Presenti nomi importanti della viticoltura italiana.
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La Sicilia ha il clima ideale per il vino di qualità. Avete perso negli anni passati più di un'occasione per essere competitivi ma ora state recuperando il terreno perduto. Insomma le aree più vocate al mondo non potranno ignorare la Sicilia. Anzi nell'Isola troveranno un concorrente temibile. E poi, basta con l'immagine di una terra pericolosa, perché quest'immagine non corrisponde alla realtà. Elogi, considerazioni e qualche consiglio, da parte dei titolari delle cinque aziende del Nord Italia che hanno investito in Sicilia, sono il bilancio del talk show dedicato al "caso Sicilia" nell'ambito della rassegna Inycon che si è svolta da venerdì 6 a domenica 8 luglio a Menfi, in provincia di Agrigento. Sul palco, davanti a una platea attenta, si sono intrattenuti grandi nomi dell'enologia nazionale: da Gianni Zonin, presidente della Zonin a Paolo Marzotto, presidente della Santa Margherita; da Fabio Rizzoli, amministratore delegato della cantina Mezzacorona a Emilio Pedron, amministratore delegato del Gruppo italiano vini (Giv); fino ad Augusto Reina e Gianfranco Caci, rispettivamente presidente e direttore generale della Illva di Saronno. Tutte aziende che in varie parti dell'Isola hanno acquistato terreni o rilevato aziende, come la Illva ha fatto prima con la Florio e ora con la Corvo-Duca di Salaparuta. A fare gli onori di casa nell'affollato cortile di Palazzo Pignatelli il sindaco di Menfi Vincenzo Lotà e Diego Planeta, presidente della Settesoli (Comune e cantina sono gli organizzatori di Inycon) mentre il talk show è stato affidato ad Antonio Calabrò, direttore editoriale del Il Sole 24 ore ed a Pino Khail, direttore di Civiltà del bere. Giro di domande brevi, interventi sollecitati dalle domande di Calabrò, il dibattito è stato acceso da Fabio Rizzoli spiegando che "sì, un po' di preoccupazione c'era prima di sbarcare in Sicilia" perché "troppi eventi hanno raffigurato la regione in modo negativo. Nulla di più falso - ha aggiunto Rizzoli - qui abbiamo trovato un'accoglienza straordinaria e gente molto laboriosa". Fabio Rizzoli, la cui azienda ha rilevato 260 ettari nel territorio di Sambuca, ha anche annunciato che sarà assunta tutta gente della zona e che non sarà trascurato il rispetto del territorio: pertanto sarà abbattuto un blocco di cemento costruito anni fa sul terreno dell'azienda". Paolo Marzotto ha sfatato il mito della lentezza e della burocrazia che blocca lo sviluppo nel Sud. "Per la mia azienda del Siracusano, dove stanno per partire i lavori della nuova cantina (investimento da 24 miliardi), ho ottenuto il permesso del Genio civile in appena tre mesi. Un record. In altre parti d'Italia ci vuole molto più tempo...". Già, ma cosa produrre? Puntare sui vitigni autoctoni come il Nero d'Avola e l'Inzolia o piantare vitigni "internazionali" come il Cabernet Sauvignon e lo Chardonnay? "È una questione stupida - ha subito spiegato Emilio Pedron che ha per il Giv ha rilevato la maggioranza della Rapitalà -. Diciamo la verità: i mercati vogliono vini dai climi caldi. E noi vogliamo produrre un vino che profumi di Sicilia. Se poi è fatto con Chardonnay o con l'Inzolia che importanza ha?". Tutto bene allora? "Sì - ha aggiunto Augusto Reina - però la Sicilia deve migliorare la sue capacità di commercializzazione. Bisogna aprirsi di più, altrimenti, da sola, la qualità non basta. Il successo, anche quello di un vino, non dipende mai da un fattore soltanto". Tuttavia per Diego Planeta anche questo problema è ormai superato perché "chi fa vino buono in Sicilia, lo vende senza problemi". Gianni Zonin ha ripercorso le tappe del suo investimento in Sicilia ed ha puntato l'attenzione sui temi della globalizzazione: "Se in Cile in tre anni sono stati piantati 30 mila ettari di nuovi vigneti, significa che fra qualche anno il Nuovo Mondo diventerà un concorrente molto temibile". "È vero - ha aggiunto rispondendo a un giornalista -andremo incontro a un problema di sovrapproduzione fra breve tempo che coinvolgerà tutto il pianeta, ma se la Sicilia punterà ulteriormente sulla qualità potrà salvarsi". Il talk show era stato aperto dalle parole del sindaco Lotà che aveva ricordato come il lavoro sinergico fra il Comune di Menfi e tre paesi vicini, ha favorito il ritorno all'agricoltura. Tutto grazie anche all'apertura di uno sportello per le aziende in modo da incentivare quella cultura d'impresa che in Sicilia è mancata per parecchio tempo. E poi Diego Planeta, parafrasando il tema dell'incontro "Caso Sicilia-La California del Mediterraneo", si è augurato che "in un tempo non troppo lontano si sentirà di un convegno analogo negli Usa dal tema: "California-Sicilia d'America". Sarebbe un ottimo traguardo". FONTE: AZIENDA VITIVINICOLA PLANETA |