Per gli
Aztechi, il cacao era così sacro che
non solo lo usavano come alimento, ma anche come moneta di scambio.
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Questa storia ebbe
un’importanza decisiva nella denominazione di questa
pianta chiamata, appunto, dal 1720, “Teobroma
Cacao”, alimento degli dèi. Il 1519, era
secondo gli Aztechi, l’anno del ritorno alla terra di
Quetzalcoatl, caso volle che nello stesso periodo arrivò
in Messico lo spagnolo Hernan
Cortes. |
Nel vederlo, avvolto nella rilucente armatura e con l’enorme seguito
di navi e uomini, gli indigeni lo presero per il dio tanto atteso e,
tra i vari regali destinati ad un dio, il conquistador trovò anche
il cacao contenuto in vasi d’oro. Nel 1527, in Spagna arrivò il
primo carico di cacao: la corte spagnola si
rese conto che aggiungendo zucchero, si poteva ottenere una bevanda
deliziosa. Dalla penisola iberica, il nuovo nettare
comincia a diffondersi nei vari paesi del continente europeo.
E fu così che la “bevanda degli dèi”, divenne la
“bevanda dei re”… Col tempo il suo consumo si
diffonde tra le varie classi nobiliari, ma solo dopo due
secoli diventa un prodotto di massa.
Il cioccolato in tavoletta è
un’invenzione più moderna: ci troviamo,
infatti, nel XIX secolo quando il consumo di “pastiglie”
di cioccolato diventa una moda.
L’egemonia di questo prodotto comincia, invece, nel
1875, quando lo svizzero Daniel
Peter mescolò, per la prima volta, il latte
al cacao. |
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È comunque un fatto appurato che la tradizione cioccolatiera rimane
quella catalana. Oggi, non possiamo considerare il
cioccolato esclusivamente una golosità: è un alimento, infatti, dal
grande valore energetico, che apporta benefici sia fisici, sia
psicologici; contiene minerali (fosforo, calcio e ferro), vitamine e
antiossidanti naturali. In quanto a calorie,
20 grammi di cioccolato equivalgono allo stesso contenuto
calorico di uno yogurt naturale zuccherato.
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Un dilemma (comunque sempre
piacevole) degli appassionati di vino
è quello dell’abbinamento.
Il sapore marcatamente dolce e amaro del cioccolato ed
il suo “tessuto” grasso e pastoso gli conferisce un
carattere molto forte, poco aperto al matrimonio con la
maggior parte dei vini. |
Al di là delle solite combinazione da “manuale”,
si potrebbe sperimentare una nuova emozione
con un Pedroximénez invecchiato,
vino che raccoglie in se una componente dolce e allo stesso tempo
amarognola; oppure provare la liquorosità di uno
Olorosos, che può diluire la
pastosità del cioccolato e allo stesso tempo evidenziarne gli aromi
con i suoi profumi provenienti dal lungo invecchiamento.
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