09.12.2003 | Vino e dintorni

Indagine Ismea sugli oli Dop e Igp

Presentati il 2 dicembre scorso a Roma, nel corso del convegno Unaprol-Mipaf sulla valorizzazione degli oli Dop, l'indagine Ismea sulle potenzialità delle strutture produttive delle aree Dop e Igp. "Dall'analisi della struttura delle 25 aree con denominazione Dop-Igp - ha illustrato Roberto D'Auria, analista Ismea - emerge, nel complesso, un'elevata potenzialità produttiva".

"In particolare queste Dop e Igp evidenziano una consistente disponibilità di produzione pronta ad essere certificata. In base alle stime effettuate, la produzione di extravergine disponibile per la certificazione ammonta a circa 116mila tonnellate, pari al 30% della produzione complessiva delle aree Dop-Igp, e al 18% della produzione nazionale. Si tratta di un dato rilevante - ha sottolineato D'Auria - che però, nella realtà attuale, è ancora ben lontano dall'essere utilizzato se non in maniera esigua. La quota degli oli effettivamente commercializzati come Dop-Igp, infatti, copre nell'ultima campagna solo il 4,4% del potenziale di queste aree".

A livello regionale, la situazione appare piuttosto differenziata. Da una parte abbiamo il Toscano che copre il 63% della propria disponibilità, seguito dal Garda, con quasi il 40% e dal Riviera Ligure (28%). Denominazioni come il Terra di Bari e Dauno, pur disponendo di elevate potenzialità produttive, si attestano su quote sostanzialmente irrilevanti.

"Allo stato attuale - ha concluso D'Auria esponendo i risultati della relazione - se valutiamo il fenomeno nel suo complesso, il principale vincolo allo sviluppo delle Dop-Igp non è di natura produttiva, quanto invece legato agli sbocchi di mercato e, in particolare, alle barriere d'entrata del segmento dell'olio extravergine confezionato".

Fonte: ISMEA

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