Non mancano, però, i
formaggi caprini, diffusi prevalentemente nelle aree montane, mentre nel
resto dell’isola è più facile trovare quelli vaccini ed ovini. La
regione Sardegna è da considerare come un piccolo caseificio dove
formaggi a pasta molle, a pasta cruda e dura, ed altri ancora, stagionati
in diverse fogge, portano nomi stravaganti come l’ociu
casgiu, il su casizzolu, il
taedda e il
pireddas.
Splendida è la ricotta sarda, prodotta con siero di latte di pecora
o di capra, piacevolmente cremosa e saporita da consumare immediatamente
dopo la sua produzione, magari accompagnata da un vino bianco di media
struttura che non ostacoli la delicatezza della ricotta stessa.
Quest’ultima la possiamo trovare anche stagionata o affumicata, in questo
caso, siamo di fronte ad una pasta compatta dal colore bianco e dal sapore
sapido: da sposare con un vino rosso dalle caratteristiche note fruttate
che meglio esaltano la sapidità. Troviamo, inoltre, piccole produzioni di
formaggi speciali come il Dolce di Macomer
o il Dolce di Bonassai, entrambi dal
gusto particolare.
I Sos giocos de casu, al contrario,
sono destinati ai bambini che si ritrovano nelle mani piccoli formaggi
dalle forme più disparate e giocose. Il così detto
Biancospino, invece, è un formaggio a pasta molle
ottenuto da latte di capra con una stagionatura dai due ai venti
giorni, mentre, il Caprino Ircano
richiede almeno venti giorni per ottenere una pasta morbida e fresca.
Tra le produzioni di formaggi a pasta cruda, troviamo il
Fiore Sardo (caratteristico della
Barbagia), prodotto con latte di pecora coagulato con caglio fresco
d’agnello o di capretto. In questo caso serve una stagionatura di almeno
quattro mesi, che gli dona un sapore lievemente piccante, perfetto da
abbinare ad un vino rosso di medio invecchiamento dalla morbidezza
deliziosamente speziata.
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Magnani
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