Qui a 44 km da
Caserta tra monumenti storici e moderni alberghi, che fanno
dell’antica città edificata dai Romani non solo un grosso centro
turistico della costa tirrenica ma anche un punto di riferimento
culturale e commerciale dei numerosi centri minori della zona,
l’aureolato papà viene salutato a cucchiaiate. Alla vigilia di San
Giuseppe si celebra infatti la Festa delle
Coccetelle, una ricorrenza che viene vissuta come una
sorta di ringraziamento al santo protettore per una miseria ormai
lontana.
Appena terminata la Novena, gli abitanti si raccolgono intorno a dei
grandi falò, detti “lumenarie”, per raccontarsi le proprie vicende
piacevoli o tristi che sono accadute durante l’ultimo anno. E tra
una preghiera al divin Peppino e un inciucio al vicino, gli oranti
preparano le fragranti coccetelle, dei
gustosissimi pani rotondi cotti nel forno a legna e serviti con
salsicce e fagioli o accompagnati dalla famosa e caratteristica “menestella”,
una deliziosa minestra di fagioli e ceci cucinati nelle pignate di
creta.
Ma il pane caldo e croccante appena sfornato è ottimo anche col
rinomato e particolarissimo “Caso Peruto”,
un tipico formaggio di Sessa Aurunca
prodotto fin dai tempi di Plinio ed ottenuto da latte caprino con
cagliata vegetale così detto per le muffe che lo caratterizzano.
Durante la sacra abboffata il borgo apre le porte ai turisti che
possono assaggiare le specialità gastronomiche locali grazie a
questa sagra pasquale che inizia con lo sfregamento del rosario per
terminare in una vorace scarpetta.
FONTE:
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