Tra le tecniche di propagazione asessuata più usate la più nota
è la propaggine semplice che consiste nell'inclinare fin sottoterra
un tralcio di vite e facendolo sporgere all'esterno almeno per una gemma:
sul tralcio interrato spunteranno le radici e dopo un paio d'anni si
reciderà il tralcio dalla pianta "madre" avendo così un nuovo individuo.
La propaggine può anche essere "a serpentone" interrando e
sporgendo lo stesso tralcio più volte.
La talea, invece, è un qualunque
frammento di pianta di vite che alle opportune condizioni è in grado di
dare origine ad una nuova pianta. Se per "creare" una talea si usa un
tralcio di un anno si ha una talea ordinaria; se alla base del
tralcio di una anno si lascia un tratto di tralcio di due anni si ha il
magliuolo ( che ha più sostanze di riserva).
L'innesto ha le caratteristiche della
propagazione vegetativa e nel tempo ha assunto progressivamente maggiore
importanza, soprattutto quando, nella seconda metà dell'1800, giunsero in
Europa i grandi mali della vite: Oidio, Peronospora e soprattutto
Fillossera: proprio per quest'ultima l'utilizzo di viti di origine
americana in qualità di portinnesto ( quali Vitis rupestris,
Vitis riparia e Vitis Berlandieri) si diffuse a causa della resistenza
al parassita da parte di opportuni incroci ottenuti tra le specie
d'oltreoceano: in questo modo la parte ipogea ( sottoterra) restò
resistente agli attacchi mentre la parte epigea (all'aria), rimase
caratteristica della specie europea utile per dare frutti da trasformare
in vino; ancora oggi si segue quest'impostazione.
Altre ragioni esistevano anche prima dell'arrivo della
fillossera per l'utilizzo dell'innesto, impiegato per ringiovanire
vecchi ceppi, diffondere qualche nuova varietà, cambiare rapidamente i
vitigni senza dover rifare tutto il vigneto. Tecnicamente l'innesto è la
concrescenza di una gemma sopra un ramo di un altro individuo e le
due parti aderenti si uniscono e crescono insieme. L'innesto può essere
tra organi ancora erbacei oppure tra organi già lignificati e si
avranno quindi gli innesti legnosi.
Gli innesti erbacei hanno
potenzialmente caratteristiche migliori in quanto i tessuti giovani si
saldano meglio tra loro ma possono essere effettuati in un periodo
limitato (maggio-giugno) e devono essere eseguiti in generale nello
stesso giorno in cui la marza, cioè la parte della pianta che porterà i
frutti, viene procurata: la maggiore diffusione degli innesti legnosi fa
capire come le difficoltà sopra esposte siano difficilmente superabili.
Esistono quindi varie tipologie di innesto
anche in funzione del periodo di esecuzione e l'innesto può avvenire "in
pieno campo" o "al tavolo": per esempio, innesti tipicamente estivi,
in campo, sono la maiorchina, il chip-budding e lo spacco
laterale: l'innesto alla maiorchina viene effettuato a gemma dormiente
provocando un piccolo incastro nel fusto ove viene sistemata la gemma che
è stata prelevata dalla marza con un po' di legno. Tra gli innesti
cosiddetti inglesi ha una certa rilevanza solo l'innesto a doppio taglio
ove marza e portinnesto sono d'identico diametro, entrambi tagliati a
becco di clarino, con la stessa inclinazione: se l'innesto è ben fatto
non c'è necessità di legatura. Gli innesti al tavolo si possono eseguire a
mano con il doppio spacco inglese (a costi proibitivi per la mano
d'opera), si ottengono buoni risultati anche con l'innesto a omega
effettuato a macchina : il periodo di esecuzione è nei mesi di febbraio-
marzo e con questa tecnica viene praticato un taglio a forma dell'ultima
lettera dell'alfabeto greco.
Il sovrainnesto o reinnesto della vite
ha una storia molto antica e lo scopo di cambiare la varietà in tempi
brevi senza estirpare e ripiantare il vigneto: si può operare un innesto a
spacco sulla barbatella oppure si può effettuare il chip-budding,
un innesto a gemma fatto nel periodo del germogliamento con la
variante T-bud, qualora venga eseguito a cavallo della fioritura e
con una particolare incisione: la gemma, prelevata in inverno e conservata
in frigorifero, viene inserita con un taglio a scalpello o a T.
- Lezione precedente:
Evoluzione della viticoltura
- Lezione successiva:
Caratteristiche dei portinnesti
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