21.04.2002 | Prodotti Tipici

Le ghiottonerie del made in Italy? Cercatele in rete

Si moltiplicano i siti che offrono su Internet specialità alimentari. E il giro d’affari sfiora i 150 milioni di euro. Formaggi, salse, vini e salumi sono i prodotti più richiesti. Purché siano quelli tipici della nostra tradizione.

Il primo assaggio è virtuale. Un «clic» del mouse , ed ecco una caciotta di bitto della Valtellina pronta alla prova del coltello. Un altro «clic» e una forma di pecorino rosso della Toscana (latte crudo non pastorizzato), giganteggia sul monitor del computer. E se la navigazione continua, la vista si perde in un orizzonte di leccornie, spesso sconosciute ai più: formaggi d’alpeggio trasportati con l’elicottero per mantenerne la freschezza, salumi rubati alla tradizione contadina, confetture con aromi atipici, salse arcaiche, dolci medievali, pasta di tutte le regioni dalle architetture barocche. E vini, spesso dai nomi sconosciuti, eppure così buoni da poter gareggiare con i più blasonati concorrenti.
Siamo su Internet, a caccia di prodotti tipici, il meglio dei doc, dei dop e degli igp, cose sopraffine, spesso biologiche, selezionate con cura certosina. Una navigazione tra il gusto ricca di sorprese. Perché non solo i siti dove poter acquistare aumentano e si arricchiscono, ma il business cresce. Lo scorso anno il giro di affari online ha toccato i 150 milioni di euro, quest’anno potrebbe sfiorare quota 200.
I soldi non li hanno guadagnati soltanto i grandi portali come Esperya, ma anche i piccoli siti, aperti insieme al negozio, per cercare clienti lontani migliaia di chilometri.
All’ e-commerce di prodotti tipici, Qualivita, la mostra internazionale agroalimentare di Siena, ha dedicato un convegno. Si è parlato del presente e soprattutto del futuro. Come sarà? In rosa, hanno giurato i relatori.
Perché se oggi i visitatori dei siti di e-commerce agro-alimentari di qualità sono circa 14 milioni, il trend di crescita è superiore al 35%. Vanno a ruba formaggi, vini, salse, salumi, persino la carne, basta che abbiamo una «personalità segreta». In altre parole devono essere prodotti ricercati, ma dalle caratteristiche organolettiche affascinanti.
Come l’unico torrone certificato igp prodotto in Piemonte, oppure il ciabuscolo, un salume marchigiano da spalmare sul pane come burro, e ancora come l’insaccato affumicato con legno di ginepro, i salumi di oca, le salsicce «ammazzafegati» maremmane, il vino malvasia di Lipari, le torte di nocciole, gli aceti balsamici, l’olio extravergine con olive taggiasche e tanto altro ancora.
I clienti delle botteghe virtuali hanno una scolarità media superiore, provengono da tutte le regioni italiane (soprattutto dal Nord), ma anche dall’Europa e dagli Stati Uniti. Al 70% sono donne, ma gli uomini stanno aumentando a vista d’occhio. Cosa chiedono?
«Qualità e varietà di scelta – spiega Filippo Caciolli, fiorentino, titolare del website «Wines & Food Emporium» (www.winesemporium.com) – e sicurezza. Siamo partiti due anni fa e l’inizio è stato duro, proprio per la difficoltà di crearci un nome. Abbiamo puntato sul meglio della produzione artigianale, impossibile da vendere in un negozio tradizionale con un’area di vendita limitata, e oggi i dati ci danno ragione. Abbiamo un giro di affari annuo di circa 200 mila euro con un trend di crescita di circa il 30%. Il segreto del successo? Intanto la garanzia totale sul pagamento e sulla qualità del prodotto. Poi la scelta di prodotti poco conosciuti. Sui vini, per esempio, abbiamo privilegiato cantine sconosciute ma di grande valore. In più i nostri clienti possono contare su una continua assistenza via chat e offriamo loro un servizio per abbinare i vari prodotti nel modo giusto e anche alcune ricette».
Virtuale e reale invece la scelta di «Prodotti tipici.com» (www.prodottitipici.com). Insieme al sito e al magazzino la società (una coop con sette dipendenti) di Tolentino ha venti negozi affiliati in tutta Italia dove poter trovare od ordinare le leccornie.
«Vendiamo molto anche via Internet - spiega Umberto Galassi -soprattutto al Nord e all’estero, Germania davanti a tutti. I pagamenti? Tradizionali, via carta di credito, contrassegno o bollettino, ma abbiamo sperimentato anche un sistema di pagamento con la carta telefonica Omnitel, la più sicura in assoluta».

FONTE: Corriere della Sera

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