22.12.2003 | Vino e dintorni

Moscato, il nettare del Natale

Virtù dello spumante astigiano che si sposa soave col dolce, ma non solo... Bollicine profumate, fragranze aromatiche ricche di sfumature che ricordano la salvia, il basilico, la frutta dolce e molto altro ancora. Stiamo parlando del Moscato, vino principe delle feste natalizie che, abbinato ai classici dolci di queste festività, ha il potere di rendere piacevole ogni momento.

L'Asti è un Vino a Denominazione di Origine Controllata e Garantita e rappresenta lo spumante aromatico per eccellenza. L'aroma muschiato dall' immediata fragranza, la piacevole e naturale amabilità e la moderata alcolicità fanno dell'Asti spumante un vino dalle particolarità irripetibili.

Il suo aroma intenso e ricco di sensazioni che riportano ai fiori di acacia come al glicine, al miele ed alle spezie come ai fiori di sambuco e di bergamotto, ci catapultano immediatamente nella terra piemontese dove gli elementi che condizionano la qualità di questo vino hanno a che fare col clima, la particolarità del terreno, la sanità del vigneto e, non ultimo, l'uomo.

Quest' ultimo si preoccupa della vinificazione, in modo che il vino conservi il caratteristico aroma dell'uva originale in equilibrio con l'intensità del gusto, diviso tra dolce e giusta freschezza, dominato dallo sviluppo acceso delle bollicine che formano la spuma che amplifica il gusto del vino. Il moscato si presta ad abbinamenti di vario genere, dal classico panettone ai dolci di vario genere fino a raggiungere il brindisi che si affaccia alla finestra del nuovo anno.

Ma il moscato non è solo spumante, può essere appena "petillant" o passito; inoltre, tra la produzione di un' azienda e l'altra, si notano molto spesso, differenze abissali. Distinguiamo i moscati commerciali da quelli prodotti da poche aziende secondo la tradizione astigiana. Di solito questi ultimi hanno un gusto per niente mieloso e, per questo, una piacevole amabilità che ne permette abbinamenti più azzardati, che superano il vecchio sposalizio che vedeva l'Asti rigorosamente con preparazioni dolciarie.

Interessante provare, infatti, un passito di moscato con i molluschi, specialmente se si tratta di ostriche, oppure direttamente con i crostacei assieme a qualche particolare salsina dalla tendenza leggermente dolce. E che dire di un petto di pollo lavorato con erbe fini, glassa ed uva passa?

In Piemonte gli azzardi di questo tipo si fanno da secoli, come amano dire certi produttori di moscato, che indicano piacevole anche l'aperitivo, soprattutto quando questo ha una tendenza più agrumata ed è servito ben freddo. Inoltre, si possono tentare accostamenti anche con salumi dalla tendenza morbida come un lardo o un prosciutto dolce. Gli aperitivi in Piemonte si fanno così, soprattutto laddove la tradizione è rimasta radicata nelle menti di gente che abita posti dove le mode non hanno nessuna presa.
 

Per coloro, però, che preferiscono rimanere sul classico ecco due ricette della tradizione dolciaria piemontese. Per la "Stiacciata al rosmarino" procuratevi 500 grammi di pasta di pane, 300 di uva rosata, 150 grammi di zucchero di canna, 20 grammi di lievito di birra, 100 grammi di gherigli di noce, sale, olio ed un rametto di rosmarino.

Si prepara mettendo in padella quattro cucchiai di olio con il rosmarino tritato. Lontano dal fuoco unite zucchero, noci tritate, un cucchiaino di sale e mescolate. Incorporate alla pasta di pane appena lievitata il composto alle noci e poi i chicchi di uva. Fate riposare per un ora. Dividete la pasta in tre cordoni che annoderete tra loro come una treccia e cuocete in forno a 170° per 45 minuti.

Se invece, volete preparare il Dessert alla panna all'astigiana, procuratevi 5 tuorli e 5 cucchiai di zucchero assieme a 700 ml di panna fresca, 150 grammi di canditi misti tagliati a dadini e 10 grammi di gelatina in fogli. Mettete a bagno la gelatina in acqua fredda per dieci minuti. Montate i tuorli d'uovo assieme allo zucchero fino a renderli chiari e spumosi. Unite la gelatina, i canditi e la panna montata.

Versate in uno stampo e lasciatelo riposare in frigorifero e, dopo due ore, servite.

Fabio Magnani, Giornalista enoico
fabiomag@linknet.it - autore del libro
Vini dal Cile Viaggio tra i profumi dei vigneti andini -
Edizioni Delmònt, Ravenna Marzo 2002

 

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