04.02.2004 | Vino e dintorni

Romagna vuol dire qualità

Sabato 10 gennaio si è svolto presso l'Hotel Jolly di Castrocaro Terme una importante manifestazione che ha raccolto 84 aziende tra le più conosciute tra l'Emilia e la Romagna. Sangiovese, Lambrusco, Pignoletto e Albana sono stati solo alcuni dei protagonisti, assieme ai classici internazionali, che hanno attirato un folto pubblico di estimatori.

Molti i personaggi locali del mondo del vino che sono intervenuti alla manifestazione, voluta dalle condotte Slow Food di Forlì, Modena e Reggio Emilia, hanno espresso pareri interessanti per quanto discordi tra loro e che hanno dato modo di riflettere sulla situazione vinicola in Romagna. Molti sono stati i miglioramenti che la Romagna ha raggiunto negli ultimi anni.

Diversi produttori si sono impegnati per portare delle migliorie, non pochi gli enologi che sono intervenuti sulle produzioni romagnole e gli investimenti di immagine sono stati molti. Di conseguenza anche i premi tanto ambiti, per quanto discussi, delle guide sono arrivati.

Il Gambero Rosso quest'anno ha consegnato i due bicchieri rossi come i tre bicchieri a diverse aziende delle colline romagnole, senza dimenticarci della guida dell'associazione italiana sommelier che ha contribuito a premiare ulteriormente i più meritevoli. Grandi risultati e sicurezze che fanno pensare - ed in questo caso tutti gli esperti erano d'accordo - che la romagna potrebbe diventare una regione importante nel panorama vinicolo nazionale.

Forse la vicinanza con la Toscana, che un po' ha insegnato tramite l'opera di enologi che hanno trasferito il loro genio, forse il vitigno Sangiovese che accomuna e la differenza di prezzo - quelli romagnoli costano molto meno rispetto ai toscani - hanno
creato un rimbalzo di interesse per questi vini. Fino a non poco tempo fa, era facile sentir dire che la Romagna non era vocata per la produzione di vini di qualità così come non lo era nemmeno la vicina Emilia riconosciuta solo per il Lambrusco. Argomenti, oggi, non più attuali grazie ai risultati ottenuti con i forti miglioramenti in vigna ed in cantina.

La vitivinicoltura emiliano - romagnola è una realtà nel panorama nazionale che sta dando i suoi frutti e la vetrina del gambero rosso è stata un momento utile per verificare questo cambiamento. Il miglioramento c'è e si vede, così come si notano, però, piccole incongruenze. Ci sono produttori che spacciano merlot e cabernet per vini autoctoni, altri propongono sangiovese in purezza "immerlottiti" accennando all'originalità del sangiovese stesso.

Assaggiando i prodotti di alcune aziende si notano molte similitudini nelle caratteristiche organolettiche, in alcuni si notano addirittura le stesse imprecisioni olfattive. Altre aziende, invece, riescono a mantenere delle caratteristiche proprie, e paradossalmente sono proprio quelle aziende che non si possono permettere l'enologo famoso o, comunque, hanno scelto una strada diversa.

Se pensiamo a come erano le produzione romagnole è evidente che si sono fatti passi da gigante, ma attenzione, perché il rischio ora è di perdere originalità. Vini sempre migliori. Ma attenti a non dimenticare chi siete...

Fabio Magnani, Giornalista enoico
fabiomag@linknet.it - autore del libro
Vini dal Cile Viaggio tra i profumi dei vigneti andini -
Edizioni Delmònt, Ravenna Marzo 2002

 

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