Per il vino, invece, è
ancora presto per azzardare conclusioni precise, occorre mantenere
cautela. Le prime previsioni al momento dei primi caldi erano piuttosto
euforiche, poi per molti produttori il morale è calato col perdurare della
siccità in quella che secondo alcuni è l’anno più scarso degli ultimi 45
anni. Anche l’annata 2003 sarà caratterizzata
dalla solita macchia di leopardo, termine usato per indicare gli
alti e bassi della qualità del vigneto Italia. Ad ogni modo, non
potendo generalizzare, parliamo direttamente con qualche personaggio del
mondo del vino per capire esattamente cosa è successo, tenendo presente
che queste mini interviste si sono svolte nei primi giorni di settembre e
quindi tutto può ancora cambiare.
|
"L’acqua degli ultimi
giorni ci ha permesso di avere dei grappoli davvero buoni" - spiega,
con il suo inconfondibile accento Toscano
Giuseppe Sala, dell’azienda rivelazione I Selvatici di
Montevarchi -. “Abbiamo solo effettuato un pò di irrigazioni di
soccorso nei periodi di |
maggior
caldo dove veramente ci siamo spaventati un po’ tutti, ma i problemi
reali quest’anno li hanno in Chianti dove le uve sono grinzose
mentre alcune grandinate hanno colpito a tratti diversi appezzamenti
di terreno”. |
"Su alcune uve siamo in
anticipo di 20 giorni - afferma Maurizio Marino
dell’azienda astigiana Beppe Marino, famosa per l’eccellenza dei
suoi moscati - siamo stati costretti a vendemmiare la mattina presto,
sospendere nelle ore più calde per riprendere subito dopo al calar del
sole. La resa nel vigneto è un po’ bassa – continua Maurizio- e a ciò si
aggiungono le lavorazioni di cantina che causano un ulteriore perdita
nella quantità.
Abbiamo uve dalla
polpa densa e bucce che hanno la tendenza a trattenere liquido.
Comunque, con qualche ritocco ai valori dell’acidità avremo una
qualità molto alta. Per il resto del Piemonte non abbiamo ancora
notizie precise – continua-, |
|
sappiamo
di alcune grandinate con danneggiamenti più o meno lievi e per quel
che riguarda le Langhe ancora si aspetta, o meglio, si prega, perché
in questi momenti è la natura che decide" conclude sorridendo. |
Passiamo in Romagna e
sentiamo la voce di Paolo Cassetta
leader di una delle aziende romagnole conosciute per l’impegno e la
passione: la Ca’lunga.
"La siccità ha causato
il problema principale, ma noi godiamo di terreni fortunati. Abbiamo
sviluppato una potatura per ottenere una bassa produzione con un
successivo leggero diradamento, in modo da ottenere una maggiore
qualità |
|
ed ovviare
al problema “caldo”, che abbiamo affrontato anche con l’irrigazione
di soccorso nei momenti più duri”. La siccità - continua Cassetta-
ha causato parecchi problemi ad alcuni produttori della zona dell’imolese,
dove molte uve si sono bruciate letteralmente". |
Più tranquillità nelle
parole di Valeria Missiroli
responsabile dell’omonima azienda di Cusercoli, nelle colline forlivesi.
"Nessuna irrigazione, ho preferito puntare sulla qualità anche se già
dalle dimensioni dei grappoli, più piccoli rispetto gli anni passati, si
presume una quantità inferiore. Da queste parti - prosegue Missiroli-,
abbiamo visto qualche grandinata ma a quanto pare non ha portato danni
gravi".
|
"Anche da noi la
siccità ci ha costretto ad anticipare la vendemmia di alcune uve di
una decina di giorni - spiega Stefano
Camporesi, appassionato cantiniere dell’azienda Ca’rossa
di Bertinoro. |
In base ai nostri calcoli
– conclude- la quantità subirà un calo del 40 % circa, ma la qualità ci
darà sicuramente delle buone soddisfazioni. Dalle nostre parti c’è stata
qualche grandinata ma, dalle prime voci, pare che non si siano lamentati
danni particolarmente rilevanti".
|