Per attuare un progetto di Strade del Vino sarà necessario partire
dall’elemento centrale sul quale esse si basano, i produttori,
coinvolgendoli direttamente e rendendoli protagonisti attivi di un
progetto finalizzato a portare, attraverso l’enoturismo, ricadute
positive sull’economia locale. Queste le principali conclusioni
emerse dal convegno sulle Strade del vino in Friuli Venezia Giulia,
organizzato da Federdoc Fvg a Villa Manin (Ud) per presentare i
risultati dello studio di fattibilità promosso dall’assessorato
regionale all’agricoltura e avviato due anni fa.
Istituite nel 1999 da una legge nazionale (la 268), le Strade del
Vino rappresentano un sistema di offerta turistica che abbraccia un
intero territorio, lungo il quale si collocano cantine, vigneti,
borghi, strutture ricettive, ristoranti tipici, attrattive
ambientali e naturalistiche. “Nelle 85 Strade finora riconosciute in
Italia – ha spiegato il direttore di Federdoc Michele Bertolami -
molti percorsi sono stati disegnati in modo approssimativo, i
finanziamenti pubblici incassati, ma poi non vi è stata la capacità
di gestire in modo attivo e dinamico le attività utili a rendere
viva la proposta enoturistica”. Per non commettere gli stessi errori
e soprattutto per evitare che in Friuli Venezia Giulia si vengano a
creare tante piccole iniziative di basso profilo, prive di un
coordinamento a livello regionale, Federdoc ha voluto realizzare uno
studio per reperire informazioni utili alla progettazione delle
Strade del vino, riunendo in forma organica i dati già a
disposizione e valutando le esperienze delle altre regioni d’Italia.
Condotto da un gruppo di esperti (il prof. Francesco Marangon e
Francesca Visintin dell’Università di Udine per la ricerca e
l’elaborazione dati, lo Studio Montanari per marchio e
cartellonistica, l’Istituto Prospecta per le interviste sul
territorio), lo studio ha portato all’individuazione di un
“disciplinare tipo”, di un marchio e della segnaletica che i
Comitati promotori delle Strade del Vino potrebbero adottare,
realizzando una regolamentazione uniforme sul territorio regionale.
Sono stati proposti una serie di questionari ad aziende
vitivinicole, agrituristiche, specializzate in produzioni tipiche
agroalimentari, imprese artigiane, enoteche, ristiranti, alberghi e
musei, dai quali sono emersi 102 soggetti complessivamente conformi
ai requisiti di legge. Stimolando le aziende ad intraprendere
iniziative di adeguamento realizzabili nel breve e medio termine,
sarebbe possibile estendere la partecipazione al progetto a 217
soggetti.
Ma dove potrebbero sorgere nuove Strade del vino in regione, per le
quali gli Enti locali, i Consorzi di Tutela vini Doc e il Movimento
Turismo del vino potrebbero candidarsi come “soggetti promotori”? La
zona con maggiori prospettive di insediamento è quella della fascia
collinare compresa tra Gorizia e Tarcento, dove si è registrata la
maggior densità di soggetti conformi ai parametri richiesti o
disposti a conformarsi. In regione finora una Strada è già stata
realmente realizzata, quella di “Aquileia”, che potrebbe accogliere
nel proprio distretto i territori Doc costieri delle zone Latisana
ed Annia. “Il lavoro da fare per rendere le Strade un soggetto
funzionante è impegnativo – ha ribadito Bertolami -, non solo a
livello normativo nella stesura del disciplinare, ma anche a livello
informativo e formativo. È importante far capire agli operatori
quali chances di sviluppo porterebbero le Strade in Friuli,
nell’ottica di offrire un prodotto turistico di cui il vino è
solamente il collante e non l’unica attrazione”. Lo studio ha
inoltre evidenziato alcune problematiche relative alla normativa e
agli aspetti fiscali. Tra i primi obiettivi, Federdoc propone di
migliorare la Legge regionale 21/00 che disciplina le Strade a
livello locale, concentrandosi in particolare sulla definizione
degli standard minimi di qualità e del disciplinare e sulle modalità
di finanziamento.
Il convegno, moderato dal giornalista Carlo Cambi, ha visto
alternarsi ai microfoni numerosi relatori: Vanni Tavagnacco in
rappresentanza della Regione, il presidente di Federdoc Fvg Stefano
Trinco, Francesco Marangon dell’Università di Udine, Giovanni
Foffani della Strada del Vino Doc Aquileia, Massimo Bassani per il
Movimento Turismo del Vino Fvg, il consulente fiscale Edo Zorzenon.
Infine Valentino Bega ha presentato l’esperienza della Strada del
Vino e dei Sapori dell’Emilia Romagna, mentre Gabriella Campese ha
illustrato la Strada della Franciacorta. Le conclusioni sono state
affidate all'assessore regionale all'agricoltura Enzo Marsilio.
Per informazioni:
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