“Immaginare l’Umbria senza ulivi sarebbe
come togliere le nuvole al cielo”. L’Enovago Tifernate,
in pieno accordo con la frase riportata nei manifesti di “Frantoi
Aperti”, si è recato a Giano
dell’Umbria dove, il 5 e 6 novembre, è stata organizzata
la 1° edizione de “la Mangiaunta”,
un itinerario gastronomico alla scoperta, attraverso i frantoi, dei
sapori unici della regione.
Nella quiete dei Colli Martani abbiamo attraversato colline
ricoperte di ulivi secolari, lontani dal rumore e dalla frenesia del
vivere quotidiano. Il frusciare delle fronde mosse dal vento,
racconta una storia millenaria e la pioggerella che ci ha
accompagnato fin dal mattino, è stata la colonna sonora di una
ritmata giornata novembrina. Cultivar di leccino, di frantoio, di
moraiolo e di San Felice (una varietà autoctona) sapientemente
mescolate in percentuali diverse, secondo il disciplinare
dell’Umbria D.O.P., danno vita all’olio extra vergine di qualità
superire dei “Colli Martani”.
Quattro frantoi da visitare per scoprire i segreti dell’estrazione a
freddo dell’olio, guidati dalle interessanti spiegazioni dei
proprietari che gestiscono, alcuni da generazioni, i luoghi magici
di trasformazione delle olive in olio.
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L’Enovago
Tifernate Marco Braganti, l’olio extra vergine, la
macina in pietra e… gli ulivi |
Il regolamento de “la Mangiaunta”
prevedeva che ad ogni frantoio i partecipanti ricevessero un coupon
attestante la visita effettuata e, raggiunti quattro tagliandi
diversi, la collezione completa permetteva di ritirare una bottiglia
di olio novello in omaggio. Come prevedibile, vista la gentile e
spontanea ospitalità dimostrata da queste parti, l’iscrizione al
“giuoco” era gratuita.
Superata quota cinquecento metri s.l.m. tra le verdi colline,
abbiamo raggiunto il centro storico di Giano dell’Umbria che, con la
sua forma a spirale avvolge i visitatori e li conduce verso il primo
frantoio da visitare.
La domenica mattina è ritmata dal lavoro del “Frantoio Speranza”
dove la signora Valeria ci spiega, coinvolgendoci con passione, il
sistema continuo di frangitura a dischi e “non a martelli, che
stressano di più le olive!”, ci tiene lei stessa a precisare.
Giriamo gli occhi e qualche metro più in là, ammiriamo lo sgorgare
di un verde rigagnolo, avvolti da un profumo indescrivibile.
E allora via con la prima bruschetta per assaporare al meglio, tutto
il piacere dell’olio novello. Sopra il tavolo, naturalmente in legno
d’ulivo, su di un bel tegame di coccio ci attende una zuppa con la
fagiolina del Trasimeno. Si tratta della prima pietanza da
assaggiare, come da regolamento de “la Mangiaunta”.
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Uno dei frantoi visitati
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Proseguendo nel nostro percorso gastronomico troveremo di seguito la
patata di Colfiorito cotta sotto il fuoco all’interno di un maestoso
camino che fa la guardia all’”Oleificio Bartolini”, uno dei pochi ad
utilizzare ancora la macina in pietra e qualche prezioso otre in
terracotta risalente all’ottocento.
Che dire poi del mosto d’olio del “Frantoio Del Sero Giuseppe”
utilizzato per condire un fumante piatto di lenticchie al rosmarino
ed aglio, una specialità. Al nostro arrivo presso l’omonima azienda
agraria, troviamo un ampio salone accuratamente apparecchiato e
destinato, ci spiegano, ad accogliere i visitatori/assaggiatori/enovaghi…
e non.
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Lo sgorgare dell’olio novello
(il mosto d’olio)
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Per ricevere l’ultimo coupon e completare così, la nostra raccolta,
facciamo visita al “Frantoio Flamini” che ha da poco rinnovato i
macchinari ed utilizza un decanter a bassi giri che, in questo caso,
sostituisce la centrifuga nella fase finale dell’estrazione, quella
che separa l’olio dalle ultime particelle di acqua. Terminiamo il
nostro itinerario degno di un girone Dantesco dei golosi, con un
fragrante sedano nero di Trevi in pinzimonio.
I vecchi otri per la conservazione dell’olio (saranno
ancora pieni dopo il passaggio dell’Enovago Tifernate??) |
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Grazie ancora per la nuova avventura all’Enovago
Tifernate sperando in un nuovo prezioso contributo,
magari dalle terre del tartufo.
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Alessandro Maurilli. Giornalista,
toscanaccio purosangue
cresciuto tra i filari del nonno
dove tra una puntura di ape nel periodo della vendemmia
e un acquazzone improvviso a primavera ha scoperto fin
da piccolo la passione per il vino.
Email:
enovago@vinit.net
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