Presso il
Seminario Permanente Luigi Veronelli
il convegno "Un
innovativo metodo di vinificazione rivoluziona i vini bianchi -
Nuovi scenari per le aziende produttrici"
ha riportato e discusso l’esperienza degli enologi
Mario Pojer, Azienda Agricola
Pojer & Sandri di Faedo, e da Marco Zanoni,
Azienda Maso Furli di Pressano di Lavis, che, con il supporto
scientifico del Professor Fulvio Mattivi
dell’Istituto Agrario di San Michele all’Adige, hanno elaborato una
tecnologia di vinificazione tale da garantire completa protezione
dalle ossidazioni, sin dalla pressatura.
L’iper-riduzione – così è
denominata l’assenza d’ossigeno – si ottiene attraverso
l’eliminazione, per mezzo di una pompa da vuoto, dell’aria
emulsionata al mosto, l’aspirazione della stessa dalle
apparecchiature e l’immissione di gas inerte (azoto o anidride
carbonica). Le sperimentazioni su muller-thurgau, traminer aromatico
e sauvignon blanc hanno dato esiti straordinari.
Introducendo una dettagliata descrizione delle metodologie
operative, Mario Pojer chiarisce che «l’esigenza di garantire la
massima protezione e la volontà di arrivare ad estrarre maggiori
composti aromatici dalle bucce ci hanno spinto a percorrere la via
dell’iper-riduzione secondo un modello inedito, che permettesse un
sensibile contenimento dei costi gestionali».
In tal modo si enfatizzano composti varietali delle uve, alla base
dell’impronta aromatica direttamente riconducibile al vitigno, quali
i tioli, di norma non rilevati in degustazione poiché resi
ininfluenti da reazioni ossidative. Si rende inoltre possibile una
drastica riduzione dell’anidride solforosa, convenzionale barriera
chimica all’ossidazione dei mosti e dei vini, necessaria al
raggiungimento di un’adeguata stabilità; soprattutto, si ottiene una
resa finale in acidi cinnamici, la principale classe chimica di
antiossidanti fenolici presente nei vini bianchi, «pari al 98/99% di
quello ottenuto con la stessa uva pressata in laboratorio: ciò
significa che quanto è nell’uva passa completamente al vino» spiega
Mattivi.
Il Professor Aldo Bertelli, del
Dipartimento di Farmacologia dell’Università di Milano, chiarisce
come sia scientificamente dimostrata la capacità antiossidante su
cellule endoteliali, quelle cioè che ricoprono all’interno i vasi
sanguigni, del tirosolo e dell’acido caffeico già a dosi molto
ridotte: entrambi contenuti nei vini bianchi, arginano in modo
efficace fenomeni infiammatori alla base di patologie quali
l’infarto e l’artrite reumatoide.
Secondo Bertelli occorre dunque «smentire con il conforto delle
pubblicazioni scientifiche chiunque affermi che il vino bianco non
ha proprietà salutistiche rilevanti, soprattutto in questo momento
in cui il mondo del vino è messo sotto attacco».
«Nel complesso i risultati fin qui ottenuti» conclude Mattivi «sono
molto incoraggianti: questa tecnologia consente di attuare un
livello di protezione prima non conseguibile. Confermano l’interesse
scientifico di comprenderne fino in fondo le enormi potenzialità».
Gli atti del convegno saranno pubblicati sul prossimo numero de “Il
Consenso”, rivista di cultura enogastronomica riservata ai Soci.
Il Seminario Permanente Luigi Veronelli
Nasce a Bergamo il 7 aprile 1986 per volere di un qualificato
sodalizio di vignaioli. Associazione senza fini di lucro viene
intitolata al giornalista che per primo in Italia ha sottolineato il
concetto di qualità nel mangiare e nel bere. Al suo interno vanta
oggi la presenza dei più prestigiosi nomi dell’enologia italiana.
Scopo dell’Associazione è promuovere la qualità attraverso lo studio
dei prodotti alimentari e la divulgazione di tutte le informazioni
necessarie alla formazione di una “cultura della qualità”.
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