Tra le tante degustazioni effettuate, negli ultimi tempi ho avuto l’opportunità, di "scoprire" un vitigno ed il relativo vino prodotto: la tintilia del Molise. Voglio scrivere di questo vino, perché mi è piaciuto in modo particolare per la sua originalità, unicità e piacevolezza di beva: un vino che mi ha emozionato, così come può emozionare un paesaggio, una poesia, la carezza di una persona cara... |
Questo articolo lo
dedico a tutte le persone che ancora si emozionano guardando un
film, ammirando un’alba, guardando un bambino in braccio alla madre,
...sorseggiando un buon bicchiere di vino.
Un po’ di storia del vitigno
La “Tintilia” è un vitigno
autoctono molisano. Introdotto nella seconda metà del settecento, in
piena dominazione borbonica, in virtù dei commerci tra il regno di
Napoli e la Spagna, deriva il suo nome presumibilmente dall’etimo
Tinto che in lingua iberica significa “rosso”, ed è infatti
caratterizzata da un colore rosso scuro.
Un tempo capillarmente diffusa nelle zone interne, ha perso
importanza e diffusione quando si è iniziato a privilegiare la
quantità della produzione, attualmente, però con la riscoperta delle
sue caratteristiche qualitative sta tornando in auge.
Il vino che ne
deriva presenta colore rosso rubino intenso, al naso rivela sentori
di frutti di bosco e radice di liquirizia su un fondo di vaniglia,
in bocca è caldo con tannini in evidenza. L’acidità è sostenuta,
poiché il vitigno è coltivato a quote abbastanza elevate (da 250 m
sul livello del mare in su).
Infine si sottolinea che, benché nel catalogo internazionale delle
varietà la cultivar Tintilia sia riportata come sinonimo di Bovale
Grande o Bovale Sardo essa è risultata, dagli studi sul germoplasma,
condotti dal Dipartimento S.A. V. A. dell’Università del Molise,
totalmente diversa dalle varietà in questione.
Come recuperare la Tintilia
L'analisi genetica conferma l'esistenza di più cloni appartenenti ad
un'unica varietà piuttosto rustica e adatta alle colline
dell'entroterra molisano: la Tintilia
di Pierluigi Cocchini (*), Luigi Cinquina (*), Antonella Angiolillo
(**)
In Molise la storia della vitivinicoltura può essere distinta in due
fasi: fino alla metà degli anni 60 del secolo scorso essa era quasi
completamente concentrata nelle zone collinari più interne delle
province di Campobasso e Isernia ad altitudini variabili dai 250 ai
600 m; in seguito, con la bonifica delle aree litoranee e con
l'avvento della riforma fondiaria, la coltivazione della vite si
spostò molto velocemente nelle zone pianeggianti dove, utilizzando
forme d’allevamento espanse (tendone) e vitigni generosi,
raggiungeva livelli quantitativi di produzione impensabili altrove.
Vitigni un tempo considerati validi, vennero rapidamente abbandonati
per far posto ad altri; a farne le spese fu
soprattutto la Tintilia che per secoli fu considerata dai molisani
la migliore vite da vino.
Vitigno autoctono a bacca rossa,
ricco in polifenoli (tannini, antociani), dotato d’elevata rusticità
e adattabilità alle condizioni pedoclimatiche dell'alta collina
molisana, mal si adatta alla pianura e con scarsa produttività (resa
massima 80 q/ha); per tali caratteristiche é stato ingiustamente
trascurato e solo l'ostinata perseveranza di pochi agricoltori ne ha
impedito la definitiva scomparsa.
Negli ultimi 10-15 anni la qualità ha assunto un ruolo fondamentale
nella filiera vitivinicola, pertanto anche
in Molise ci si é ricordati dei vitigni autoctoni dimenticati,
provvedendo al loro recupero, operando un percorso inverso a quello
che ne aveva decretato il declino, con il fine di ríportarli nelle
zone di coltivazione d'elezione.
L'Ente regionale di sviluppo agricolo del Molise ha intrapreso uno
studio approfondito della caratterizzazione del vitigno tradizionale
Tintilia, effettuato in collaborazione con il Dipartimento di
scienze animali, vegetali e dell'ambiente dell'Università del
Molise, con lo scopo di individuare con esattezza le popolazioni e
gli eventuali cloni del vitigno e fugare ogni dubbio sulla presunta
parentela con il vitigno tradizionale sardo BovaIe Grande, al quale
la Tintilia viene associata nell'Albo internazionale dei vitigni.
Dopo una fase preliminare di monitoraggio e l'individuazione dei
vigneti, si é proceduto alla valutazione delle metodologie
analitiche attualmente disponibili, per la caratterizzazione
genetica della Tintilia, utilizzando i microsatelliti o Strs (Short
tandem repeat), dei marcatori ampiamente usati per l'identificazione
e il confronto di materiale vegetale e animale.
