"In particolare queste
Dop e Igp
evidenziano una consistente disponibilità di produzione pronta ad essere
certificata. In base alle stime effettuate, la produzione di extravergine
disponibile per la certificazione ammonta a circa
116mila tonnellate, pari al 30%
della produzione complessiva delle aree Dop-Igp, e al 18% della produzione
nazionale. Si tratta di un dato rilevante - ha sottolineato
D'Auria - che però, nella realtà
attuale, è ancora ben lontano dall'essere utilizzato se non in maniera
esigua. La quota degli oli effettivamente commercializzati come Dop-Igp,
infatti, copre nell'ultima campagna solo il 4,4% del potenziale di queste
aree".
A livello regionale, la situazione appare piuttosto differenziata. Da una
parte abbiamo il Toscano che copre il 63% della propria disponibilità,
seguito dal Garda, con quasi il 40% e dal Riviera Ligure (28%).
Denominazioni come il Terra di Bari e Dauno, pur disponendo di elevate
potenzialità produttive, si attestano su quote sostanzialmente
irrilevanti.
"Allo stato attuale - ha concluso D'Auria esponendo i risultati della
relazione - se valutiamo il fenomeno nel suo complesso, il principale
vincolo allo sviluppo delle Dop-Igp non è di natura produttiva, quanto
invece legato agli sbocchi di mercato e, in particolare, alle barriere
d'entrata del segmento dell'olio extravergine confezionato".
Fonte:
ISMEA |