Il tour partito da Torino, città dove ha sede in Italia la Diageo,
ha toccato le città di Milano, Trento, Schio, Treviso, Bologna,
Firenze, Pistoia, Prato, Roma, Chieti, Martina Franca, Bari,
Alberobello, Napoli, Catania, Siracusa, Ragusa ed Agrigento. Tutte
queste città sono state tappe del tour perché in esse sono presenti
rinomate enoteche nelle quali si commercializzano i sei
Classic Malts of Scotland. Nella
città di Agrigento l’enoteca “CORONA” di Salvatore Messina è una di
queste.
Le sei etichette che appartengono al Classic Malts sono: il
“Glenkinchie” della regione The Lowands, il “Dalwhinnie” della
regione The Highlands, il “Cragganmore” della regione Speyside
Eastern Highlands, ”l’Oban” della regione Coastal West Highlands, il
“Talisker” della regione Isle of Skye, il “Lagavulin” della regione
Isle of Islay furono lanciate nel 1989 con l’intenzione di offrire
una prestigiosa selezione di whisky di malto proveniente da ciascuna
di queste sei regioni scozzesi ognuna delle quali ha un proprio
clima, una propria cultura ed un proprio metodo di produzione che
esprimono nei loro whisky un gusto ed una complessità aromatica
propria della zona nelle quali sono prodotti.
Il 6 dicembre il tour ha fatto tappa ad Agrigento e qui è stato
accolto da numerosi appassionati di questa bevanda alcolica che con
grande entusiasmo hanno potuto partecipare alle due degustazioni
guidate dalla Sig.ra Ottavia Costanza,
Ambassador (il sommelier del
whisky) della Diageo, dentro un
caratteristico pulman inglese d’epoca trasformato all’interno per
l’occorrenza come un pub.
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Prima della degustazione vera e propria sono stati fatti sentire,
racchiusi in boccettine di vetro, alcuni degli aromi che danno il
profumo ed il gusto al Whisky tra questi: la crusca che lo rende
maltato, o le albicocche secche che lo rendono fruttato, o il cuoio
che lo rende pungente o il cioccolato che lo rende legnoso, o la
lavanda che lo rende fragrante.
Giunti alla degustazione vera e propria i partecipanti sono stati
guidati alla valutazione del contenuto del bicchiere ed è stato
spiegato loro che tre sono le fasi tipiche per gustare appieno il
distillato: l’esame visivo, quello olfattivo e quello gustativo. Nel
primo viene valutato il colore, la trasparenza e la limpidezza. Nel
secondo si cerca di evidenziare eventuali difetti od odori negativi
per poi valutare l’intensità e la qualità dei profumi, da questo
esame si passa alla descrizione;i profumi che esprime un distillato
possono essere descritti in famiglie omogenee e quindi avremo
senzazioni floreali, fruttate, erbacee, vegetali, aromatiche,
speziate, tostate, legnose, torbate ecc.
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Infine si passa alla prova del gusto che si basa sulle sensazioni
dei sapori presenti sulla lingua come ad esempio dolce, acido,
salato o amaro. In questa ultima prova è compresa la persistenza
gustativa, cioè quanto a lungo permangono le sensazioni retronasali
che ampliano e prolungano le sfumature gustative. Una lezione di
gusto di tutto rispetto nella quale oltre a conoscere la storia di
ogni singola distilleria e di come si produce un single malt si è
scoperto anche come questi si possono abbinare a molti piatti della
cucina internazionale.
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Nino Reginella |