11.04.2005 | Eventi

Dal Vinitaly 2005

Trentanovesima edizione del Vinitaly e tutto procede come sempre, con i dovuti "distinguo" che, di anno in anno, marcano i mutamenti del mondo vinicolo. In Italia è la manifestazione espositiva e commerciale più importante del settore enoico, continua ad essere punto di riferimento per gli operatori del settore, la presenza delle aziende resta alta, così come sempre (piuttosto) numerosi sono i visitatori.

Il Vinitaly 2005 conferma le impressioni che, ormai da qualche anno, infondono inquietudine a chi di vino vive. Concorrenza internazionale, arie di crisi, ma tutto continua. In un ambiente che, a percezione epidermica (e non solo), appare più riflessivo, il vino italiano conferma nella manifestazione scaligera il valido livello tecnico che però deve, ancora una volta confrontarsi, con i costi di produzione.
 

Sul mercato mondiale, i nostri produttori scontano la presenza di competitor agguerriti e preparati, in grado di offrire prodotti di buon livello. Dove si vince la sfida dei mercati? Affrontando in modo aggressivo ed intelligente il confronto, con strategie che devono coinvolgere la vigna, la cantina, il marketing.

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Investire, dunque, rischiare con un occhio ai vitigni autoctoni e l'altro rivolto alla caratterizzazione dei vitigni internazionali che, sui nostri terreni, acquistano peculiarità esclusive.

Deve restare costante alla tecnologia senza approssimazioni e senza risparmi di energie, su ogni fronte. E se, da un lato, alcune aziende italiane potranno beneficiare, con costanza di rendimento, dell'esplosione del mercato cinese (+ 131% in un anno), le altre devono affrontare con intelligenza l'inevitabile segmentazione del mercato e proporre, in modo continuo, qualità, qualità, qualità, espressa con diverse sfaccettature per le esigenze di soddisfare target che hanno gusti ed inclinazioni diverse.

I convegni a tema scientifico hanno confermato (se mai ve ne fosse bisogno) che la ricerca italiana produce (nelle relative ristrettezze di fondi) dati utili e che necessita di tempo per conferme e segnali d'indirizzo produttivo, sia viticolo che enologico. Le potenzialità italiane sono confermate, tutti gli attori sulla scena devono mantenere alto e netto il loro spirito interpretativo.

Paolo d'Abramo
Responsabile scientifico
Enologia e Viticoltura

Vinit.net
dabramo@vinit.net
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