I risultati dell'analisi genetica eseguita su tutti i campioni
analizzati sono stati sorprendenti: 21 dei 22 campioni di Tintilia
presi in esame sono risultati perfettamente identici tra loro e ben
distinti sia dal Bovale Grande sia dal Bovale Sardo; il 22° campione
é invece risultato completamente diverso sia dalla Tintilia sia dal
Bovale, probabilmente per un errore in fase dí campionamento. Si può
cosi affermare che tutti i campioni analizzati, provenienti da 21
vigneti distribuiti nel territorio regionale del Molise, sono cloni
appartenenti ad una popolazione omogenea e geneticamente distinti
dalla varatá Bovale Grande, perciò si esclude il presunto legame di,
parentela tra la Tintilia e quest'ultima.
Oggi cari amici lettori, vi voglio segnalare una giovane azienda,
solo se consideriamo l’età dei titolari, i fratelli D’Uva (mai
cognome fu piu’ azzeccato), che mi ha positivamente stupito, per
l’alta qualità dei suoi prodotti, ed in alcuni casi veramente
emozionato, su tutta la linea aziendale:
Azienda Agricola Angelo D’Uva
Servizi:
Assaggio e degustazione vini a titolo gratuito
Ristorazione e Pernottamento presso l’ Agriturismo I Dolci Grappoli,
di proprietà; Pagamento con Bancomat, Cartasì, Diners Club, Master
Card
Un po’ di storia aziendale
Nel cuore dell’antica Frentania, a Larino città d’arte romana e
medievale, alla confluenza dei bracci minori di antichi tratturi, su
dolci declivi che guardano verso il mare sorge l’azienda agricola
D’uva. Estesa per ettari 70 l’azienda vanta, fin dalla sua
fondazione, avvenuta negli anni 40, una vocazione vitivinicola
tramandata da padre in figlio e mantenuta con impegno e passione.
Nel solco della tradizione famigliare, coniugando l’esperienza
contadina e le moderne conoscenze e tecnologie enologiche, l’attuale
titolare ha inteso accrescere il valore e la qualità delle
produzioni aziendali, reimpiantando i vigneti con sistemi di
allevamento atti a selezionare e accrescere la qualità delle uve e
costruendo una cantina, per la vinificazione delle uve e
l’imbottigliamento dei propri vini.
I vigneti
I 15 ettari di vigneti di proprietà dell’azienda sono messi a dimora
su terreni argillosi-calcarei ad un altitudine media di 250 metri
sul livello del mare e sono allevati a cordone speronato con una
densità di 4000 ceppi per ettaro. La scelta di questo sistema di
coltivazione mira al miglioramento strutturale della viticoltura
aziendale e a garantire, in ogni anno di produzione una precoce e
costante selezione qualitativa del prodotto, obiettivo primario per
l’azienda, cui concorrono l la potatura e la vendemmia manuale, la
quale ha inizio intorno alla metà di settembre per i bianchi e si
protrae fino alla fine di ottobre per i rossi.
I vitigni coltivati sono il trebbiano e la malvasia per i bianchi,
il Montepulciano, il Cabernet Sauvignon per i rossi, ai quali si
aggiunge la varietà autoctona della Tintilia, che si presenta come
un vitigno di media vigoria, con grappolo spargolo ed alato in
alcuni cloni, di grandezza medio piccolo con acini ovoidali e buccia
pruinosa dal sapore leggermente aromatico. Il reimpianto di questo
vigneto e la vinificazione di queste uve è espressione di una
precisa scelta aziendale di riscoperta, rispetto e valorizzazione
del territorio molisano, che si esprime anche nelle denominazioni
adottate per i vini DOC e IGT
La Cantina
Costruita come un antico tempio, sormontato da imponenti capriate in
legno, la cantina è stata inaugurata per la vendemmia 2001. Un
ambiente accogliente ed elegante ospita le botti d’acciaio, i
moderni impianti di spremitura e filtrazione, i sistemi
computerizzati per il controllo del raffreddamento e del
riscaldamento dei processi di vinificazione. Nascono qui i vini
D’Uva di grande e pregevole qualità.
Degustazioni
Passiamo ora alla parte piu’ attinente a questa rubrica: le mie
degustazioni, appunto. Premetto che questi vini, soprattutto le
tipologie rosse, mi hanno molto colpito, per la loro originalità,
alta qualità e piacevolezza di beva, sottolineando che, alcuni tra i
piu’ piacevoli, sono transitati solo ed esclusivamente per
contenitori di acciaio, significando che quando la materia prima è
di alta qualità, ricca di zuccheri ed altri elementi, con una buona
ed attenta vinificazione si possono ottenere ottimi prodotti, dal
buon rapporto qualità/prezzo.
