"Questi risultati - ha spiegato Thomas Truelsen, dell'Institute of Preventive Medicine di Copenhagen, non significano che la gente dovrebbe iniziare a bere vino o bere più vino di quanto faccia normalmente. Ma i risultati sono eccitanti perché potrebbero significare che alcune sostanze contenute nel vino riducono la probabilità di insorgenza della demenza. Se questo è il caso, potremmo sviluppare cure o metodi di prevenzione basati su queste sostanze." I ricercatori ipotizzano che i flavonoidi, composti naturali che hanno un effetto antiossidante, potrebbero essere le sostanze responsabili degli effetti benefici. Il vino rosso, per esempio, ha un alto contenuto di queste sostanze. Altri studi hanno suggerito che sempre i flavonoidi potrebbero spiegare la bassa incidenza di infarti e altre malattie cardiovascolari fra i bevitori di vino. Per lo studio, i ricercatori hanno analizzato le abitudini alcoliche di 1709 persone negli anni settanta e li hanno poi ristudiati negli anni novanta alla ricerca di tracce di demenza, quando ormai avevano superato i 65 anni. Nei due decenni, l'83 per cento dei partecipanti ha sviluppato varie forme di demenza. La correlazione fra lo sviluppo di demenza e il consumo di alcol ha mostrato che i bevitori occasionali di birra corrono un rischio superiore alla media. I bevitori occasionali di vino sono risultati invece la categoria meno a rischio, ancora meglio degli astemi. Alcuni esperti del campo hanno però criticato questo studio, perché non sono state prese in considerazione anche le abitudini alimentari. Altri studi hanno infatti trovato interessanti correlazioni fra lo sviluppo della demenza e il consumo di vitamina E. Fonte: LE SCIENZE |