29.09.2005 | Vino e dintorni

Il vino italiano all'estero: comunicazione e commercio

La maggior parte delle aziende vitivinicole vorrà sicuramente stabilire un rapporto duraturo e di fiducia con il consumatore internazionale - nonché l'importatore, il distributore, il ristoratore, l'enoteca, il wine bar di tendenza -insomma migliaia di consumatori in altri paesi avidi di vini italiani di qualità. E' perciò indispensabile oggi realizzare un mezzo di comunicazione con loro veramente efficace...

Il consumatore di vini di qualità infatti, e gli altri clienti appena citati, per essere "utili" all'azienda,

  • dovrebbero disporre di informazioni nella propria lingua che sono rigorosamente accurate e professionali,

  • scritte in un linguaggio proprio dei settori vitivinicoli in quei paesi, in particolare in quelli del New World (qui parlerò dei paesi anglofoni e dell'inglese, ma lo stesso discorso vale anche per le altre lingue ed i loro mercati,

  • comunicazione che gli sembra un originale inglese invece di un "linguaggio traduzione", e finalmente,

  • un linguaggio che è in grado di veramente attirare quel lettore, di invogliarlo a leggere tutto il testo, e - scopo principale! - di valorizzare gli stessi servizi e vini.

Comunicare veramente bene al consumatore l'immagine aziendale nonché informazioni accurate relative ai prodotti è certo della massima importanza oggi, data la forte concorrenza nel settore.

Lo ha detto bene lo "Speciale: Vino e comunicazione" in Vignevini, n.10, 2002, p.44:

"Per l'azienda viticola…diventa fondamentale scegliere comunicatori professionali che conoscono (…) il complesso mondo del vino. Oggi, paradossalmente, ci troviamo di fronte ad un grande professionalismo nella produzione dei vini e a un grande dilettantismo nella loro comunicazione".

Una presentazione aziendale realizzata secondo le esigenze attuali del consumatore anglofono costituisce infatti un vantaggio commerciale di considerevole importanza.


Il vino italiano in traduzione: due esperienze tipiche
Quella comunicazione non dovrebbe presentarsi come un "inglese preso dallo scaffale" prodotto cioè da un impiegato d'agenzia con vocabolario in mano. Ma resta purtroppo un fenomeno che fin troppi materiali e siti web di aziende vitivinicole italiane dimostrano un inglese abbastanza sgraziato e addirittura scorretto, una presentazione che risulta perciò molto al di sotto dei loro prodotti, ciò che non può che impressionare il lettore/consumatore in un senso tutt'altro che positivo.

  • Esperienza tipica n.1:

Gentile Sig. Henderson,
Siamo anche noi spiacenti di non poter collaborare con Lei, devo dire che la Sua professionalità è ottima ed anche la Sua disponibilità. La scelta è caduta su un'altra proposta di traduzione solamente per motivi economici, abbiamo infatti ricevuto un preventivo molto più basso del Suo da parte di una società italiana con traduttori di madrelingua.
La terremo ugualmente presente per ogni eventuale futura necessità e Le inviamo i nostri migliori saluti…

A cui ho risposto, qualche settimana più tardi:

Gentile signora X,
(…) ho visionato la nuova versione inglese del vostro sito web.
(...) mi dispiace veramente farLa sapere che la nuova traduzione inglese non risulta affatto all'altezza dell'immagine aziendale che meritate e che sicuramente vogliate. Benché fatta da un traduttore madrelingua, come Lei mi ha scritto, l'attuale versione sa decisamente, e disagraziatamente, dell'originale italiano.

Non si presenta come un testo inglese. Di più, è ovunque ovvio che il traduttore non conosca affatto il settore del vino, commettendo una serie di errori di terminologia, per terreni, cordone speronato, concimazione, spollonatura, diradamento verde, agronomico, vasche d'acciao, affinamento, selezione massale, follatori, barbatelle, disarmonico, pianta della vite, risveglio della vite, per citarne solo alcuni. Le stesse osservazioni valgono rispetto alle schede di vino e ai testi dell'olivicoltura. Come traduttore professionista del settore, mi duole moltissimo vedere questi risultati deplorevoli. (…)

  • Esperienza tipica n.2:

Caro Dave,
ti ringrazio per la tua mail e scusami se ti rispondo soltanto ora. Devo dire che è stata una brutta scoperta rendermi conto che la traduzione del mio sito in inglese era orribile ed improponibile!! Io non ci avevo mai fatto caso, non l'avevo mai letta! mi ero fidata di quelli che mi hanno fatto il sito! Mi hanno detto che si appoggiavano ad una brava traduttrice con la quale avevano già lavorato. Io ho frequentato il Liceo Linguistico e mi è bastata una lettura veloce per capire che che la traduzione l'avrei fatta meglio io!!!...

