Si passa da spiaggie magnifiche e vigneti a ridosso del mare, fino a vette innevate di oltre 800 mt s.l.m. che ritroviamo sull’ Etna.
Percorrendo la strada che da Palermo porta a Cefalù, possiamo scorgere alla nostra sinistra un mare stupendo, e volgendo lo sguardo a destra sulle Madonie, ci sembrerà di essere in Trentino, con una differenza climatica o meglio, per dirla in gergo tecnico, con una escursione termica giorno/notte addirittura superiore a quella del Trentino. Potete bene immaginare quali possano essere le diversità dei vini, da una zona all’altra dell’isola, una gemma incastonata nel mare Mediterraneo, tra la penisola Italiana ed il continente africano.
Mi preme sottolineare e porre alla vostra attenzione, in questa occasione, reduce da una quattro giorni pieni in terra siciliana, dopo avere partecipato alla 5° Edizione di Sicilia En Primeur 2008, alcuni aspetti di fondamentale importanza per capire a fondo la realtà siciliana di oggi , marzo 2008.
Esistono, alla prova dei fatti, o meglio “ alla prova del bicchiere “ dei vitigni che in alcuni di questi territori stanno registrando delle altissime “ performance “, in termini di qualità e piacevolezza di beva.
Tra i vitigni importati, a mio avviso, ha trovato il suo abitat naturale, tra i rossi su tutti il vitigno Syrah, che evidentemente regala il meglio in terreni e climi caldi del sud mediterraneo, ed il cabernet/sauvignon che da oltre 10 e piu’ anni ci regala grandi soddisfazioni.
Mentre tra i vitigni a bacca bianca, senza ombra di dubbio, sono da registrare le altissime espressioni del vitigno Viogner di origine francese.
Devo riportare una osservazione dell’enologo Riccardo Cotarella, che molti di voi conosceranno di fama, il quale ha condotto la degustazione En Primeur dell’annata 2007. Quando parliamo di vitigno autoctono, intendiamo parlare solitamente di un vitigno esistente in quel luogo da secoli, ma il vitigno Voigner nelle sue espressioni siciliane diventa tutta un’altra cosa, il suolo ne determina in maniera netta e con grande espressività i caratteri organolettici, fino a diventare Sicilia Viogner.
Cosi come pure il Fiano, che poche aziende hanno iniziato a coltivare e vinificare anche in Sicilia con ottimi risultati, per cui:
si ritengono, in una visione piu’ moderna, autoctoni quei vitigni che caratterizzano il territorio.
Ma ritornando alla mia partecipazione a questa bella manifestazione, organizzata in maniera impeccabile dall’ Assovini Sicilia, Presieduta dal quella persona carismatica e di grande signorilità nei modi e nei comportamenti, che è il Conte Lucio Tasca d’ Almerita, la cui azienda ha avuto il merito di innovazione e sperimentazione di nuovi vitigni internazionali, che hanno fatto la storia degli ultimi 20 anni della Sicilia vitivinicola.
Un grazie sentito anche al dott. Elio Mazzullo ed al dott. Giuseppe Longo, per la loro presenza e collaborazione fornita ai giornalisti durante la manifestazione, cosi’ come a Francesca Impastato della P.R.C., coadiuvata da tutte le sue preziose, gentili e carine collaboratrici.
Come lo scorso anno, la manifestazione ha visto i primi due giorni dedicati ai tours aziendali.
Giudizio sulla stagione
E’ stata assegnata una valutazione dalle 4 alle 5 stelle, a seconda delle zone, che come abbiamo spiegato sopra, sono troppo diverse e variabili.
In generale l’annata 2007 ha prodotto vini di colore blu’ piuttosto che rossi, con molto frutto, eleganza, equilibrio, nobiltà, con gradazioni alcoliche che vanno dai 13 ai 13,7 gr.
Conclusioni
L’Enologo Riccardo Cotarella è rimasto stupito del paesaggio dell’ Etna, letteralmente fulminato da questa realtà, cosi’ come è capitato a me lo scorso anno, tanto da definirlo per certi aspetti: “un paesaggio Lunare“, veramente emozionante, che gli ha ricordato un’altra sola zona, che è il vulcano di Roccamonfina, alle cui pendici viene allevato l’aglianico.
Personalmente, questa annata 2007, la ritengo tra le ultime tre, quella che ha dato i maggiori risultati nelle tipologie bianche, dove ho trovato intensità olfattive, finezze ed eleganze mai riscontrate prima in Sicilia.
I vini rossi sono sempre all’altezza della loro fama e del loro blasone.
Il salto di qualità, lo scatto vincente, a mio avviso, la Sicilia lo ha fatto proprio con questa vendemmia 2007, dove sono stati prodotti grandi vini bianchi, tanto da farci andare, in degustazioni “alla cieca“, in regioni del Nord Italia.
Un plauso a tutte le persone che hanno contribuito alla rinascita del vino siciliano, tra cui mi preme citare il dott. Giacomo Tachis, il Prof. Attilio Scienza, e tutti gli operatori del settore di cui non conosco il nome, la Regione Siciliana che tanto ha investito in questo settore, oggi uno dei trainanti, non solo per il comparto vitivinicolo ma anche per quello turistico.
Un plauso a tutti i viticoltori che con tanta passione, sacrifici e determinazione, hanno portato negli ultimi 10 anni la Sicilia Vitivinicola ai vertici assoluti del panorama nazionale ed internazionale. Potranno all’estero tentare di imitare e copiare i vitigni, ma non potranno mai “ copiare “ il territorio siciliano, il sole, il mare, le tradizioni, la storia e la cultura di questa grande isola, incastonata nel Mediterraneo, incrocio ed incontro di mille culture e popoli.
La Sicilia vitivinicola: un continente racchiuso in un'isola, un continente dai grandi vini, sia rossi che bianchi.
Appena due anni fa scrivevo: Terra di grandi rossi ! Un grande risultato difficilmente riscontrabile altrove !
Alla nostra salute, cari amici lettori, con i magnifici vini della terra di Sicilia.
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