Il consumatore di vini di qualità infatti, e gli altri clienti
appena citati, per essere "utili" all'azienda,
-
dovrebbero
disporre di informazioni nella propria lingua che sono
rigorosamente accurate e professionali,
-
scritte in
un linguaggio proprio dei settori
vitivinicoli in quei paesi, in particolare in quelli
del New World (qui parlerò dei paesi anglofoni e dell'inglese,
ma lo stesso discorso vale anche per le altre lingue ed i loro
mercati,
-
comunicazione
che gli sembra un originale inglese
invece di un "linguaggio traduzione", e finalmente,
-
un linguaggio
che è in grado di veramente attirare quel lettore, di
invogliarlo a leggere tutto il testo, e - scopo principale! - di
valorizzare gli stessi servizi e vini.
Comunicare
veramente bene al consumatore l'immagine aziendale nonché
informazioni accurate relative ai prodotti è certo della massima
importanza oggi, data la forte concorrenza nel settore.
Lo ha detto bene lo "Speciale: Vino e
comunicazione" in Vignevini, n.10, 2002, p.44:
"Per
l'azienda viticola…diventa fondamentale scegliere
comunicatori professionali che conoscono (…) il
complesso mondo del vino. Oggi, paradossalmente, ci
troviamo di fronte ad un grande professionalismo nella
produzione dei vini e a un grande dilettantismo nella
loro comunicazione". |
Una presentazione
aziendale realizzata secondo le esigenze attuali del consumatore
anglofono costituisce infatti un vantaggio
commerciale di considerevole importanza.
Il vino italiano in traduzione: due
esperienze tipiche
Quella comunicazione non dovrebbe presentarsi come un "inglese preso
dallo scaffale" prodotto cioè da un impiegato d'agenzia con
vocabolario in mano. Ma resta purtroppo un fenomeno che fin troppi
materiali e siti web di aziende vitivinicole italiane dimostrano un
inglese abbastanza sgraziato e addirittura scorretto, una
presentazione che risulta perciò molto al di sotto dei loro
prodotti, ciò che non può che impressionare il lettore/consumatore
in un senso tutt'altro che positivo.
Gentile Sig. Henderson,
Siamo anche noi spiacenti di non poter collaborare con Lei, devo
dire che la Sua professionalità è ottima ed anche la Sua
disponibilità. La scelta è caduta su un'altra proposta di traduzione
solamente per motivi economici, abbiamo infatti ricevuto un
preventivo molto più basso del Suo da parte di una società italiana
con traduttori di madrelingua.
La terremo ugualmente presente per ogni eventuale futura necessità e
Le inviamo i nostri migliori saluti…
A cui ho risposto, qualche settimana più
tardi:
Gentile signora X,
(…) ho visionato la nuova versione inglese del vostro sito web.
(...) mi dispiace veramente farLa sapere che la nuova traduzione
inglese non risulta affatto all'altezza dell'immagine aziendale che
meritate e che sicuramente vogliate. Benché fatta da un traduttore
madrelingua, come Lei mi ha scritto, l'attuale versione sa
decisamente, e disagraziatamente, dell'originale italiano.
Non si presenta come un testo inglese. Di più, è ovunque ovvio che
il traduttore non conosca affatto il settore del vino, commettendo
una serie di errori di terminologia, per terreni, cordone speronato,
concimazione, spollonatura, diradamento verde, agronomico, vasche d'acciao,
affinamento, selezione massale, follatori, barbatelle, disarmonico,
pianta della vite, risveglio della vite, per citarne solo alcuni. Le
stesse osservazioni valgono rispetto alle schede di vino e ai testi
dell'olivicoltura. Come traduttore professionista del settore, mi
duole moltissimo vedere questi risultati deplorevoli. (…)
Caro Dave,
ti ringrazio per la tua mail e scusami se ti rispondo soltanto ora.
Devo dire che è stata una brutta scoperta rendermi conto che la
traduzione del mio sito in inglese era orribile ed improponibile!!
Io non ci avevo mai fatto caso, non l'avevo mai letta! mi ero fidata
di quelli che mi hanno fatto il sito! Mi hanno detto che si
appoggiavano ad una brava traduttrice con la quale avevano già
lavorato. Io ho frequentato il Liceo Linguistico e mi è bastata una
lettura veloce per capire che che la traduzione l'avrei fatta meglio
io!!!...
