Ricevo in anteprima, l'Editoriale di maggio del Direttore del Mio Vino, il dott. Gaetano Manti, che porto alla vs attenzione, cari amici lettori.
Un tema che non potrà non scatenare polemiche e diversi punti di vista, come è giusto che sia, quando gli interlocutori hanno già avuto scontri e beghe in passato, finite in un'aula di Tribunale.
Buona lettura
Roberto Gatti- 17-04-2009-
" Nel giorno di apertura del Vinitaly, mentre migliaia di produttori lavoravano sodo negli stand della fiera di Verona per entrare in contatto con la crema degli operatori commerciali e degli appassionati consumatori, Franco Maria Ricci, signore e padrone dell’AIS, rilasciava una clamorosa intervista al Mattino di Napoli. Il pezzo apriva con una affermazione durissima: “La conoscenza del vino in Italia è a livello di analfabetismo” per poi ribadire che “..in Italia su 52 milioni di persone solo tre milioni possono considerarsi conoscitori della materia”.
C’è da chiedersi di quali straordinari mezzi possa mai godere il Ricci per produrre statistiche di questo livello. O forse c’è da chiedersi se queste affermazioni non indichino una irresistibile propensione a dare i numeri. Qualunque sia la genesi di questi numeri, il Ricci li usa per sviluppare un ragionamento davvero esilarante.
Il suo discorso infatti prosegue affermando che “..tutte queste degustazioni a catena, con centinaia e centinaia di etichette, rivolte a un pubblico con minime conoscenze di base, al Vinitaly come altrove, non sono che bevute in compagnia. Far assaggiare a chi non capisce è pure controproducente.”. Il grande Ricci, che si definisce “educatore dell’arte del bere giusto” e crede veramente di esserlo, propone subito la sua soluzione del problema affermando: “Cosa fare? Magari far partecipare alla degustazione solo chi ha alle spalle un corso di almeno un anno, un anno e mezzo”. Insomma è come proporre una patente per chi vuole assaggiare i vini.
Magari meglio se rilasciata dalla organizzazione che Ricci controlla.
Che Iddio ce ne scampi e liberi! Davvero meglio restare nel gruppo dei 49 milioni di italiani che Ricci giudica analfabeti e ignoranti, gruppo al quale mi onoro di appartenere perché è fatto da gente che ama il vino e lo assaggia per capire se gli piace o meno. Senza tanti fronzoli e senza tirarsela tanto come fanno spesso gli esperti educatori. Soloni ed esperti capaci si scovare in un vino sentori di catrame, di sudore del cavallo o di sterco del cammello !!!!!!!
Gli stessi che, come Franco Maria Ricci, hanno per anni degustato e magnificato etichette di Brunello di Montalcino senza accorgersi che erano taroccate con percentuali significative di vini non ammessi dal disciplinare.
Con i migliori complimenti per il maestro da parte di tutti noi, ignoranti e analfabeti.
Gaetano Manti
L'articolo in oggetto qui :
http://www.bibenda.it/upload/news/00242_file.pdf
Tag: Vinitaly, Ais, il mio vino, manti, ricci, bibenda