L'ingresso della nuova
entità non è tuttavia recentissimo poiché si è costituita circa un anno fa
a seguito di divergenze interne al consorzio presieduto da Mariangela
Grosoli. “C'erano opinioni diverse sulle strategie da seguire – spiega
Remo Romeo Velani, presidente del nuovo consorzio – come ad esempio
la produzione certificata, cioè quella che viene eseguita nel rispetto del
disciplinare depositato presso l'Unione europea per ottenere l'Igp,
l'Indicazione geografica protetta, un requisito indispensabile”.
Velani, che in passato ha diretto per dieci anni presso il Dicastero
agricolo l'Ente nazionale vini (occupandosi del rilancio della bevanda
dopo il crollo di mercato dovuto al ritrovamento di metanolo in alcune
partite di vino), evidenzia un altro elemento che ha portato nove aziende
ad uscire dal 'vecchio' consorzio. “C'era, secondo noi, la necessità di
maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori e delle istituzioni in
rapporto alla tracciabilità ed alla provenienza dei mosti – precisa – ma
andavano anche chiarite regole e rapporti tra soci, da consolidare nel
rispetto delle normative esistenti nell' indicazione sulle etichette dei
prodotti. Rispetto delle regole, quindi, che debbono essere uguali per
tutti”.
L'intero mercato dell'Abm è complessivamente di 500mila ettolitri, 400mila
dei quali sono prodotti a Modena. Il 70% della produzione va all'estero
(Stati Uniti, Germania, Francia, ma anche in Canada e Asia) e il comparto
ha un incremento annuo del 10%. “Pur avendo diverse vedute, come consorzi
abbiamo un importante elemento di coesione, cioè la volontà di ottenere l'Igp
– sottolinea Velani – il che significherebbe per tutti produrre con mosti
provenienti dall'Emilia Romagna. In questo senso c'è accordo da parte di
tutti i produttori per ottenere il prestigioso marchio, con vantaggi
concreti per i viticoltori del nostro territorio che diventerebbero i
fornitori esclusivi di mosto”.
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Il favore che sta
incontrando il noto condimento è tale che ci sono già produttori in
Cile ed in
Brasile e l'espansione dell'aceto è superiore
addirittura al vino. |
“Dobbiamo fare presto –
conclude Velani – perché un decreto ministeriale del 2000 ha stabilito che
dall'aprile 2005 sarà vietato fare uso della denominazione Aceto
Balsamico di Modena e per superare questa situazione abbiamo bisogno
di coinvolgere gli agricoltori, le associazioni e le istituzioni a tutti i
livelli”.
Claudio Ferri
Fonte:
Il Resto del Carlino |