Volume alto di traduzioni pessime a tariffe
basse
Ogni settimana visiono testi di aziende vitivinicole italiane
tradotti in inglese--brochures, lettere commerciali, siti web,
schede vino, retroetichette, ecc.--moltissimi dei quali sono una
vera vergogna commerciale. Un controllo
recente ha trovato ben 210 siti web di cantine italiane con pagine
in un inglese sgraziato, goffo, e sgrammaticato, tendendo
più all'ilarità che all'illuminazione, per non parlare della
corrispondenza commerciale: colleghi nell'industria vinicola
ricevono ogni giorno lettere quasi inintelligibili, colpa del
pessimo inglese.
L'esistenza di queste "traduzioni fasulle"
è per noi traduttori professionali e specialisti italiano> inglese
un motivo di profondo rammarico ed irritazione. Il cliente italiano,
commissionando una traduzione, non si immagina che il risultato,
invece di valorizzare, addirittura nuocerà all'immagine dell'azienda
e dei vini; è come offrire al consumatore di vini di qualità un vino
da supermercato a €3,00/lt.2. Eppure nel settore delle traduzioni,
succede fin troppo spesso.
E` purtroppo vero che disporre di un'agenzia, di un web designer non
garantisce affatto traduzioni professionali ed accurate. Molte
versioni fornite da agenzie vengono fatte da traduttori non di
madrelingua inglese (malgrado le dichiarazioni al contrario
dell'agenzia - veda Esperienza tipica n.2). Di fatti, gran parte del
mio lavoro consiste nel "riparare" versioni in inglese fatte
precedentemente da agenzie e web designers.
Ciò che attira è che le relative tariffe
sono così basse che pochi riescono a resistere all'affare.
Il risultato però è un "volume alto di traduzioni pessime a tariffe
basse", deformando così il mercato di traduzioni: tali tariffe
vengono considerate la norma. La valutazione della tariffa si deve
basare infatti su ben altri criteri, innanzitutto sulla qualità e
sulla professionalità della traduzione e non solamente sul prezzo.
Molte cantine invece hanno speso poco…e hanno ricevuto esattamente
lo stesso--veda Esperienza tipica n.1.
Un inglese decisamente esotico
Per quanto riguarda le traduzioni fatte da traduttori veramente di
madrelingua inglese ce ne sono alcune che sono perfette, attraenti,
piacevoli da leggere. Molti traduttori di madrelingua però, anche
quelli utilizzati da agenzie italiane, traducono sì in inglese, ma
non per questo sono veri traduttori professionali che sanno il
mestiere. Parlare inglese non equivale sempre a "saper tradurre in
inglese"!
Troppo spesso ciò che esce è un inglese di
qualità mediocre, aderendo fin troppo strettamente allo stile
dell'originale, un inglese insomma che "sa d'italiano".
[Avrete visto sicuramente simili testi tradotti in "italiano" da
altre lingue.] Quello che dovrebbe sembrare un vero originale
inglese si rivela invece un miscuglio di termini inglesi e stile
italiano che si legge con fatica e fastidio, come nell'Esperienza
tipica n.1.
Volete insomma divertire o motivare il
consumatore?
Finalmente, tradurre testi sul vino è una vera specializzazione, ma
spesso, disgraziatamente, non riconosciuta tale. Esiste, come sanno
i professionisti del settore, un linguaggio tecnico del settore
vitivinicolo, della stampa popolare del vino, e perfino delle
retroetichette. E questo linguaggio non si trova entro le copertine
di un dizionario o di un glossario!
Il traduttore non specializzato, anche
quello di madrelingua, beatamente ignaro, cerca i termini proprio
lì, ... e sbaglia di grosso ogni volta. (E' deplorevole
constatare che il Dizionario del Vino Moët & Chandon Edagricole, per
esempio, uno dei più autorevoli glossari del settore, si rivela
pieno di errori nei termini inglesi per la produzione e descrizione
del vino.)
