14.09.2005 | Itinerari del Gusto

D’Ovidio: una verticale coi fiocchi

Non capita tutti i giorni di passeggiare in una collina immersa nella campagna toscana, a due passi da tutto ma immersi in un mondo tutto suo, fuori dal commercio, dalla frenesia. Non capita tutti i giorni trovarsi ad assaggiare cinque annate del vino che allo Starwine International Wine Competition 2005 ha vinto la medaglia d’oro, il D’Ovidio dell’azienda San Luciano. Non capita nemmeno tutti i giorni vedere all’opera niente meno che il Sig. Ovidio Ziantoni mentre cucina le migliori bistecche della Valdichiana (nella foto).

Un borgo collinare del quale si hanno notizie a partire dal 1200. Una zona che rappresentava un punto particolarmente interessante a livello di economia grazie alla numerosa presenza di piante di quercia. Inoltre l’antica comunità era un crocevia per i pellegrini che dal nord Europa scendevano verso Roma. Ben presto il luogo divenne della famiglia Di Monte, nella persona del Capitano Luciano, nipote del Papa aretino Giulio III.

Da qui il nome della tenuta che negli anni ‘70 è passata nelle mani di Ovidio Ziantoni. «Quando scoprii il borgo – racconta Ovidio – me ne innamorai al punto di trasferirmi da Roma con la mia famiglia». Per il piacere degli enovaghi la scelta non può che essere condivisa visto che i 63 ettari a vigneto oggi producono una flotta di vini di prima scelta e di grande qualità.

Nel corso di una calda giornata di inizio settembre L’Enovago ha preso parte alla verticale di uno di questi vini, il D’Ovidio, finora punta di diamante dell’azienda aretina in attesa (indiscrezione di Stefano (nella foto), uno dei figli di Ovidio di un nettare ancora più prestigioso. Il vino, in bottiglia dal 1998, è un IGT realizzato nelle colline di Monte San Savino (Ar) con un blend di Sangiovese (40%), Montepulciano (40%) Cabernet e Merlot (rispettivamente 10%). I vitigni sono a cordone speronato e sono presenti nel terreno da un ventennio.

Il ricavato è di circa 50 Q/Ha. L’affinamento va dai 16 ai venti 20 mesi in barrique e 6 mesi in bottiglia. La sua durata può raggiungere i quindici anni.

Il vino prende il nome dal titolare dell’azienda San Luciano, Ovidio (D’Ovidio, il suo vino) dopo che i figli, Stefano e Marco, hanno voluto dedicare il prodotto al padre per una certa somiglianza. Stefano e Marco infatti dicono che il vino si presenta con una bella personalità e ben strutturato e nello stesso tempo l’ottimo equilibrio si esprime al gusto con dolcezza, proprio come il padre.

Le annate assaggiate sono il 1998, il 1999, il 2000, il 2001 e il 2003. A livello generale il vino si presenta rosso rubino tendente al granata; all’olfatto spiccano la decisa intensità e persistenza, con sentori di frutti secchi scuri, tabacco, spezie africane, scatola di sigari Kentucky. Al gusto si dimostra un vino sapido, pieno, vellutato, rotondo. In bocca si fanno sentire tutta la sua persistenza, la potenza e l’avvolgenza rese perfette da un equilibrio ottimale. Notevole il sentore dei tannini asciuganti che rendono disteso il sorso.

L’annata pluripremiata è il 2001 che si presenta con un equilibrio e una distensione dei profumi da capogiro. Da non sottovalutare un 1999 molto particolare, vino apprezzato dagli amanti dei sapori tendenti al caffè. Agli enovaghi e agli appassionati non resta che consigliare di fare un salto al Borgo San Luciano.

[Le foto sono state scattate e gentilmente concesse da Suela Cadri, giornalista del mensile I Grandi Vini]

L’Enovago
enovago@vinit.net

LINK:
Sito ufficiale: San Luciano Vini
Articolo correlato: Allo Starwine trionfa un vino aretino

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