Eros e gastronomia - I menù afrodisiaci di una libertina francese
Sboccata e saporita, arriva in libreria «La cucina impudica», raffinato ricettario a luci rosse da consumare nell'alcova.
Quando una lacrima di sciroppo cola da una fessura purpurea il frutto è pronto per essere goduto». Si parla di fichi al miele. Tuttavia la frase, forse una citazione da Prosper Mérimée, non è priva di sottintesi maliziosi. E non è certo la sola. Di allusioni erotiche, ma anche di espliciti rimandi all'osceno, davvero traboccano le pagine sboccate e saporite di La cucina impudica - Ricette segrete di una donna di mondo rivelate a chi intenda diventarlo, che Derive Approdi manda in libreria il 21 giugno. Basato sull'assioma che «la via più breve per l'alcova passa per la cucina», il curioso libretto non è solo una celebrazione degli atti innaturali e delle pratiche innominabili che mescolano i piaceri del sesso a quelli del cibo. Esso non si limita infatti a fornire, come reclamizza la fascetta pubblicitaria, un «raffinato ricettario erotico dalla Parigi artistica degli anni Venti».
Celata dietro il velo protettivo dell'anonimato, l'autrice si rivela un'autentica «maîtresse-à-penser» dell'eros culinario, degna erede delle eroine del Marchese de Sade. Al punto che Luigi Veronelli, prefatore e chiosatore della Cucina impudica, dichiara di considerarlo d'ora in poi il suo «livre de chevet», ossia libro da capezzale. O forse da capezzolo, visto che tra la ricetta d'una fonduta di peperoncino verde al prosciutto e quella della purea di ceci allo yogurt e curry, senza trascurare le orecchie di maiale alla porcellana e acetosella, l'ineffabile mondana ci fornisce persino un sondaggio sul colore delle mammelle delle donne francesi. Che risultano in maggioranza (39 per cento) rosa-arancio, per declinare via via dall'arancione al bruno rosato; in coda il giallo con un modesto 1,5 per cento.
Insomma, in questo libro se ne vedono di tutti i colori. Attenzione, però: i dati mammillari si riferiscono agli anni Venti. Una nota del traduttore, anche lui colto dall'epidemia dell'anonimato, afferma che il manoscritto originale della Cucina impudica, scritto in francese, è datato Paris 1919/1931 ed è stato trovato su una bancarella del Flohmarkt di Vienna, rilegato assieme a due volumetti di pasticceria.
Di certo l'autrice non è solo esperta di pasticci e pasticcini: un vero e proprio pastiche letterario è infatti crittato fra note e allusioni nelle pagine della Cucina impudica. Con riferimenti soprattutto all'ambiente dei surrealisti, da Robert Desnos ad André Breton, a Dalí. Ma senza trascurare Colette e Picasso. O attrici come Pola Negri e Theda Bara, coinvolte in gustose e oscene comparsate. Il mondo dell'arte si mescola all'universo gergale e bordellesco dei «mecchi» (ossia papponi) e delle «gironde», le ragazze di vita che si scambiano mutandine, amanti e ricette in goduriosa semplicità, fra un calice di champagne e una scorpacciata di porcini odorosi, forniti di «quel certo sapore che piace agli uomini».
Con saggio spirito ecumenico, nessuna diversità viene trascurata. Anche Saffo mette piede in cucina; né può mancare un consiglio gastronomico dedicato a «certi turisti inglesi dai gusti un po' particolari che leggono Oscar Wilde e fanno passeggiate al chiaro di luna». La ricetta per loro? Culetti bretoni al sidro, ossia cuori di carciofo (si ricordi di usare i Camus di Bretagna!) farciti, avvolti nella pancetta, messi a soffriggere con trito di cipolle e un fiocco di burro, quindi annaffiati di Calvados.
Operina erotica travestita da ricettario, o viceversa, La cucina impudica è soprattutto un divertissement colto scritto in modo gustoso. Forse per questo è rimasto anonimo. Sdoganati sesso e cibo, non resta ormai piacere più perverso e inconfessabile della letteratura.
I sensi (di lui) si svegliano con la bottarga
Bottarga magica
L'autrice garantisce che «niente è meglio per riscaldare un uomo di un po'di bottarga di tonno accompagnata con una fetta di pane, bagnata d'olio al peperoncino e un bicchiere di Blanc de blancs». Un segreto, aggiunge, caro nientemeno che al grande Casanova.
Zuppa di Afrodite
È la più classica bouille-à-baisse, con triglie di scoglio, scorfano, capone, merlano, sanpietro, grongo e aragosta. Fra gli ingredienti anche lo zafferano: «Questo piatto, escogitato da Venere per ammansire Vulcano», e cornificarlo in pace, diventa invece afrodisiaco seguendo la ricetta dei pescatori di Martigues.