Questo itinerario
inizia idealmente al tramonto, a Pietrarubbia. Sito alle pendici del
Monte Carpegna, questo borgo medievale merita senz'ombra di dubbio una
visita per gustarsi, alle ultime luci del giorno, le curiose formazioni
rocciose della Petra Rubea, che sembra rivivere la leggenda del
passaggio del barbaro Ottone, avvenuta nel V secolo. Dopo essere saliti
fino al Castello di Pietrarubbia ci si dirige verso la strada
provinciale dalla quale si può ammirare un dall'aspetto spettrale,
simbolo di luoghi abbandonati che tuttavia non vogliono morire. Si sale
verso Ponte Cappuccini dove sorge un Convento dei frati francescani
minori cappuccini; fondato nei primi del Cinquecento sui resti di un
ricovero chiamato Lazzaretto.
Il secolare parco del convento è stato trasformato in giardino botanico
che ripropone tutta la vegetazione dell'Appennino. Immaginate il
giardino ricoperto da una sottile coltre nevosa, e sarete immersi in un
ambiente fiabesco. Lasciato Ponte Cappuccini si sale verso Montecopiolo
dove sorgeva il castello della Contea dei Signori Montefeltro. In una
remota conca, a mille metri di altezza, si narra abbia avuto luogo
l'incontro tra Federico di Barbarossa e i rappresentanti dei signori di
Carpegna. Nel presente, Montecopiolo si presenta ancora circondato da
montagne boscose e dalle forme ardite. Un chilometro circa prima
dell'abitato di Villagrande un bivio sulla sinistra porta all'Eremo
della Beata Vergine del Faggio sulla cima del Monte Carpegna.
Ridiscendendo dall'Eremo verso valle si può fare una breve tappa alla
torre di vedetta di Monteboaggine, recentemente restaura dall'Ente Parco
e dalla quale il panorama spazia sulla ripida Costa dei Salti, proprio a
fianco alla torre, ed ai rilievi delle Marche fino alla riviera
adriatica.
L'anima tradizionale e religiosa dell'Eremo
Per secoli ha rappresentato un importante punto di riferimento per i
tanti pellegrini che, una volta all'anno, nel cuore della notte
partivano dalla Valmarecchia e risalivano a piedi, a cavallo o su carri
trainati da buoi, l'allora angusto sentiero, per recarsi in
pellegrinaggio al Santuario dedicato al culto della Vergine del Faggio.
Giungevano in prossimità del lago alle prime luci dell'alba, e da quel
punto in poi il loro cammino era guidato dai tocchi ripetuti e staccati
del "campanone" dell'Eremo
Il presente è soprattutto sport invernale
Gli amanti delle attività sportive non mancheranno di apprezzare la
completa e organizzata attività sciistica locale. Segnaliamo la sciovia
"poggio delle civette", che presenta un dislivello di 145
metri con una pendenza del 24%, e la sciovia "belvedere",
lunga 360 metri. Entrambe le piste sono raggiungibili dall'Eremo. Altre
due piste sono funzionanti ed accessibili dal paese di Villagrande. A
poco piú di un'ora dalla costa, dalla città di Rimini come da quella
di Pesaro, l'amante della neve può praticare il suo sport preferito e
contemporaneamente può ammirare la Valle del Metauro, i Monti Nerone,
Catria, Petrano, la Valle del Foglia, la Valle del Conca, il paese di
Villagrande con dietro la città di San Marino e la riviera Romagnola
fino alle Valli di Comacchio.
Dove mangiare
Segnaliamo il ristorante "Sci" di Villagrande, prima di tutto
perché organizzato per servire due tipologie di clienti. Con un primo
menú, di soli 12 Euro, il ristorante offre un primo, un secondo e un
contorno a base di funghi e carne ai ferri, per tutti quelli che
vogliono un pasto completo e veloce. Con il menú completo, di 25 Euro,
si accontentano anche i palati piú esigenti, attraverso della
cacciagione al salmì (lepre e cinghiale) anticipata da tagliatelle ai
funghi porcini (tel.072278180). La seconda struttura segnalata è il
ristorante "S. Marco", dove per 20 Euro si può ordinare della
tagliata con i funghi porcini e formaggio di fossa, oltre ad una ampia
scelta di primi piatti (tel. 0722/78598). Un altro ristorante di rilievo
è rappresentato dal "rifugio dell'eremo" sito nell'omonimo
luogo. Si tratta di una baita in legno, dove, con 20 Euro, è possibile
mangiare della polenta e della carne di Marchigiana allevata in zona.
henry marinelli
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