelle dosi.
Inquinamento: i danni da ozono possono provocare curiose lesioni
puntiformi della pagina superiore, lungo le nervature, sulle foglie che
possono anche cadere. Solfuri e fluoruri causano necrosi e appassimenti.
Veniamo agli attacchi virali, alle
patologie batteriche e fungine. Le malattie causate dai virus (che sono
frammenti di acido nucleico e, nel caso dei vegetali, soprattutto acido
ribonucleico) sono gravi, incidono con deperimenti e riduzioni
quali-quantitative della produzione e causano "degenerazioni infettive":
il complesso dell'arricciamento e il complesso del legno riccio
raggruppano 6-7 virus che nella pianta di vite sono responsabili di danni
alle foglie e ai tralci; in alcuni casi è stato individuato un "vettore",
cioè un responsabile (in parole semplici un vermetto o un insettino o
microscopici funghi) della trasmissione dell'infezione da una pianta
all'altra.
I sintomi sulla pianta dipendono dalle
condizioni ambientali, dal periodo in cui è avvenuta l'infezione e dalla
reazione della vite: nell'arricciamento i lembi delle foglie sono "prezzemolati",
i tralci subiscono deformazioni e anche sui grappoli può osservarsi
acinellatura; nel legno riccio, per esempio, si verificano buchi e
scanalature nella corteccia. Non è possibile lottare o difendersi dalle
infezioni da virus ma si può prevenire facendo trattamenti ai terreni,
utilizzando viti sane, selezionate e certificate e, in laboratorio,
risanando con la "termoterapia" (utilizzo di tecniche specialistiche e
calore). Tra le patologie di origine batterica (i batteri sono cellule)
ricordiamo la tubercolosi batterica ( che può essere favorita dal gelo
invernale e colpisce i tralci), la necrosi batterica, il mal nero della
vite (colonizza la vite nei tessuti del tralcio, nelle foglie) e la
malattia di Pierce (causata dalla Xilella fastidiosa).
Le infezioni possono essere influenzate
dalle ferite della potatura, dal particolare andamento climatico e
colpiscono tutte le parti della pianta; innanzitutto l'analisi visiva e le
successive prove in laboratorio evidenziano il processo in atto. I batteri
non si diffondono attivamente ma aderiscono alle gocce d'acqua, si
appoggiano a particelle di terreno e vengono trasportati dagli attrezzi o
dalle macchine operatrici, utilizzano il trasporto degli insetti.
L'opera di prevenzione è costituita da:
corretta collocazione del vigneto, orientamento dei filari in rapporto
all'esposizione e alla direzione del vento, scelta del portinnesto,
gestione e lavorazione del vigneto ivi compresa l'eliminazione delle
possibili fonti d'infezione. Alcuni funghi (costituiti da cellule più
complesse ed evolute dei batteri) causano malattie importanti come la
Peronospora, l'Oidio, la Muffa grigia, e poi ancora l'Escoriosi, l'Antracnosi,
l'Eutipiosi e il Mal dell'esca. La Peronospora (Plasmopara viticola)
attacca gli organi "verdi" causando imbrunimenti, giallumi e necrosi;
sulle foglie si osservano le caratteristiche "macchie d'olio", collocate
preferibilmente ai margini fogliari e un aspetto traslucido.
Anche l'Oidio, il mal bianco, proveniente dal nord del continente
americano e diffuso in Europa sin dalla metà del secolo scorso, colpisce
le parti verdi della vite e i primi sintomi sono costituiti da "ragnateline",
visibili controluce, che colonizzano pagine superiori e inferiori delle
foglie. I conìdi dell'Oidio ( forme di resistenza e vita del parassita)
sono disarticolati dal vento e sparsi fino a 300 km/mese su aree che
vengono perciò infettate. La Muffa grigia (Botrytis cinerea) si manifesta
soprattutto in presenza di elevate umidità, provoca alterazioni interne al
grappolo, modificando per la presenza dell'enzima "laccasi" il vino che se
ne ricava; inoltre, ancora sul grappolo, apre la porta ad altri microbi
dannosi che nell'uva e poi nel vino causano effetti nocivi.
I rimedi sono costituiti da mezzi agronomici,
chimici, biochimici (nella veste di sostanze tossiche per i
parassiti prodotte da altri microrganismi) e biologici, impiegati nei
tempi opportuni. Concludo l'intervento con qualche riga sulla "Flavescenza
dorata": è un fitoplasma (per rendere l'idea, un "batterio sbucciato",
senza forma propria), è trasmesso per innesto e anche da un insetto che è
lo "Scaphoideus titanus", le foglie presentano un andamento parallelo al
germoglio, sono pallide e lucide con riflessi dorati, i tralci hanno
difficoltà di lignificazione e tutta la vegetazione ha un aspetto
"malato"; in assenza dell'insetto la Flavescenza in genere regredisce.
Il problema causato dalla malattia è costituito dall'impedimento del
passaggio della linfa elaborata, il floema, a tutti gli organi che sono
destinati a riceverla. Dati sperimentali e statistici non solo legano il
rapporto causa-effetto tra Scaphoideus e Flavescenza ma tendono anche a
dimostrare la scarsa incidenza della patologia correlata al "contenimento"
della presenza dell'insetto-vettore. Siamo comunque pronti a descrivere,
in presenza di evidenze in campo, i risultati che partono da presupposti
diversi.
- Lezione precedente:
La vendemmia
- Lezione successiva:
Gli insetti
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