In
diverse zone, oggi si tende ad effettuare "vendemmie tardive", con la
convinzione che un ritardo di giorni o settimane provochi sempre un
aumento nel grado zuccherino e negli aromi varietali: non è sempre così e
accade, per alcune cultivar, che all'aumento di zucchero non corrisponda
affatto un incremento nei composti tipici della varietà di vite.
Occorre vendemmiare l'uva quando è
matura ma la maturità tecnologica (si ha quando il frutto ha raggiunto il
maggior pregio nella concentrazione di contenuti caratterizzanti) non
sempre corrisponde con quella fisiologica (che si ha quando i semi sono
maturi e in grado di riprodurre una pianta di vite). Si utilizzano vari
calcoli per valutare la maturità dell'uva e tra questi, l'indice di
maturazione, dato dal rapporto tra zucchero e acidità totale, e viene
adoperato anche il rapporto tra grado rifrattometrico e acidità totale.
Operando le misurazioni per alcuni giorni consecutivi, si procede alla
vendemmia quando gli indici mantengono valori costanti. In qualche
circostanza, per esempio nelle zone meridionali calde e molto esposte al
sole, si può pensare, talora, di anticipare la raccolta, per evitare che
l'eccesso nei gradi zuccherini porti impedimento alla fermentazione;
inoltre, è preferibile anticipare in presenza di piogge precedenti la
vendemmia, o con uve malate o danneggiate.
Riconosciamo tre periodi vendemmiali:
agosto-settembre (I°), settembre-ottobre (II°), ottobre-novembre (III°).
Nel I° periodo si vendemmiano le uve a maturazione precoce come il Pinot e
il Moscato, nel II° periodo si vendemmia, in genere, la maggioranza delle
uve e tra queste il Barbera e il Sangiovese. Un vitigno a maturazione
tardiva è il Nebbiolo.
La vendemmia può essere manuale o meccanizzata. La vendemmia manuale,
in teoria, dovrebbe assicurare una migliore qualità dei prodotti. Pensate
che, un tempo, si consigliava di effettuare la vendemmia in due-tre tempi,
per raccogliere solo i grappoli veramente maturi e solo gli acini di un
grappolo con determinate caratteristiche; i vendemmiatori venivano muniti
di tre recipienti: per l'uva eccellente, per l'uva "normale" e per gli
scarti. Oggi, i problemi maggiori relativi alla vendemmia manuale, si
riscontrano nella ricerca e nei costi da sostenere per la mano d'opera
specializzata (utile, tra l'altro per l'operazione ben precedente del
"diradamento", su cui varrà la pena di soffermarci in altro intervento).
Le "agevolatrici di raccolta" non sono vendemmiatrici ma eseguono il
convogliamento e lo stoccaggio del prodotto mentre i grappoli sono
staccati da operatori a piedi o collocati sull'agevolatrice.
Per quanto riguarda la vendemmia meccanica
vera e propria, occorre affermare che i francesi ci sono arrivati prima di
noi e, ancora oggi, il divario è importante: in Italia operano mille
vendemmiatrici contro le quindicimila della Francia.
La vendemmia meccanica oggi offre buoni risultati in termini di
qualità del lavoro, prodotto ottenuto, rapidità del lavoro, raccolta
notturna e riduzione dei costi soprattutto in presenza di superfici ampie
su cui operare (e in Italia non accade sempre). Inoltre, una certa
importanza hanno i sistemi d'allevamento utilizzati e adatti alla
vendemmia meccanizzata. Accade che i viticoltori, legati per tradizione,
per costi e per opportunità d'impiego a determinati sistemi d'allevamento,
non intendano cambiare e andare verso i sistemi d'allevamento più adatti
alla vendemmia meccanica come sono "Controspalliera" e "GDC", mentre la
"pergola" rimane la forma più difficile da meccanizzare. Sulla
controspalliera è possibile operare con sistemi di raccolta meccanizzata a
"scuotimento orizzontale" e sul "GDC" con vendemmiatrici a scuotimento
verticale.
Esistono in commercio due fondamentali tipologie di vendemmiatrici:
trainate, meno costose e con minore capacità produttiva; semoventi, più
costose ma più produttive. Di certo con la meccanizzazione si riduce a
circa 80 ore per ettaro il lavoro della manodopera in vigneto e anche la
resa in termini di qualità è di livello adeguato. Restano i problemi
legati alla "parcellizzazione" della proprietà viticola in Italia e quindi
alla difficile scelta di un acquisto costoso per il singolo viticoltore,
così come la difficile (o impossibile) adattabilità delle macchine a
determinati sistemi d'allevamento. L'impressione che si ricava dagli
ultimi anni di progresso tecnologico è che resterà in ogni modo sempre una
viticoltura, agevolata dai sistemi meccanizzati, ma legata in maniera
preponderante al lavoro manuale.
- Lezione precedente:
La concimazione
- Lezione successiva:
Le malattie
-
Torna alla pagina principale del corso
|