Volume alto di traduzioni pessime a tariffe basse
Ogni settimana visiono testi di aziende vitivinicole italiane tradotti in inglese--brochures, lettere commerciali, siti web, schede vino, retroetichette, ecc.--moltissimi dei quali sono una vera vergogna commerciale. Un controllo recente ha trovato ben 210 siti web di cantine italiane con pagine in un inglese sgraziato, goffo, e sgrammaticato, tendendo più all'ilarità che all'illuminazione, per non parlare della corrispondenza commerciale: colleghi nell'industria vinicola ricevono ogni giorno lettere quasi inintelligibili, colpa del pessimo inglese.

L'esistenza di queste "traduzioni fasulle" è per noi traduttori professionali e specialisti italiano> inglese un motivo di profondo rammarico ed irritazione. Il cliente italiano, commissionando una traduzione, non si immagina che il risultato, invece di valorizzare, addirittura nuocerà all'immagine dell'azienda e dei vini; è come offrire al consumatore di vini di qualità un vino da supermercato a €3,00/lt.2. Eppure nel settore delle traduzioni, succede fin troppo spesso.

E` purtroppo vero che disporre di un'agenzia, di un web designer non garantisce affatto traduzioni professionali ed accurate. Molte versioni fornite da agenzie vengono fatte da traduttori non di madrelingua inglese (malgrado le dichiarazioni al contrario dell'agenzia - veda Esperienza tipica n.2). Di fatti, gran parte del mio lavoro consiste nel "riparare" versioni in inglese fatte precedentemente da agenzie e web designers.

Ciò che attira è che le relative tariffe sono così basse che pochi riescono a resistere all'affare. Il risultato però è un "volume alto di traduzioni pessime a tariffe basse", deformando così il mercato di traduzioni: tali tariffe vengono considerate la norma. La valutazione della tariffa si deve basare infatti su ben altri criteri, innanzitutto sulla qualità e sulla professionalità della traduzione e non solamente sul prezzo. Molte cantine invece hanno speso poco…e hanno ricevuto esattamente lo stesso--veda Esperienza tipica n.1.


Un inglese decisamente esotico
Per quanto riguarda le traduzioni fatte da traduttori veramente di madrelingua inglese ce ne sono alcune che sono perfette, attraenti, piacevoli da leggere. Molti traduttori di madrelingua però, anche quelli utilizzati da agenzie italiane, traducono sì in inglese, ma non per questo sono veri traduttori professionali che sanno il mestiere. Parlare inglese non equivale sempre a "saper tradurre in inglese"!

Troppo spesso ciò che esce è un inglese di qualità mediocre, aderendo fin troppo strettamente allo stile dell'originale, un inglese insomma che "sa d'italiano". [Avrete visto sicuramente simili testi tradotti in "italiano" da altre lingue.] Quello che dovrebbe sembrare un vero originale inglese si rivela invece un miscuglio di termini inglesi e stile italiano che si legge con fatica e fastidio, come nell'Esperienza tipica n.1.


Volete insomma divertire o motivare il consumatore?
Finalmente, tradurre testi sul vino è una vera specializzazione, ma spesso, disgraziatamente, non riconosciuta tale. Esiste, come sanno i professionisti del settore, un linguaggio tecnico del settore vitivinicolo, della stampa popolare del vino, e perfino delle retroetichette. E questo linguaggio non si trova entro le copertine di un dizionario o di un glossario!

Il traduttore non specializzato, anche quello di madrelingua, beatamente ignaro, cerca i termini proprio lì, ... e sbaglia di grosso ogni volta. (E' deplorevole constatare che il Dizionario del Vino Moët & Chandon Edagricole, per esempio, uno dei più autorevoli glossari del settore, si rivela pieno di errori nei termini inglesi per la produzione e descrizione del vino.)

