Ha aperto la
sessione dei lavori e l’ha coordinata egregiamente il collega
Bruno Donati giornalista in quel
di Bergamo il quale a ragione affermava che oltre alla qualità, oggi
ormai cosa assodata in ogni regione italiana, quando andiamo a
degustare un vino ricerchiamo anche il "terroir" ovvero il
territorio di origine che è ciò che differenzia un vino dall’altro
pur partendo dagli stessi cloni di viti.
Prendeva poi la parola il prof. Attilio
Scienza docente universitario di Viticoltura che esponeva
in modo coinvolgente ed appassionante la storia dei vitigni di
cabernet e merlot che sono alla base del cosiddetto "taglio
bordolese" spiegandoci come con l’avvento delle ferrovie nel ‘700
sia iniziata la vera rivoluzione nel mondo del vino con un
allargamento dei mercati non solo della bevanda ma anche delle
piante di barbatelle.
Affermava il celebre vivaista Gujot (dal quale prende il nome il
famoso sistema di allevamento della vite) che: IL GENIO DEL VINO E’
NEL VITIGNO. Continuava il prof. Scienza nella sua relazione
storico-scientifica comunicando che nel periodo inizio-fine
fillossera, il tragico insetto che distrusse quasi totalmente il
vitigno europa, esistevano circa 90 varietà di vitigni ma da noi in
Italia arrivarono solamente quelli di alta qualità: cabernet/sauvignon,
cabernet/franc, merlot e questi vitigni con l’introduzione del T.B.
(taglio bordolese) sono stati una vera occasione per aumentare la
qualità dei vini all’epoca prodotti.
Oggi ci possiamo confrontare con tutto il mondo con questi vitigni e
non devono essere, come lo sono stati in passato, vitigni da
correzione. Il convegno proseguiva con la relazione del dott.
Giacomo Tachis, il padre del famoso e pluridecorato Sassicaia, il
quale affermava che in enologia è quanto mai importante effettuare
una selezione accurata dei vitigni per ogni zona e quindi bisogna
studiare molto bene la natura in quanto, con il tempo i vitigni si
adattano al suolo in cui vengono impiantati. Infatti solo in certe
zone un vitigno manifesta la sua qualità: è la zona ed il clima che
determinano la qualità piu’ o meno grande del vino prodotto. La
differenza dei grandi vini di Bordeaux stà nel fatto che qui i vini
prodotti hanno dei tannini "aristocratici" ed una grande personalità
olfattiva.
L’Europa tutta in questo settore è all’avanguardia rispetto ad altre
zone emergenti quali Cile, Australia, Stati Uniti ecc. in quanto ha
un valore aggiunto che nessun’altro può vantare: secoli di storia,
cultura e tradizioni. Concludeva la sua affascinante relazione con
questa frase: il vino è un quadro che ha bisogno di tanti colori.
Quindi alla domanda posta: IL Sassicaia fenomeno esportabile?
Implicitamente ha risposto che non è possibile in quanto ogni
terroir esprime le proprie peculiarità uniche e diverse da ogni
altro.
Da un punto di vista piu’ umano e personale mi ha coinvolto
emotivamente la storia raccontata da un piemontese il sig. Giulio
Bertrand che andato in pensione dalla sua primaria attività, si è
voluto misurare ed appassionare alla viticoltura ed olivicoltura in
Sud-Africa acquisendo terreni ed impiantando ex-novo vigne ed olivi.
Dopo un accurato studio dei terreni e del clima da parte di
ricercatori universitari ha provveduto ad impiantare e coltivare le
piante producendo ora un vino da T.B. ed un olio extra vergine di
oliva, che a quanto mi hanno comunicato sono di ottima qualità.
Nel pomeriggio si è dato inizio alle libere degustazioni degli oltre
100 vini tutti da T.B. Ne ho assaggiati circa 10/12, non troppi a
dire il vero, ma dovendo poi mettermi alla guida ho pensato bene di
limitare……! Ho visto un capannello di persone accalcarsi vicino ad
una bottiglia di vino ed il sommelier mi comunicava che aveva
ricevuto disposizioni di stapparne una ogni ora. Stavo
allontanandomi perché sono allergico a tale stato di cose, ma mia
moglie che era con me, mi consigliava di aspettare pochi minuti che
alle 15 in punto la tanto attesa bottiglia sarebbe stata stappata.
Si tratta di un supertuscan, il supertuscan per antonomasia, il piu’
famoso italiano nel mondo, il piu’ ricercato, inseguito e pagato.
L’ho visto in qualche enoteca a 90/100 euro al pezzo ed allora la
curiosità mi ha preso il sopravvento. L’annata in questione era la
2002, al naso i profumi erano fini ed intensi, di buona qualità, ma
la vera delusione è stata quando l’ho degustato con molta
attenzione: tannini duri, verdi, un vino di media qualità per il
quale non sarei disposto a pagare piu’ di 7/8 euro e vi garantisco
farei pure fatica a finire la bottiglia. Allora ho fatto delle
riflessioni e considerazioni che vi scrivo, cosi’ che ognuno di voi
abbia modo di valutarle, fare le proprie considerazioni e trarne un
proprio convincimento.
Qualcuno dei presenti alle mie osservazioni mi faceva notare che
questo vino non è da bere subito ma è stato ideato per essere
conservato 20 anni ed oltre. Mi sono chiesto allora: quanti di noi
appassionati e cultori del vino hanno la cantina appropriata, per
conservalo al meglio; e chi inoltre è in grado di aspettare oltre 20
anni. No non credo che le cose stiano esattamente cosi: credo che
questi siano vini saliti nell’olimpo degli Dei in tempi in cui la
facevano da padrone nel mondo vinicolo italiano e mondiale, ma ora
se ne trovano a iosa di vini come e migliori di questi, con dei
prezzi sicuramente piu’ appropriati al valore intrinseco della
materia contenuta all’ interno del vetro.
Tra i 10/12 assaggi effettuati in quella occasione ho trovato almeno
3-4 vini sicuramente migliori dal punto di vista sensoriale e di
piacevolezza, ed in particolare un vino marchigiano che si è
impresso nella mia memoria olfattiva-gustativa.
Il supertuscan me lo sono già scordato e vi garantisco che tra di
noi non è scaturito amore a prima vista. Credo siano veramente
finiti i tempi in cui si inseguivano le etichette famose, costose e
blasonate, vuoi per l’avvento della crisi post-euro, vuoi per un
innalzamento generale della qualità di molti vini e soprattutto
della cultura enologica di molte persone appassionate ed addetti ai
lavori.
Grazie cari amici lettori della vostra attenzione e come al solito:
Prosit con i magnifici vini italiani dal taglio bordolese, ma non
con il Supertuscan meglio lasciarlo a chi ama guardare le etichette
e mostrare le bottiglie agli amici, anziché berle e goderne del
contenuto!
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Roberto Gatti
sommelier degustatore
Codigoro (Ferrara)
Email:
gatti-roberto@libero.it
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