Ma oltre alle
contestazioni sono stati molteplici anche i pareri favorevoli, sia da
parte di consumatori che da parte di gestori di locali. A questo punto
mi chiedo se molti esercenti stiano lottando come
Don Quijote contro i mulini a vento delle onde modaiole che
periodicamente attraversano ogni città. La moda di un vino come di un
particolare aperitivo inventato li per lì, o la semplice novità di un
locale appena aperto come evento sociale che crea fascino.
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A
testimoniare le mode, sono gli spostamenti in massa di un pubblico,
spesso volubile, da un |
locale ad un
altro, alla ricerca della tendenza più in voga. |
Oramai non si sa più cosa inventare per inserirsi, nel circuito di questo
nomadismo alcolico. Nei confronti dei
bar "classici" dove l'aperitivo è sempre stato professionalità
prima ancora che moda, la concorrenza si svolge a
suon di prosciutti tagliati al volo e forme di formaggio in bella vista.
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Ma tutto questo ha un costo: e da qualche parte queste
spese devono essere ricaricate e così il calice ne patisce un
aumento di prezzo. Per evitare fraintendimenti va chiarito che un
vino potrebbe costare anche dieci euro al calice quando però questi
li vale d'avvero. Ci sono etichette di rango, infatti, che costano
agli esercenti anche 30 o più euro, ed è comprensibile che,
volendolo sbicchierare, il prezzo alla mescita deve essere adeguato.
Comunque sia, sarebbe corretto informare l'avventore del valore
della preziosa bevanda. E ciò presuppone che dall'altra parte del
banco ci siano professionisti che realmente si intendono di ciò che
stanno proponendo, in grado di fornire un valore aggiunto di cultura
enologica legato alla mescita. |
E forse occorre fare
un'altra sottolineatura a tutela dei consumatori - cultori del buon bere:
perché, chi desidera un calice di vino come
aperitivo deve pagare anche per chi, consumando una banale analcolico, si
divora l'intero bancone?
Purtroppo in alcune circostanze la "competizione" si gioca sulla ricchezza
del buffet a scapito della cosa più importante per chi si cimenta col
vino: la competenza sul vino stesso, la capacità di valorizzare la qualità
e l'originalità dei prodotti enologici. In tanti lavorano con passione e
professionalità ma non è raro riscontrare una certa standardizzazione
delle etichette ed una fiacca omologazione delle proposte.
Dall'altra parte della "barricata", dove al bancone degli aperitivi
proliferano abbondanti stuzzichini e assaggi di ogni sorta, c'è però
un'altra figura professionale che comincia ad inquietarsi: il ristoratore
vero e proprio...
Meditate gente,
meditate, e non è solo più una questione di vino.
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