Sui
Tarocchi di Bacchus si veda
questo articolo pubblicato su
Vinit. Nel corso del dibattito sono stati portati alla luce alcuni
aspetti poco noti dell’uso magico, religioso e iniziatico sia
dell’olio, liquido che per i greci era sacro ad Atena, dea della
sapianea, sia del vino, bevanda donata all’umanità da Dioniso, dio
dell’ebbrezza ma anche dell’armonia.
E' sato messo in evidenza il modo in cui le usanze rituali degli
antichi popoli mediterranei (egizi, ebrei, greci e romani) siano
sopravvissute nella civltà europea, trasmettendosi fino ai nostri
giorni sia nelle pratiche religiose sia nelle tradizioni popolari,
sotto forma di giochi e proverbi.
LA LEGGENDA DELL’OLIVO
Un giorno la dea Atena si scontrò con Poseidone per il possesso
dell’Attica. Per dirimere la contesa, gli dei dell’Olimpo promisero
la vittoria a chi avesse creato qualcosa di straordinario. Poseidone
colpì con il tridente la terra dell’Acropoli dove sarebbe poi sorta
la città di Atene, e ne fece scaturire una sorgente d’acqua salata.
La dea Atena, invece, piantò il primo olivo già colmo di frutti e
spremendoli ne fece scaturire uno squisito liquido dal colore
dorato. Da quel giorno gli olivi furono considerati sacri ad Atena.
LA LEGGENDA DELLA VITE
Narra un mito greco che il neonato Dioniso, figlio d Zeus e di una
donna mortale, Semele, dopo essere sfuggito miracolosamente alla
morte fu affidato al fauno Sileno, il quale gli insegnò i segreti
per la produzione del vino. In seguito Sileno, assieme a un festoso
corteo di satiri, fauni e baccanti, seguì Dioniso nelle
peregrinazioni che portarono a difondere la coltivazione della vite
e il culto del vino in tutto il Medieteraneo e, più ad oriente, fino
all’India.
L’OLIVO E LA VITE, SIMBOLI DI CIVILTA’
Il vino e l’olio furono sacralizzati dagli antichi popoli
mediterranei, divennero parte integrante dei riti religiosi ebraici
e, in seguito, entrarono a far parte dei misteri cristiani. Questi
preziosi liquidi, la cui produzione impone lunghe e pesanti fatiche,
non furono solo degli straordinari mezzi di scambio culturale e
religioso tra i popoli, ma furono anche strumenti di civilizzazione.
Per coltivare la vite e l’olivo le campagne cambiarono aspetto: non
più boschi e prati incolti, ma ordinate coltivazioni da accudire
amorevolmente per trarne i frutti migliori. Non a caso queste piante
sono divenute simboli di pace, di conoscenza e di concordia tra i
popoli.
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Giordano Berti
giordanoberti@giordanoberti.it |