Chi traduce dovrà per forza conoscere a fondo quel linguaggio
tecnico per saperlo adoperare. Altrimenti, etichette, schede,
descrizioni organolettiche, siti web, eccetera, dimostreranno frasi
e termini alquanto bizzarri lasciando perplesso il consumatore
anglofono di vini pregiati, quello mirato dai programmi marketing.
Volete insomma divertire o formare il consumatore?
Entra in lista il traduttore specializzato
Come si spiega il fatto che aziende vitivinicole si avvalgono dei
servizi di importatori, distri-butori, consulenti, agronomi, e così
via, solo dietro prove convincenti di capacità tecnica e lunga
esperienza professionale in campo, ma dall'altra parte accettano i
servizi di traduttori senza la minima prova o indagine? I più di 210
siti web di case vitivinicole con traduzioni in un inglese pessimo
sono la riprova di un processo sbagliato e autolesionista.
Solamente il traduttore specializzato del
settore può far sì che questo "incontro" fra azienda, vino, e
consumatore sia un momento simpatico, informativo, e produttivo.
E che l'azienda vinicola guadagni un contatto importante e magari
duraturo. Così il traduttore va considerato un vero e fidato
componente del programma di marketing della cantina.
Quando è in gioco l'immagine aziendale nei mercati internazionali,
oggi di una concorrenza accanita, c'è troppo in gioco oggi per
accettare risultati mediocri. Un testo promozionale deve subito e
senza fallo attirare, invogliare, "tenere" il lettore: dovrebbe al
minimo dimostrare uno stile vivace e scorrevole, a volte elegante,
perfettamente adatto all'argomento ed al consu-matore/lettore
mirato, un linguaggio insomma sempre azzeccatissimo.
Le tre regole della felicità commerciale
Ma, ci si chiede, come sapere se una traduzone è di buona qualità o
no? se una tariffa economica darà risultati accettabili? o,
viceversa, se una tariffa più alta risulta giustificata o no?
Offro perciò "Le tre regole" per la
commissione di traduzioni.
1. Quando l'azienda sta per
affidare una traduzione, per la prima volta, ad un'agenzia o
traduttore, gli si deve richiedere documentazione precisa e
dettagliata sull'esperienza nel settore vitivinicolo/enogastronomico.
L'essere madrelingua non è affatto sufficiente! Non esitate a
porre le seguenti domande: Per quali e quanti clienti e/o
aziende ha tradotto, e esattamente quali tipi di testi ha
tradotto? Le credenziali dovrebbero dimostrarsi abbondanti non
magre!
2. Si deve richiedere al
traduttore o all'agenzia una prova scritta. Nessun traduttore
professionale rifiuterà di dare ad un eventuale cliente una
breve prova. Gli dovete fornire perciò due brani o campioni, uno
di "narrativa", preso mettiamo dalla storia o dalla filosofia
dell'azienda, l'altro più "tecnico", una descrizione
organolettica o la scheda di un vino.
3. Dovrete poi sottoporre le
traduzioni ricevute al controllo di un vero madrelingua inglese.
Solo così avrete la certezza che la versione è scritta in un
inglese preciso, corrente, e attraente, che non stona, e nel
caso della descrizione del vino, che il linguaggo è quello
richiesto e che "comunica bene" al consumatore anglofono. Nel
caso che non ci sia "a portata di mano" un anglofono adatto,
provate a contattare un insegnante d'inglese presso un liceo o
una scuola di lingue, o forse nella Facoltà di Lingue di
un'università vicina.
Se tutto questo vi
può sembrare un processo troppo gravoso e superfluo dovete
ricordarvi di quanto sia importante al vostro programma di marketing
sia il consumatore internazionale di vini pregiati che l'immagine
aziendale nel mercato internazionale.
Di fronte alla concorrenza d'oggi, che senso ha risparmiare qualche
euro invece di avere la certezza che i vostri vini e prodotti si
presentano al publico internazionale in un modo assolutamente
perfetto e adatto a quel mercato importante?
E mai dimenticate: Scripta manent! E gli
errori pure.
L'autore
di questo articolo |
Dave Henderson, Ph.D.
Italia Direct Traduzioni
The World of Wine & Food
Vino / Viticoltura /
Enomarketing / Enogastronomia / Olivicoltura
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