27.08.2002 | Itinerari del Gusto

Da Alba il trionfo del tartufo

Se volete «attraversare» per una sera le dolci colline piemontesi, Le Langhe è il posto giusto. Assaporando gli aromi al tartufo e alle erbe, che il cuoco spruzza sulle pietanze, potrete passare qualche ora deliziosa anche in compagnia di un buon bicchiere di vino.

FestaReggio ha da poco aperto i battenti ma le Langhe hanno battuto il record di affluenza dello scorso anno nel primo fine settimana, registrando il tutto esaurito. Un successo che nasce dalla familiarità che si respira all'interno del ristorante "Falce & Tortello" gestito da cinque volontari provenienti da Alba e dai Ds delle sezioni di San Martino in Rio, Poviglio e Vezzano sul Crostolo.
Apprezzabile anche la disposizione dei tavoli, ben curata, per dare il giusto spazio e la necessaria atmosfera, per permettere ai clienti di essere cullati dai dolci sapori del vino piementose che è amico fedele accanto a tutte le portate. Sì, perché alle Langhe, grazie anche alla presenza di un esperto enologo di Alba, i vini, per lo più rossi, sono il vero fiore all'occhiello.
ANTPASTI. Si comincia con un antipasto Fantasia. Delizioso il peperone con la salsa di acciughe e aglio, ma non si scherza nemmeno con le frittate e l'insalata di sedano, noci e finocchio. Tutto buono ma fin troppo abbondante.
PRIMI. Salvia e tartufo sono alla base di quasi tutti i primi. I raviolini al Plin sono saporiti e originali, si gustano con piacere e si presentano, anche alla vista, in un piatto ricco di scaglie proprio di tartufo. Lo stesso vale per le tagliatelle burro e salvia. Un sapore molto delicato rispetto alla cucina emiliana, che non rende assolutamente pesante la portata.
I primi non dovrebbero essere il cavallo di battaglia delle Langhe, ma Dante Negro, il cuoco, albese doc, cura ogni piatto con passione e nei minimi particolari.
SECONDI. Si arriva poi ai secondi, dove regna ancora il tartufo. Ottima, ma forse troppo saporita, la salsiccia al Barbaresco. La carne viene cotta nel vino, appunto il Barbaresco, e viene condita con i funghi. Abbiamo assaporato anche il sottofiletto alla Langarola. In questo caso, invece, il sapore e il profumo della carne, nascono grazie all'aggiunta di erbe, misteriose ma gradevoli.
CONTORNI. Forse troppo pochi per quello che offre la casa nei secondi piatti, anche se la polenta alla piastra ha sempre il suo fascino. Nota negativa per le patate al forno, non croccanti come dovrebbero.
I VINI. Il vero «piatto forte» delle Langhe. La cantina è ben assortita, con 14 etichette diverse. Abbiamo ordinato, su consiglio della moglie dell'enologo, un Barolo «Rinaldi» del 1998. Un rosso che nasce sulla riva destra del Tanaro, il fiume che attraversa le colline di Alba, le Langhe appunto. Se si vogliono carpire i segreti dei vini della cantina, il personale del ristorante è a disposizione per spiegare la storia di ogni bottiglia. Consigliamo, dopo il dessert, anche un bicchiere di Barolo chinato «Cappellano».
I DESSERT. Per assaggiare tutti i tipi di dessert, ordinate il trionfo dei dolci albesi: crepes alla nutella, torta alla nocciola e bavarese alla vaniglia. La crepe probabilmente non andava affiancata a una torta alla nocciola veramente speciale, che viene servita insieme allo zabaglione.
SERVIZIO. Massima disponibilità e gentilezza. Queste le peculiarità dei volantari in servizio, sempre con il sorriso sulle labbra. Una cosa non da poco che rende ancora più piacevole la cena.
IL CONTO. Il conto per due persone, appesantito dal costo della bottiglia di vino, si aggira intorno agli 80 euro.

FONTE: GAZZETTA DI REGGIO

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