Un fenomeno molto interessante in Cina è il fatto che sempre più persone iniziano a bere il vino.
Secondo gli ultimi dati resi noti dall'organizzazione International Wine and Spirits, nel 2011, la Cina ha consumato in totale 1.9 miliardi di bottiglie di vino, superando la Gran Bretagna e classificandosi già al quinto posto in ambito mondiale. Inoltre, sempre secondo questo rapporto, adesso la Cina è ormai diventata l'ottavo paese per import vinicolo. E secondo la previsione del documento, dal 2011 al 2015, il consumo del vino della Cina crescerà del 54.3%.
Questi dati ci mostrano una Cina sempre più amante del vino e quindi per l'Italia, un paese di grande tradizione vinicola, la Cina potrebbe rappresentare un'opportunità? Vediamo l'ultimo rapporto Istat, nei primi 11 mesi del 2011, l'esportazione del vino italiano sul mercato cinese, è aumentata dell'80%!
Ma la realtà è un'altra. Sembrerebbe infatti che ora in Cina, il vino italiano sia meno competitivo di quello francese, tedesco e di quello australiano...Ultimamente molti articoli dicono che i consumatori cinesi conoscano solo Bordeaux, e non Toscana, Sicilia, Vicenza, ecc.
Secondo alcuni produttori italiani, i francesi sono bravissimi nel marketing, e la loro posizione di dominio in Cina è il frutto di anni di communicazione.Quindi per il vino italiano, non basta l'indiscutibile qualità, ma ci vogliono anche delle promozioni.
Per alcuni produttori di vino italiani, il mercato vinicolo cinese non si presenta ancora maturo. In merito, abbiamo ha intervistato telefonicamente un famoso produttore di vino vicentino, il signor Fausto Maculan, l'attuale propretario dell'etichetta Maculan, che è una tipica azienda vinicola familiare, e il signor Maculan è la terza generazione che lavora nell'azienda di famiglia, e anche i suoi figli continueranno a farlo. Fanno circa un milione di bottiglie all'anno, di bianco, rosso e vino dolce e lo esportano in tutto il mondo.Ma venderà il suo vino in Cina?
"In Cina no direttamente, ma da Hong Kong si infila dentro qualcosa," Spiega Maculan, "Hong Kong è sempre stato un mercato molto aperto che io avevo cominciato ancora molto tempo fa con un esportatore di tè ed altre cose sul mercato inglese, e abbiamo sempre continuato ,(Hong Kong) è un buon mercato dove ci sono i soldi, c'è molto turismo e dove il vino nei ristoranti si beve. Ogni anno, si può calcolare 10 mila bottiglie sul mercato di Hong Kong. Mille casse."
Per il produttore vicentino, il mercato della Cina continentale è diverso da quello di Hong Kong: "Il mercato cinese è un mercato ancora giovane. Allora io dividerei il mercato cinese in più parti, il mercato dei cinesi ricchi, collezionisti di vino, che vogliono il trofeo, prevalentemente cacciatori di bottiglie francesi della Borgogna e del Bordeaux, oppure delle grandi firme italiane tipo il Brunello di Montalcino, Barolo ecc. Per quanto riguarda il cinese normali, direi che deve ancora un pò cominciare ad imparare il vino. Il Vino non è la sua bevanda ufficiale. Penso che comunque in Cina ci sono dei territori dove si può coltivare l'uva, si può fare del vino e da li partire, quando il vino cinese sarà una bevanda bevibile, buona e diffusa allora ci potrà essere la diffusione di tutti gli altri vini del mondo."
Sembra che per molti produttori italiani, la cultura del vino in Cina sia ancora insufficente.Anche i prezzi potrebbero essere un ostacolo per la penetrazione del vino italiano in Cina.
Per la penetrazione del vino italiano in Cina, un importantissimo canale sono i ristoranti. In merito, ci siamo rivolti a dei ristoranti italiani a Beijing. Prima sentiamo il proprietario di Aperitivo uno dei bar italiani più famosi della capitale, Stefano, che ci ha rivelato la preferenza della clientela cinese circa il vino:
il vino italiano, preferisco più il vino italiano."
