20.04.2006 | Cultura e Tradizioni

Gli antichi misteri legati all’ulivo e alla vite

Nel corso di Sol-Vinitaly si è svolto un dibattito sul tema “Atena e Dioniso: l’ulivo e la vite nei riti misterici delle antiche cilviltà mediterranee”. All’incontro hanno partecipato Giordano Berti, storico dell’esoterismo, Gabriel Maria Sala, psicoterapeuta e docente di Antropologia dell'Educazione, e Luigi Scapini, pittore, ricercatore e autore, fra l’altro, di 78 dipinti intitolati “Tarocchi di Bacchus” presentati in anteprima nazionale proprio a Sol-Vinitaly.

Sui Tarocchi di Bacchus si veda questo articolo pubblicato su Vinit. Nel corso del dibattito sono stati portati alla luce alcuni aspetti poco noti dell’uso magico, religioso e iniziatico sia dell’olio, liquido che per i greci era sacro ad Atena, dea della sapianea, sia del vino, bevanda donata all’umanità da Dioniso, dio dell’ebbrezza ma anche dell’armonia.

E' sato messo in evidenza il modo in cui le usanze rituali degli antichi popoli mediterranei (egizi, ebrei, greci e romani) siano sopravvissute nella civltà europea, trasmettendosi fino ai nostri giorni sia nelle pratiche religiose sia nelle tradizioni popolari, sotto forma di giochi e proverbi.


LA LEGGENDA DELL’OLIVO
Un giorno la dea Atena si scontrò con Poseidone per il possesso dell’Attica. Per dirimere la contesa, gli dei dell’Olimpo promisero la vittoria a chi avesse creato qualcosa di straordinario. Poseidone colpì con il tridente la terra dell’Acropoli dove sarebbe poi sorta la città di Atene, e ne fece scaturire una sorgente d’acqua salata.

La dea Atena, invece, piantò il primo olivo già colmo di frutti e spremendoli ne fece scaturire uno squisito liquido dal colore dorato. Da quel giorno gli olivi furono considerati sacri ad Atena.


LA LEGGENDA DELLA VITE
Narra un mito greco che il neonato Dioniso, figlio d Zeus e di una donna mortale, Semele, dopo essere sfuggito miracolosamente alla morte fu affidato al fauno Sileno, il quale gli insegnò i segreti per la produzione del vino. In seguito Sileno, assieme a un festoso corteo di satiri, fauni e baccanti, seguì Dioniso nelle peregrinazioni che portarono a difondere la coltivazione della vite e il culto del vino in tutto il Medieteraneo e, più ad oriente, fino all’India.


L’OLIVO E LA VITE, SIMBOLI DI CIVILTA’
Il vino e l’olio furono sacralizzati dagli antichi popoli mediterranei, divennero parte integrante dei riti religiosi ebraici e, in seguito, entrarono a far parte dei misteri cristiani. Questi preziosi liquidi, la cui produzione impone lunghe e pesanti fatiche, non furono solo degli straordinari mezzi di scambio culturale e religioso tra i popoli, ma furono anche strumenti di civilizzazione.

Per coltivare la vite e l’olivo le campagne cambiarono aspetto: non più boschi e prati incolti, ma ordinate coltivazioni da accudire amorevolmente per trarne i frutti migliori. Non a caso queste piante sono divenute simboli di pace, di conoscenza e di concordia tra i popoli.

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Giordano Berti
giordanoberti@giordanoberti.it

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