Rende - Uno studio pubblicato sulla rivista scientifica "Nature" conferma i contenuti benefici del vino rosso.
Su questo lavoro di ricerca e' intervenuto il prof. Giacinto Bagetta, Ordinario di Farmacologia presso la Facolta' di Farmacia dell'Universita' della Calabria, che spiega i perche'. In condizioni fisiologiche - spiega Bagetta - la pressione arteriosa e' mantenuta entro livelli normali dall'azione integrata di stimoli tendenti ad aumentarla (vedi, per esempio, angiotensina, endotelina, etc) e stimoli tendenti a ridurla (vedi, per esempio, nitrossido). Costanti livelli di pressione arteriosa superiori a 130 mmHg, per la pressione sistolica, e 90 mmHg, per la pressione diastolica, predispongono, unitamente ad altri fattori di rischio (vedi, per sempio, l'aumento del colesterolo nel sangue) a gravi patologie sia acute che croniche di organi nobili come il cuore (infarto), il cervello (ischemia o emorragia cerebrale) ed il rene (ischemia renale). E' noto, praticamente da sempre, che un buon bicchiere di vino rosso durante i pasti non fa male. Tuttavia, solo nel corso dell'ultimo decennio indagini sperimentali hanno fornito evidenze in favore di un ruolo del vino rosso nella prevenzione di gravi patologie vascolari. Per esempio, il vino rosso favorirebbe l'aumento delle concentrazioni nel plasma delle lipoproteine ad alta densita' (HDL) che veicolano nel sangue il colesterolo il cui eccesso e', insieme all'ipertensione, un'altra importante causa di patologie vascolari gravi. Ancora, e' stato suggerito come il vino rosso, per la presenza al suo interno di particolari molecole (vedi, per esempio, polifenoli), sia dotato di attivita' anti - ossidante, quindi neutralizzante l'attivita' tossica per le cellule dei radicali liberi. Tuttavia - secondo il prof. Bagetta - il meccanismo fondamentale dell'azione protettiva del vino rosso sembra essere legato alla capacita' dell'estratto non alcolico di inibire la formazione dell'endotelina - 1, una tra le piu' potenti molecole ad azione vasocostrittrice conosciuta in natura. Questo meccanismo e' stato identificato di recente in uno studio condotto da Corder e collaboratori ed i cui risultati sono stati pubblicati in questi giorni sulla prestigiosa rivista scientifica "Nature". Gli studi sopra citati sul vino rosso sono stati in gran parte condotti in Francia e Gran Bretagna ed entrambi sono stati stimolati dal cosiddetto "paradosso francese". In altri termini, una dieta ricca di colesterolo come quella francese produce accidenti vascolari in misura minore di quella attesa. Cio' e' stato dimostrato essere legato al consumo abituale di vino rosso da parte dei francesi. Oggi, grazie a tali studi, i francesi conoscono l'intimo meccanismo molecolare di tale paradosso e, verosimilmente, i Britannici aumentano il consumo di Cabernet Sauvignon d'oltre Manica per ottenere gli stessi risultati. Questa importante scoperta unitamente alle esigenze emergenti da un mercato sempre piu' accorto alla certificazione della qualita' dei prodotti alimentari dovrebbe far riflettere i produttori calabresi sulla necessita' di investire in ricerca finalizzata alla caratterizzazione delle proprieta' nutrizionali e, possibilmente, terapeutiche dei nostri vini piu' pregiati. In altre parole, bisogna dotare i nostri prodotti migliori di quel valore aggiunto che proviene dalla ricerca scientifica e tecnologica per favorire la loro penetrazione in quei mercati dove il consumo di vino e' diventato un fenomeno culturale".