"Il vino italiano sta, diremo appunto, non posso generalizzare più di tanto perché va, non controllo più di tanto le persone, diciamo che in linea di massima per i cinesi, se posso dire una cosa, piace più il vino morbido, dunque forse più gli australiani, più i cileni e argentini, però i cinesi che conoscono
Sauro Angelini, propretario del ristorante italiano Meeting Point a Beijing, ha così illustrato i livelli di vino consumati dai cinesi:
"Ovviamente il vino non è ancora molto diffuso in Cina, però adesso cominciano, diciamo, normalmente a berne sempre di più, molto più di prima. Soprattutto la fascia di età che va oltre i 30 anni, dai 30 ai 50 anni, sia perché dispongono di più soldi, è gente che lavora quindi può permettersi di bere vino.Il livello medio più consumato è quello medio. Perchè i vini di livello alto sono molto costosi. Ci sono vini molto costosi come il Brunello da Montalcino, il Barolo, sono vini costosi."
Mercato a parte, vediamo la promozione culturale del vino italiano. Infatti, per favorire la penetrazione culturale del vino italiano in Cina, il mondo vinicolo italiano sta facendo delle promozioni a 360 gradi. Un ottimo esempio sono le tante enoteche aperte in diverse città.
In merito, abbiamo intervitato per telefono il direttore di una famosa enoteca a Shanghai il Dottor Fabio Carlesi, che rivela: "4 anni fa noi abbiamo costituito una societa di diritto cinese , l'abbiamo costituita a Shanghai con personale cinese, che ha come scopo quello di fa promuovere, di far conoscere il vino, ovviamente, italiano. Noi abbiamo creatato questa struttura, che e' una struttura di circa 400m2, dove c'e' anche un'enoteca, nel distretti di Duan, vicino al Xin Tiandi, quindi in una posizione strategica. Noi da 4 anni, siamo soddisfatti, perche i risultati sono entusiasmanti. Noi , nel 2011, abbiamo fatto un volume di affari di vino italiano di 93 milioni di dollari. Lei pensi che nel 2009 questo volume era di 25 milioni. Tra l'altro mi sembra che ci sia in Cina un'evoluzione, nel senso che gli stili di vita stanno subendo un'evoluzione, ovviamente stanno risentendo di quelli che sono anche le presenze occidentali, tra cui quella italiana, e direi una presenza importate, penso per esempio al settore della moda, per cui c'e' questo stile di vita italiano che comunque piace. Noi, qual'e' la nostra impostazione, a proposito di strategia, informazione e formazione."
Quest'anno, ci saranno ancora promozioni a 360 gradi del vino italiano in Cina. Oltre alle tante iniziative che saranno organizzate dall'ICE Cina, c'è stata anche una recente iniziativa organizzata da Toscana Promozione, con cui si è avviata in Cina una piattaforma di vendita online di prodotti agroalimentari di 18 aziende agroalimentari toscane. Davanti al nostro microfono, il direttore della Toscana Promozione, il Dottor Stefano Giovannelli ha illustrato:
"E' la prima volta che affrontiamo questo canale di distribuzione, che e' il canale on line, su questa piattaforma che abbiamo chiamato taste it, taste vuol dire provare, gustare, i consumatori cinesi potranno trovare alcune delle etichette piu' prestigiose della nostra regione: sia il Chianti classico, che il Carmignano, il Morellino di Scansano, e devo dire che questa non e' l'unica iniziativa per i consumatori cinesi. Noi abbiamo da diversi anni attivato una piccola enoteca a Shanghai che si chiama Yishan e che da quando e' stata aperta f a un'attiva campagna di promozione del vino e della cultura del vino in Cina."
Parlando del fatturato previsto per il 2012, il signor Giovannelli rimane con i piedi per terra:"Naturalmente l'iniziativa della vendita on line e' un'iniziativa pilota quindi per il momento noi abbiamo costruito un magazzino di 100mila euro, che naturalmente se arriveranno le richieste, verra' riempito di nuovo, quindi diciamo che il nostro target iniziale e' molto modesto, molto... 100 mila euro e' quello che noi ci promettiamo di ottenere attraverso questa prima operazione di sensibilizzazione sul mercato cinese."
( Fonte italian.cri.cn )
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