"Un successo - continua Petrini - per Slow Food e la Regione Piemonte, ma un successo soprattutto per gli espositori, per quei produttori provenienti da tutta Italia e da numerosi paesi esteri che sono stati la vera anima di questo Salone, e sempre più lo saranno in futuro." Ecco quindi i numeri finali relativi all’affluenza: 138.000 persone hanno varcato i cancelli di Torino Lingotto nei cinque giorni della manifestazione. In particolare, 20.000 persone hanno avuto la possibilità di seguire i 311 Laboratori del Gusto e i 5 Comizi Agrari, sedendosi a tavola per degustare 218 tipi di formaggi diversi, 1040 vini e 415 diverse categorie alimentari (per un toale di due tonnellate di prodotti). Nell’Enoteca sono entrate 18.000 persone, per degustare 2.500 etichette, per un totale di 30.000 bottiglie. Slow Food ha tesserato 1.400 nuovi soci, venduto 3.500 gadget e 6.000 libri della propria casa editrice (i più venduti risultano le edizioni 2003 di Osterie d’Italia e Vini d’Italia). Al Salone sono stati distribuiti 70.000 mappe descrittive dello spazio espositivo e 30.000 cataloghi, utilizzati 57.000 bicchieri di vetro per il vino, 7.000 posate d’acciaio, 30.000 tovaglioli di carta e quasi 100.000 piatti di plastica biodegradabile. Per quanto riguarda la Piazza del Buon Paese, i maestri gelatai hanno venduto 9.000 coni gelato, mentre i pasticcieri dichiarano uno smercio di 180 kg di cioccolatini e di 150 kg di crema gianduia. All’interno di questo stesso spazio, nelle tre Osterie, 3.500 persone si sono sedute ad assaggiare un piatto caldo. Ed ecco alcuni dati relativi agli espositori. Nello stand della pasta De Cecco sono stati consumati 700 chili di pasta, mentre Lavazza ha preparato 50.000 tazzine di caffè. Sono stati bevuti circa 60.000 litri d’acqua Valmora e circa 10.000 litri di birra inglese. La focaccia ligure ha ottenuto un’incredibile successo: una tonnellata di focaccia sfornata nello stand continuamente preso d’assalto. I visitatori hanno anche acquistato 700 kg di carne del Presidio della razza piemontese, quella allevata secondo un rigidissimo disciplinare, a dimostrazione che i consumatori, se si sentono garantiti sul tema della salubrità, rispondono molto positivamente e apprezzano le conseguenti qualità organolattiche. Le olive ascolane venivano distribuite in cartocci da passeggio: in tutto 150.000 olive. Ma veniamo ai risultati del Padiglione internazionale, che costituiva la novità e la sfida di questo Salone. Nello spazio delle Cucine del Mondo, lo spazio dedicato alla Turchia ha distribuito quotidianamente 30 kg di kebab, mentre si sono sedute per mangiare alla giapponese circa 800 persone al giorno. Ogni giorno sono state consumate 1000 crepes del Quebec e 6000 pintxos baschi. Grande successo per il Presidio del Chiapas, che ha venduto 300 kg di caffè e distribuito 6.000 tazzine di bevanda calda. Il formaggio Oscypeck, presidio polacco, era esaurito già al terzo giorno. Il Cheddar inglese artigianale si è fatto conoscere nella sua versione più vera ed autentica (200 kg di formaggio venduto), mentre lo stand del salmone irlandese ha esaurito tutte le sue scorte. Anche i Presìdi italiani hanno avuto un successo senza pari: tutti gli stand hanno mostrato grande soddisfazione per il volume degli acquisti e per i contatti tra gli operatori del settore. Per fare qualche esempio, sono stati degustati e venduti circa 75 violini di capra della Valchiavenna. La Robiola di Roccaverano Classica ha esaurito la consistente scorta portata al Salone: 140 forme di sette produttori diversi sono state tutte vendute. 200 barattoli di pomodorini al piennolo portati dalle pendici del Vesuvio sono andati esauriti, così come il quintale e mezzo di alici di Menaica. Egualmente “sold out” il Casizolu e il Caciocavallo podolico del Gargano. Chiudiamo con il dato più importante per il Salone e per Torino: i visitatori dell’edizione 2002 sono arrivati in percentuale rilevante dall’estero, con una rappresentanza che ha fatto della manifestazione torinese una vera ONU del gusto: tutta l’Europa era rappresentata, con la novità dei paesi dell’Est, Russia in testa. Sono tornati numerosi tedeschi, svizzeri, austriaci, francesi e scandinavi. Sono aumentati spagnoli e – soprattutto – inglesi (grazie anche alla ricchissima presenza di espositori del Regno Unito). Ma la vera novità è l’esplosione del “fenomeno Giappone” con decine di giornali e televisioni accreditati al fianco di molti visitatori. E proprio a proposito di giornalisti, anche i dati relativi agli accrediti sono confortanti: 2.200 (+10% rispetto alla passata edizione, quando però molti giornalisti stranieri erano stati ospitati), confermando per i giornalisti stranieri i dati del 2000. L’ultima notizia riguarda gli operatori professionali (ristoratori, importatori, buyers, eccetera): sono stati numerosi, soprattutto dall’estero, incredibilmente in crescita rispetto al passato, e saranno sempre più un elemento caratterizzante dei prossimi Saloni del Gusto. SlowFood.it |