23.11.2005 | Cultura e Tradizioni

L'assaggiatore d'olio

Settimana particolare per il rilancio del prodotto tipico. A margine del convegno della Coldiretti, dove più voci hanno ribadito la centralità della qualità, tante le iniziative volte a promuovere uno dei settori che potrebbe rilanciare la nostra economia. Il prodotto D.O.C o D.O.P garantisce qualità e un forte impatto sulle condotte alimentari, spesso fuorviate dalla presenza in commercio di merce scadente anche se a buon prezzo. Se è sul piano qualitativo che all’agricoltura italiana spetta il primato europeo, il settore vive profonde crisi.

Nonostante i dati confortanti le aziende, in primis quelle a carattere familiare, sperano in un’azione politica che le agevoli ma anche a tecniche di promozione volte ad allargare un mercato che è ancora di nicchia. Significativo dunque l’impegno di Dario Duro che attraverso l’associazione maitres italiani organizza periodicamente incontri tematici a scopo didattico e promozionale. Come quello che ha fatto conoscere meglio una figura in ascesa, l’assaggiatore d’olio.

Michele Tricomi, presidente dell’associazione Oleum, periodicamente organizza corsi specializzati per apprendere le tecniche di assaggio al fine d valorizzare un prodotto naturale indicato da dietologi e nutrizionisti come base per una corretta alimentazione. Tricomi ha spiegato l’importanza dell’esperto di olio, un’attività da numerosi intellettuali ritenuta un vera e propria arte e che prevede un lungo tirocinio e una grande sensibilità al gusto. Un lavoro la cui finalità è quella di garantire la qualità dell’olio.

“L’olio che troviamo in commercio è chimicamente perfetto, ma risulta da miscele di più varietà di diversa provenienza. Un buon olio è garantito dal marchio. Sicuramente è più costoso ma la differenza è evidente anche per i palati meno fini”. Un olio può costare fino a 60 euro a bottiglia, una cifra poco accessibile ma molto minore rispetto ai vini, che godono di un successo culturale e commerciale maggiore. C’è da dire che le imprese produttrici di olio soffrono la mancanza di una politica commerciale tesa al consorzio ripiegando spesso su logiche familiari asfittiche. Se la politica darà una mano ai produttori, le stesse aziende dovranno ripensare al mercato. Puntando sulla qualità e su coloro, come gli assaggiatori di olio, che sul campo sono impegnati a diffondere una cultura del prodotto di qualità.

di Rocco Caruso

Fonte: Campaniasuweb.it

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