Vino: Ricupo 2002 Doc rosso del Molise gr.
13,50
Un grande prodotto
molisano che ci ha positivamente stupito.
Complimenti a questo bravo produttore
Voto 5 stelle
Prezzo € 6,70 +Iva
Vino: Tintilia doc 2002 gr. 14
Scheda tecnica
Rosso del Molise
Dall’etimo spagnolo Tinto ossia rosso, trae il suo nome
il vitigno autoctono della tintilia, un tempo
capillarmente diffusa nelle zone interne e oggi
riscoperta e valorizzata dalla viticoltura molisana.
Dalla vinificazione delle sue uve effettuata in rosso
alla temperatura controllata di 25 gradi con una
macerazione per 25 giorni e successivo affinamento in
acciaio e in bottiglia per 6 mesi.
Questo è stato
davvero uno degli assaggi che più mi ha emozionato negli ultimi
anni. Di colore rosso cupo, nerastro, con riflessi violacei; nel
bicchiere è molto denso, concentrato, quasi oleoso; al naso emergono
netti ed intensi profumi di frutta rossa surmatura, ma tra tutte è
emersa la mora selvatica di rovo; in bocca è molto denso: ritorna la
mora selvatica surmatura (quella che d’estate si raccoglie nelle
pinete marine), tannini morbidi, ma consistenti. (Sembra quasi che
il vino abbia transitato velocemente in legno grande!). Complimenti
a questo bravo produttore molisano, per la ricchezza e
concentrazione delle uve e la vinificazione ottima.
Voto 5 stelle 90/100
Prezzo da definire, in quanto questo vino deve ancora essere
ufficialmente, immesso sul mercato. (Questa degustazione è stata
pubblicata sulla rivista (dell’ Associazione Città del Vino): Terre
del Vino numero di settembre 2004 - pag. 75).
Produzioni IGT
Vino: Keres 2002- gr. 12 –Terre degli Osci
Trebbiano
Terre degli Osci
Rese per ettaro contenute e una adeguata selezione delle
uve di trebbiano consentono la produzione di Keres, un
vino di colore giallo paglierino intenso e vivace che
ricorda le messi mature consacrate dai sanniti alla dea
Keres. Colore giallo paglierino brillante, con riflessi
dorati; manifesta un bel bouquet aromatico di frutta
matura (pera, mela…); in bocca ha un piacevole ingresso
caldo, denso sulla lingua, rispecchiando quanto
avvertito al naso: è giustamente fresco, con una bella
acidità che dona freschezza al vino, con una buona
persistenza finale.
Un trebbiano
molisano che ci ha sorpresi per la sua freschezza e piacevolezza di
beva. Ben vinificato enologicamente.
Un prodotto di buona qualità.
Voto: 4 ¼
Prezzo €. 5,80 + Iva
GAVIO IGT
Rosso Terre degli Osci
Da uve di Montepulciano lasciate macerare 10 giorni,e vinificate a
temperature controllate, nasce Gavio vino rosso rubino secco, di
corpo e giustamente tannico. La tipicità e il carattere di questo
vino ben si accordano alla fierezza e bellicosità della stirpe
sannita e del suo condottiero Gavio Ponzio di cui porta il nome.
Vino: Terre degli Osci “Gavio” Igt rosso-
Montepulciano- 2002 gr. 13,50
Bello al colore questo vino, che subito affascina: rosso
scuro, violaceo, impenetrabile; al naso netti ed intensi profumi di
frutta rossa, mora su tutte; in bocca perfetta rispondenza: succoso,
polposo, molto buono e godibile (pur essendo l’annata 2002, non una
gran vendemmia un po in tutta Italia), ma questo vino è uno di
quelli che fa eccezione: lungamente persistente, con tannini morbidi
e levigati e con tanto frutto maturo e concentrato (non si sente
alcun tipo di legno!!).
Un altro grande vino di questo giovane e bravo produttore.
Complimenti vivissimi.
Voto 5 stelle 87/100
Prezzo €. 6,20 + Iva
Dedicato al vino...
Si posa delicatamente sulle mie labbra ...un'ebbrezza leggera
pervade il mio corpo..un brivido lungo la mia schiena..una farfalla
appoggiata sui petali di una rosa all'improvviso spicca il volo, una
rondine regala mille acrobazie agli occhi di una donna..quel goccio
di buon vino scende giù..in mano un bicchiere..grandi emozioni in un
grande bicchiere che racchiude tante sensazioni in una piccola
prigione trasparente... (Commento inviato da:
Alessia di Roma)
Grazie dell’attenzione e naturalmente: Prosit con la magnifica
Tintilia del Molise.