25.10.2004 | Eventi

L'intervento integrale di Carlo d'Inghilterra a ''Terra Madre''

"Terra Madre è qualcosa di radicale, qualcosa di collegato alla natura fondamentale delle cose, per vedere il mondo in modo organico." Accompagnato da Alice Waters, vicepresidente di Slow Food International, è giunto al termine della cerimonia di chiusura di “Terra Madre” Carlo d’Inghilterra. Paolo d'Abramo, presente alla manifestazione, ci riporta di seguito l' intervento integrale.

“Terra Madre è qualcosa di radicale, qualcosa di collegato alla natura fondamentale delle cose, per vedere il mondo in modo organico. All’inizio della mia attività a sostegno dell’agricoltura sostenibile sono stato attaccato e c’è voluto tempo perché il resto del mondo si accorgesse che quel che dicevo rappresentava la realtà. I personaggi, tutti i personaggi presenti a Terra Madre hanno contribuito e contribuiscono alla realizzazione di un progetto in armonia con la natura e gli esseri viventi. Oggi questo progetto rappresenta una sfida significativa alle forze della globalizzazione che spingono per rendere omogenei, uguali, tutti i cibi.

L’Agricoltura è un pilastro portante della nostra cultura, il motore della civiltà rurale e non si può ammettere l’esistenza di sistemi agricoli che incidono sulla miseria e sull’umiliazione degli esseri umani. L’incremento demografico dei prossimi anni riguarderà soprattutto i posti più poveri della Terra e già oggi, per citare un esempio, in un quartiere povero di una grande città del mondo che non cito perché ho enorme rispetto di quel popolo, vivono in condizioni d’illegalità, e in meno di 4 km2, 800.000 persone con meno di 15 anni.

Nel mondo, nonostante le migliori intenzioni di molti, la conseguenza della globalizzazione è una crescente insostenibilità e invece, si devono globalizzare le responsabilità. Sono portato a dubitare che gli Organismi geneticamente modificati rappresentino un contributo positivo all’umanità. La fiducia riposta in questi da alcune persone rappresenta un pio desiderio o la rappresentanza d’intersi di parte? Manipolare l’Agricoltura è, nella migliore delle ipotesi, un’attività incerta. Se tutto il denaro investito nelle biotecnologie e gli OGM, fosse andato a sostenere le colture tradizionali presenti avremmo registrato un progresso eccezionale.

L’agricoltura contadina è oggi, la custode della biodiversità mentre gli industriali affermano che solo con la ricerca si possono nutrire milioni di persone. Non è così. Un recente studio della FAO.

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In diversi Paesi, a Cuba, in Kenya, in Pakistan, in Etiopia e in altri ancora le coltivazioni biologiche portate avanti da agricoltori locali hanno aumentato le produzioni annue rispetto ai sistemi tecnologici. L’identità culturale ha le sue radici nella lavorazione della terra, le tecnologie ne aumentano la spaventosa urbanizzazione ed impediscono all’uomo il contatto con la natura”.

Nel mondo sviluppato stiamo invece creando un sottoproletariato impoverito dal punto di vista nutrizionale, allevato con i fast food ed un futuro inquietante. Dicono che il fast food sia un cibo economico ma i costi umani ed ambientali sono esclusi dai calcoli. Un plauso doveroso va quindi all’energia incessante di Carlo Petrini, Slow Food è cibo tradizionale, cucina locale. Con un paragone che mi è caro, vorrei dire che lo stesso si può applicare agli edifici che rappresentano il senso di comunità ed il radicamento. Non vogliamo avere blocchi di cemento anonimi né acquistare cibo spazzatura. Sostenibilità e naturalità sono meglio delle mere convenienze per mantenere il nostro equilibrio. John Ruskin ha detto che la cultura senza arte è brutalità, io sono convinto che la profonda conoscenza della matrice locale sia fondamentale e voi rappresentate l’agricoltura veramente sostenibile.

Paolo d'Abramo
Responsabile scientifico
Enologia e Viticoltura

Vinit.net
dabramo@vinit.net
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