Chi traduce dovrà per forza conoscere a fondo quel linguaggio tecnico per saperlo adoperare. Altrimenti, etichette, schede, descrizioni organolettiche, siti web, eccetera, dimostreranno frasi e termini alquanto bizzarri lasciando perplesso il consumatore anglofono di vini pregiati, quello mirato dai programmi marketing. Volete insomma divertire o formare il consumatore?


Entra in lista il traduttore specializzato
Come si spiega il fatto che aziende vitivinicole si avvalgono dei servizi di importatori, distri-butori, consulenti, agronomi, e così via, solo dietro prove convincenti di capacità tecnica e lunga esperienza professionale in campo, ma dall'altra parte accettano i servizi di traduttori senza la minima prova o indagine? I più di 210 siti web di case vitivinicole con traduzioni in un inglese pessimo sono la riprova di un processo sbagliato e autolesionista.

Solamente il traduttore specializzato del settore può far sì che questo "incontro" fra azienda, vino, e consumatore sia un momento simpatico, informativo, e produttivo. E che l'azienda vinicola guadagni un contatto importante e magari duraturo. Così il traduttore va considerato un vero e fidato componente del programma di marketing della cantina.

Quando è in gioco l'immagine aziendale nei mercati internazionali, oggi di una concorrenza accanita, c'è troppo in gioco oggi per accettare risultati mediocri. Un testo promozionale deve subito e senza fallo attirare, invogliare, "tenere" il lettore: dovrebbe al minimo dimostrare uno stile vivace e scorrevole, a volte elegante, perfettamente adatto all'argomento ed al consu-matore/lettore mirato, un linguaggio insomma sempre azzeccatissimo.


Le tre regole della felicità commerciale
Ma, ci si chiede, come sapere se una traduzone è di buona qualità o no? se una tariffa economica darà risultati accettabili? o, viceversa, se una tariffa più alta risulta giustificata o no?

Offro perciò "Le tre regole" per la commissione di traduzioni.

1. Quando l'azienda sta per affidare una traduzione, per la prima volta, ad un'agenzia o traduttore, gli si deve richiedere documentazione precisa e dettagliata sull'esperienza nel settore vitivinicolo/enogastronomico. L'essere madrelingua non è affatto sufficiente! Non esitate a porre le seguenti domande: Per quali e quanti clienti e/o aziende ha tradotto, e esattamente quali tipi di testi ha tradotto? Le credenziali dovrebbero dimostrarsi abbondanti non magre!

2. Si deve richiedere al traduttore o all'agenzia una prova scritta. Nessun traduttore professionale rifiuterà di dare ad un eventuale cliente una breve prova. Gli dovete fornire perciò due brani o campioni, uno di "narrativa", preso mettiamo dalla storia o dalla filosofia dell'azienda, l'altro più "tecnico", una descrizione organolettica o la scheda di un vino.

3. Dovrete poi sottoporre le traduzioni ricevute al controllo di un vero madrelingua inglese. Solo così avrete la certezza che la versione è scritta in un inglese preciso, corrente, e attraente, che non stona, e nel caso della descrizione del vino, che il linguaggo è quello richiesto e che "comunica bene" al consumatore anglofono. Nel caso che non ci sia "a portata di mano" un anglofono adatto, provate a contattare un insegnante d'inglese presso un liceo o una scuola di lingue, o forse nella Facoltà di Lingue di un'università vicina.

Se tutto questo vi può sembrare un processo troppo gravoso e superfluo dovete ricordarvi di quanto sia importante al vostro programma di marketing sia il consumatore internazionale di vini pregiati che l'immagine aziendale nel mercato internazionale.

Di fronte alla concorrenza d'oggi, che senso ha risparmiare qualche euro invece di avere la certezza che i vostri vini e prodotti si presentano al publico internazionale in un modo assolutamente perfetto e adatto a quel mercato importante?

E mai dimenticate: Scripta manent! E gli errori pure.

L'autore di questo articolo

Dave Henderson, Ph.D.
Italia Direct Traduzioni

The World of Wine & Food
Vino / Viticoltura / Enomarketing / Enogastronomia / Olivicoltura


765 Michael Drive, Sonoma CA 95476 USA
Tel.: 707-938-8729 Fax: 707-939-7299

Potete contattare Dave scrivendo a:
davehen@sonic.net

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