Un'esplosione di aromi e sapori
che si intrecciano al ricordo della prima volta in cui sono stati
scoperti da colui che li riporta. Sulle varie disquisizioni, si alza la
voce del commensale che parte dagli antipasti e scivola lungo le righe
del menù, che accenna ai primi piatti, ai secondi e naturalmente ai
contorni eccetera. L'occhio scorre febbrile sulla lista dei vini alla
ricerca di sensazioni da sposare con le intensità dei piatti scelti e,
nella sovrapposizione mentale di schemi e metodi d'abbinamento, tutto si
ferma.
L'eccitazione del momento si stempera nel dubbio della scelta dei giusti abbinamenti con i dolci al cioccolato.
E dal chiasso di sposalizi vari, iniziato dagli antipasti, tutto si acquieta con qualche parola scontata: "rhum, porto, barolo chinato, banyuls,
grandi distillati o eleganti passiti". Qualcuno direbbe:
"le solite cose". Così, sulle solite cose, indugia anche l'interessante lavoro di ricerca alla scoperta di nuove emozioni gustative. |
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Abbandoniamo per un momento, quello che oserei definire, i soliti tecnicismi, e tuffiamoci con animo disponibile in un mondo sotterraneo di sapori sprigionati da accostamenti "diversi", cioè nuovi (giusti o sbagliati che siano). Sto parlando di vini rossi dolci, dalle gradevoli sensazioni fruttate, accompagnate da un grado di dolcezza non troppo intenso attenuato, in parte, da una leggera astringenza tannica.
Tra le etichette provenienti dalla Spagna e che hanno queste caratteristiche incontriamo il Dolç de l'Obac, ottenuto dall'uvaggio di Garnacha, Cabernet, Syrah e Merlot; possiede un corpo vellutato ed un naso elegante e completo di un ventaglio di profumazioni che passano dalle spezie alla frutta passita, avvolte da aromi che ricordano il carbone, il caffè, il cacao. Il tutto ravvivato da lievi sentori fruttati di sottobosco ancora fresco.
Oppure potremmo scegliere il Viña Norte Humboldt della Bodegas Insulares de Tenerife, ottenuto dalle uve Listàn Negro che dominano la produzione vinicola dell'isola spagnola. E, ancora, la Garnatxa Viña Selva de Mar, di grande personalità, ottenuto da uve Garnacha e da sei anni di botte prima della sua uscita; è potente e carnoso, ricco di sfumature olfattive, qualcosa di tannico, con una dolcezza fine e delicata.
La penisola Iberica ha un passato storico che ci riporta a questi vini, una tradizione di secoli che vede vini come il Fondillòn Alicantino, un rosso denso e dolce ottenuto da uve Monastrel, che ebbe un momento di splendore nel XVI secolo (probabilmente era l'antecedente dell'attuale Garnatxas di Ampurdàn). Oggi è oramai in via di estinzione un grande classico di questo tipo di produzione: il Titilla de Rota, dolcissimo e molto concentrato nei colori. |
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In Rioja, non si ha più traccia del Supurau, prodotto fino alla metà del Novecento; ottenuto prevalentemente da uve Garnacha raccolte e selezionate, fatte appassire in appositi ambienti fino a dicembre - gennaio. Si pigiava
ed il mosto fermentava fino a raggiungere i 15 gradi alcolici. Era bevuto dopo due anni di invecchiamento, ma l'apice lo raggiungeva al quinto anno di botte.
Tra i prodotti che sono commercializzati in Italia, è più facile trovare il vino denominato Olivares Dulce Monastrel, prodotto dalla Bodega Olivares, nella zona di Jumilia, poco distante da Alicante. In base all'annata è
caratterizzato da aromi di frutta matura, prugne passite, spezie, caffè e cacao
che si intrecciano con profumi che ricordano le olive: è un vino corposo
con una dolcezza delicata.
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