04.04.2003 | Vino e dintorni

Il vigneto adesso si prende in leasing

Il leasing entra nel vigneto: i primi test sono stati fatti con successo in aziende dai nomi prestigiosi come Antinori e Ronchi, poi si è deciso di partire in grande. L´idea di mettere questo strumento finanziario a disposizione delle aziende vitivinicole è venuta ai manager di SelmaBipiemme, del Gruppo Mediobanca, che, per prima in Italia, ha deciso di aggiungere alla sua sfera d´operazioni la promettente nicchia del vino.

La formula è quella classica, che da tempo siamo abituati a veder applicare ad auto o barche. «Con qualche problema in più però - puntualizza Renato Kobau, amministratore delegato della società - perché comprende aspetti tipici dell´agricoltura: dai confinanti ai diritti di prelazione e bisogna tener ben presenti tutte le normative della legislazione agraria». Un´attenzione supplementare che garantisce buoni frutti, visto che, secondo l´indagine di mercato fatta da Mediobanca, ci sono almeno cento produttori di vini di altissima qualità interessati a questa formula di leasing e le cifre sono interessanti, perché ogni operazione parte da un valore base di 500.000 euro.

«Certo - prosegue Kobau - questo non sarà il nostro mercato principale, però è una nicchia interessante, con fattispecie molto particolari. Io mi accontenterei di fare qualche decina di operazioni l´anno». Quindi una scelta che paga e non solo sotto il profilo economico, visto che garantisce un notevole ritorno in visibilità, data l´attenzione del grande pubblico alle vicende del vino. Ma, in pratica, come funziona il leasing dei vigneti? «Ci sono due possibilità - spiega il dottor Kobau - nella prima l´imprenditore ci segnala il vigneto che lo interessa e noi lo acquistiamo per affittarglielo un determinato numero di anni. Al termine di questo periodo l´imprenditore in questione può riscattare la proprietà con una somma pari a circa il 10% del capitale investito.

E se nel podere in questione non ci sono viti, ma altre colture da riconvertire SelmaBipiemme provvede anche alle spese per le analisi del terreno, il rinnovo degli impianti, gli adempimenti fiscali e catastali». «La seconda possibilità, invece - prosegue Kobau - è quella che un imprenditore vitivinicolo abbia bisogno di denaro fresco. Allora ci può vendere un suo terreno e riprenderlo in leasing, così gli resta a disposizione l´introito della vendita». In ogni caso, oltre alle normali credenziali, la condizione di base è una sola: chi vuol fare un´operazione di questo genere deve essere un produttore di vino di qualità.

«E´ proprio la qualità del vino a far sì che questa specie di operazione sia premiante anche in termini di reddito - conclude Renato Kobau - in sostanza l´impresa vitinicola consente di avere un conto economico positivo e a reddito tale che lo strumento del leasing sia conveniente».
v. cor

Fonte: La Stampa Web

px
px
px
px
px
Web agencyneikos
Entra in MyVinit Chiudi
Email
Password
Mantieni aperta la connessione.
Non sei ancora registrato?