Oltre settemila e
cinquecento visitatori hanno affollato lo splendido convento di
San Francesco a Bagnacavallo per la VI edizione
di Figli di un Bacco minore? Tenutasi il 31
maggio, 1 e 2 giugno. Un lungo fine settimana dedicato alla cultura del vino e
accompagnato dalla degustazione di circa mille vini in rappresentanza di oltre
500 cantine di tutte le regioni italiane,e di 325 vitigni autoctoni o di antica
coltivazione oltre all'assaggio di alcuni prodotti alimentari di eccellenza dei
presidi Slow Food, il tutto "condito" con
musica jazz, rendendo ancora più affascinante
il chiostro di San Francesco.
"Figli di un Bacco minore - spiega Alberto Adolfo
Fabbri presidente Slow Food Emilia-Romagna
- è la dimostrazione di come il pubblico abbia imparato ad apprezzare e
valorizzare la biodiversità dei piccoli e piccolissimi vitigni, le piccole
produzioni ma anche i vini che già oggi rappresentano una valida, in molti casi
ottima, alternativa al cosiddetto gusto internazionale". "Il numero crescente
dei visitatori e l'interesse mediatico riscontrato negli anni, - continua il
presidente Fabbri - dimostrano come la salvaguardia della biodiversità e la
valorizzazione della cultura enologica e dei vini meno standardizzati siano
un'alternativa ed una risposta concreta ad una fascia di pubblico in crescita e
ad un nuovo mercato in fase di espansione".
Molte le novità e gli appuntamenti culturali apprezzati dell'edizione da poco
conclusasi: la presentazione del libro edito da Slow Food Editore La vigna, "il
vino e la biodinamica" di Nicolas Joly,
che è stata un'occasione per conoscere da "vicino" la vita e l'attività del
produttore francese e fare il punto della produzione biodinamica in Italia. Da
evidenziare la presenza di due regioni ospiti, la Langue d'Oc e Roussillon
(Francia) che hanno proposto i loro vini d'eccellenza.
Molto apprezzate anche le verticali, in particolare quelle dedicate alla
Ribolla Gialla, al
Banyuls e al Primitivo di Manduria.
Positiva anche la partecipazione di pubblico alla "piccola osteria" collocata
all'esterno del chiostro, dove i visitatori hanno potuto degustare alcuni piatti
caldi come la "svizzera" di bovina romagnola, Presidio Slow Food, e i rigatoni
al sugo bianco di ragù di carne. Questi ultimi offerti dall'Associazione Libera
Terra che produce in Sicilia su terreni confiscati alla mafia.
"Con questa edizione, i vitigni autoctoni e di tradizione italiana non potranno
più essere considerati Figli di un Bacco minore?" - è stato il commento
dell'assessore regionale Tiberio Rabboni,
che ha rimarcato "l'importanza nel panorama nazionale della manifestazione,
evidenziando come dopo molti anni caratterizzati in campo agricolo da
un'incontrollabile spinta verso l'omologazione e l'appiattimento dei sapori in
nome di una falsa modernizzazione, i cosiddetti vitigni minori siano tornati al
centro dell'attenzione grazie all'interesse riscosso dalla rassegna".
"Questa manifestazione - ha sottolineato il sindaco
Laura Rossi - oltre ad essere un significativo strumento per
valorizzare le produzioni di qualità, rappresenta un'importante occasione per
far conoscere Bagnacavallo ad un vasto pubblico che giunge da ogni parte
d'Italia, assumendo così una duplice valenza di promozione dei prodotti tipici e
delle risorse turistiche del territorio. Grazie ad alcune novità messe in campo
quest'anno, come i mercatini creativi e la piccola osteria, siamo riusciti a
creare un maggiore legame tra Figli di un Bacco minore? e la nostra città che è
diventata così ancora più partecipe della manifestazione".
L'appuntamento è per il prossimo anno, con la settima edizione.
Per maggiori informazioni
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