Il racconto della degustazione del Dalbiere della fattoria Zerbina.
L'enomondo sul web sembra pervaso da una sorta di snobismo enoico-degustativo.
Oramai la giornata non puo' iniziare senza un Borgogna a colazione , il pranzo chiamarsi tale se non è accompagnato da una polverosa bottiglia di champagne millesimato, una cena fra amici non puo' concludersi senza centellinare un calice di Riesling. Il mondo poi fra pergole torte e pali storti sembra aver perso il suo equilibrio .
Tutti sono all'affannosa ricerca di eccellenze, sono trasformati in minatori nelle miniere della necrofilia enoica.
Mi chiedo domando e scrivo: tutto questo consumare vino è veramente quotidiano oppure si posta e si comunica il vino della vita?
Io con il termine della campagna viticola olearia , vado in letargo, mi prende un desiderio di cuccia e di casa, vivo in piena cucina compulsiva e degustazione del vino degli altri.
Cosi' sabato scorso alla mia mano si e' attaccata , mentre facevo la spesa, il DALBIERE, Romagna Trebbiano DOC 2012 della Fattoria Zerbina di Marzeno.
Ebbene si il Trebbiano , evitato e denigrato dai puristi , vitigno neutro ad elevate rese per ettaro, base per tanti spumanti e frizzanti , che consumate quando venite sulla riviera romagnola a trascorrere le vacanze sulla riviera romagnola.
C'è da ricordare che il panorama ampelografico romagnolo è ampio ed articolato, ma è il Trebbiano con la sua semplicita' e plasticità che ha salvato e preserva la PLU di tante aziende agricole.
Ma torniamo al bicchiere.
La bottiglia è una bordolese leggera con il tappo monopezzo in sughero.
Il colore è un bel giallo paglierino scarico con riflessi verdolini che sull'unghia presentano un tenue accenno di grigio.
Il naso è netto , definito e delicato, sembra di essere stesi su un prato di camomilla in fiore, le note di mela golden sono ben amalgamate con le note erbacee.
Il gusto è acido, sferzante, con una leggera nota amara sul fondo che allunga la persistenza , una bella bevuta, senza se e senza ma , una bottiglia finita in due senza troppi pensieri
E' stato il vino d'accompagnamento all'ossobuco, lo so lo so è un abbinamento per discordanza ,ma mio marito detesta i vini rossi.
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