Il binomio vino-territorio è indissolubile. E come un territorio deve avere un unico e ben individuabile e riconoscibile prodotto vinicolo di bandiera, così un vino non può essere venduto senza portare con sé quell’alone di suggestioni e emozioni legate alle caratteristiche alla cultura, alle tradizioni e alle produzioni tipiche del suo territorio. A queste, infatti, il consumatore assegna il 70% del valore di una bottiglia (dati Censis). Hanno usato parole diverse, Giulio Somma e Sandro Boscaini, nomi illustri del panorama vitivinicolo italiano, intervenendo al convegno "Terradeiforti e mercato: quali le opportunità per i vini del territorio" organizzato dal Consorzio Tutela Vini Terradeiforti, per raccontare come il successo di un vino sia legato a doppio filo con quello dell’area di produzione. Secondo Giulio Somma, alla luce della ormai consolidata attenzione del consumatore per il prodotto regionale, tanto che le grandi catene predispongono linee di prodotti tipici a marchio proprio, le opportunità ci sono senza dubbio a patto di rispettare alcune condizioni: "occorre eleggere un vino portabandiera, allargando poi l’offerta del territorio. Il che può essere inizialmente un sacrificio ma alla lunga paga, soprattutto per chi ha la fortuna di avere un gran rosso come la Terradeiforti. Poi occorre puntare sulla qualità differenziale, quindi produrre secondo gli standard qualitativi che ormai tutti rispettano, ma aggiungerci un quid che consente al vino di essere riconoscibile nel mare magnum tra le produzioni che affollano il mercato complessivo" ha spiegato l’ex direttore dell’Enoteca Italiana, ora consulente di marketing e comunicazione della Regione Lazio. Qui entra in gioco il territorio "che può trasformare un prodotto in un mito", ha aggiunto Boscaini, presidente di Masi Agricola, deus ex machina del successo internazionale dell’amarone della Valpolicella. "Il fattore umano, la cultura dell’uomo, la sua sensibilità, la tecnica, le interpretazioni del vitigno che sono frutto delle tradizioni locali combinate con il terreno, il clima originano il grande vino", ha proseguito Boscaini complimentandosi con il presidente del Consorzio Tutela Vini Terradeiforti, Paolo Castelletti per la scelta del nome della Terradeiforti che va ad individuare e a racchiudere un territorio che, prima non aveva un'identità propria. Della stessa opinione Alberto Naticchione, sindaco di Norcia, piccolo paese abruzzese di 5000 abitanti, la cui economia è fondata sulle produzioni tipiche e sul turismo enogastronomico: "è fondamentale la qualità e deve essere certificato. Delle 250 aziende agricole del nostro territorio, 150 sono a coltivazione biologica, perché il consumatore è sempre più esigente". Via libera, dunque, allo sfruttamento del valore aggiunto del territorio ma attenzione alla gestione del successo ha concluso Somma: "se ci si fa prendere la mano, aumentando le produzioni si riduce lo standard qualitativo. E’ meglio favorire lo sviluppo dei produttori e mantenere piccoli lotti di produzione". INFO: Maddalena Faedo, ufficio stampa Consorzio Tutela VIni Terradeiforti, 335-7074945 |