Come già ho scritto in un mio precedente articolo, Enogea è una rivista bimestrale composta da poco piu' di 50 pagg., che non si trova nelle edicole, in quanto viene recapitata al domicilio dei soli abbonati. Per chi ne volesse sapere di piu' consiglio di contattare direttamente il direttore responsabile Alessandro Masnaghetti, già collaboratore di Veronelli e curatore in anni passati della Guida dell'Espresso, all' email: almasag@tin.it. |
Nell'ultimo numero di Dic.-Genn.07 Alessandro Masnaghetti ha degustato centinaia di vini del Friuli, delle varie zone e denominazioni. Quello che segue è un riassunto solo delle migliori degustazioni effettuate. La tipologia Colli Orientali del Friuli viene abbreviata in COF, mentre i punteggi sono espressi in centesimi.
Attualmente, tornando al nostro tema, trovo di ottimo abbinamento i vini dolci in genere, che in questo ultimo periodo stanno prendendo sempre piu' piede tra gli appassionati, con i dolci da forno: crostate, ciambelle ecc., ma ancora meglio se sorseggiati lentamente senza alcun cibo. La seconda considerazione che mi è balzata in mente, scorrendo la rivista, è una conferma di quello che vado sostenendo da tempo e cioè che i vini rossi in Friuli, fatte salve poche eccezioni che confermano la constatazione generale, fanno molta fatica a raggiungere un ottimale stato di maturazione delle uve. Ecco allora quel sentore di verde, di peperone, del cabernet-franc specialmente, i tannini spesso duri ed immaturi, la bottiglia che fa fatica a terminare. Un professore universitario, di cui non cito il nome per cortesia nei suoi riguardi, durante un convegno di qualche anno fa, sulla viticoltura friulana si è sentito rivolgere a piu' riprese, dai viticoltori presenti in sala, la domanda di come potessero fare e quali accorgimenti adottare per portare ad una migliore maturazione le uve rosse, senza incorrere nei rischi di una vendemmia tardiva. Alchè il professore, in tono scherzoso, ma non troppo in quanto in fondo alla sua dichiarazione possiamo ritrovare il sunto della mia osservazione e constatazione, rispondeva ai viticoltori che la soluzione a tali problematiche esisteva, e si trovava nei negozi di ferramenta della zona. I viticoltori si guardarono l'un l'altro in volto, basiti ed in attesa del finale del discorso del professore che concludeva in questi termini: ''Andate in ferramenta, comprate una motosega, e da domani tagliate le vostre viti di tipologia rossa, incominciando ad impiantare quelle viti a bacca bianca che vi daranno sicuramente maggiori soddisfazioni''. Questo è un paradosso, ma che ci fa capire lo stato delle cose: le vette di eccellenza, invece, che qui raggiungono le tipologie bianche: Sauvignon, Tocai, Pinot Grigio, Pinot Bianco, Verduzzo, Ramandolo, Picolit, Malvasia ecc. difficilmente sono riscontrabili in altre zone d'Italia. (Ho omesso appositamente di citare la Ribolla Gialla, perché ne devo ancora degustare una con i fiocchi!). La terza ed ultima constatazione ed osservazione di carattere generale, ripresa anche da Masnaghetti, è che il livello di qualità dei vini italiani si è, fortunatamente innalzato di molto in questi ultimi 8/10 anni. I meno giovani si ricorderanno come, 15/20 anni fa fosse difficile ''scovare'' un vino gradevole, al di sopra della media accettabile, mentre oggi per nostra fortuna è difficile incontrare un vino scadente e mal vinificato. Però se osserviamo i punteggi assegnati, i vini che hanno ricevuto i piu' alti consensi, si equivalgono quasi tutti. Succede molto spesso, anche a me quando degusto, di trovare molti vini buoni, di qualità, impeccabili sotto ogni punto di vista, ma che non si faranno ricordare perché: non mi hanno trasmesso emozione... nessun brivido...!!! Quand'è che un vino può emozionare chi lo sta degustando? Quando rimarrà impresso nella nostra memoria olfatto-gustativa, talmente era ''diverso ed originale'', quando ci ricondurrà senza esitazione al suo territorio di origine, alla sua tipicità... Un vino può essere anche ''semplice'' se vogliamo, ma può emozionarci pure lui, perché ci avrà trasmesso qualcosa che i suoi fratelli non saranno stati in grado di trasmetterci. Non voglio fare paragoni mi è difficile, ma è come parlare con una persona appena conosciuta, apparentemente semplice nel suo abbigliamento e nei modi di fare, ma di una gentilezza, affabilità, in grado di trasmetterci una serenità ed un senso di pace fuori dal comune: penso sarà capitato ad ognuno di noi nella vita. Un'ultima annotazione, che per chi vi scrive è di primaria importanza, è il significato di una parola, che racchiude in se un concetto e molto di piu', che deve essere insita in un grande vino, quella parola si chiama: finezza. Un concetto molto articolato che mi riservo di approfondire in altro articolo, perché c'è veramente tanto da dire. Grazie cari amici lettori della vs attenzione, e come di consueto Prosit con i magnifici vini bianchi del Friuli Venezia Giulia. -- ** (Personalmente sono attratto maggiormente dai dolci da forno e questo probabilmente perché mi riporta all'infanzia, quando nel periodo invernale, specialmente prima delle festività natalizie, mia madre insieme ad altre vicine di cortile, si recavano al forno artigianale piu' vicino, portando loro direttamente tutti gli ingredienti: uova, farina e zucchero, per cuocere ceste intere di ciambelle, tortiglione (un dolce tipico solo del basso ferrarese, di cui vi scriverò piu' avanti), per festeggiare il Natale o la Pasqua. A quei tempi, parlo degli anni '60, non esistevano i pandori, panettoni ecc. e la vita sicuramente era piu'semplice, con meno complicazioni ed a misura d'uomo!).
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