21.08.2007 | Eventi

Federdoc: Da Tocai a Friulano

"Abbiamo evitato un danno economico e d'immagine incalcolabile ai vitivinicoltori regionali." Esordisce così Michele Bertolami, direttore di Federdoc Fvg, al suo rientro da Roma dove ha sostenuto la firma del decreto-ponte da parte del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali che consentirà la vendemmia dell'ex Tocai con la denominazione di Friulano.

"Era tutto indefinito fino a poche ore fa - aggiunge Bertolami -. Non solo c'era la massima incertezza legata alla raccolta dell'uva, ma anche a quella della sua commercializzazione, per chi non imbottiglia. E sono ancora tanti." Del resto, nella vicenda dell'ex Tocai, Federdoc Fvg ha sempre agito per tutelare i produttori regionali (che rappresenta all'80% del Friulano imbottigliato) ed evitare confusioni ingestibili a livello aziendale. "Respingiamo al mittente le accuse di aver affossato il Tocai - sostiene con forza Bertolami -.

I produttori sanno di chi sono le responsabilità e come queste vengano da lontano. In verità, abbiamo sempre lavorato per dare un nome nuovo, intenso e territorialmente significativo al vitigno, proprio per non perderlo del tutto. Ricordo, a proposito, che la sentenza del 18 giugno del Tribunale di primo grado dell'Unione europea, ha abrogato il diritto d'utilizzo di tre denominazioni: Tocai friulano, Tocai italico e Tokay pinot gris e solo di una di queste, il nostro Tocai, ha previsto un sostitutivo, Friulano appunto.

Federdoc Fvg ha sempre creduto che l'ex Tocai dovesse diventare il vino bandiera della Regione che, tra l'altro anche come scelta promozionale, punta sull'eccellenza dei suoi bianchi. A questo proposito, dicono a Federdoc Fvg, è impensabile che si vada versa una doppia denominazione: Tocai in Italia e Friulano in Europa.

Due denominazioni sono impossibili da gestire aziendalmente con la raccolta differenziata delle uve, con l'imbottigliamento su due momenti diversi, con la promozione e disorientano il consumatore. Inoltre, i mercati esteri stanno credendo sempre di più al Friulano e, da tante aziende, arrivano segnali di incremento della domanda da fuori Italia per il nostro vino bandiera. Infine, se si mantiene la linea del Friulano, è auspicabile che il Ministero delle politiche agricole mantenga i propri impegni finanziari legati alla promozione della nuova denominazione che, ancora, non hanno un destinatario preciso.

In caso contrario, il concorso statale verrebbe meno e la Regione e i produttori, ancora una volta, dovrebbero fare da soli. Un'ulteriore vicenda spiacevole in tempi di vacche magre per tutti, vitivinicoltori inclusi.

Udine, 02.08.07

Ringraziando, per contatti e informazioni: Adriano Del Fabro. Tel. 338.3245229, e-mail: adf.sfueis@essegipress.it

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