11.06.2002 | Eventi

Concluso il Quarto Congresso di Slow Food

Si è chiuso domenica, tra gli applausi dei 500 delegati, il quinto Congresso di Slow Food. Carlo Petrini è stato riconfermato presidente dell’associazione nazionale per acclamazione, dopo un discorso carico di speranze e di indicazioni per il futuro sviluppo del Movimento.

“Una Fondazione Slow Food per la realizzazione dei Presìdi internazionali; l'Università di Scienze Gastronomiche per diffondere il patrimonio di saperi che ci viene dalla giuria internazionale del Premio Slow Food; la rivista Slow, per comunicare in cinque lingue con 80.000 soci nel mondo: questi sono i nostri biglietti da visita”. Ecco le parole d’ordine della relazione conclusiva di Carlo Petrini.

Il dibattito si era appena concluso con il contributo del Presidente della Regione Toscana Claudio Martini, che ha annunciato la partnership dell'istituzione da lui rappresentata nella costituzione della Fondazione per i Presìdi internazionali, che avrà sede a Firenze. È questo il senso della collaborazione con il mondo politico: “Il nostro Movimento deve dialogare in modo franco e sereno su obiettivi pragmatici, senza preclusioni ideologiche. L'intesa politica per noi si manifesta attraverso gli atti concreti, le iniziative che riusciamo a portare avanti sui territori. Vogliamo essere culturalmente onesti, creare alleanze funzionali alla miriade di piccoli progetti che fanno parte di una grande strategia”.

Per il Presidente di Slow Food la parola d'ordine è “piccolo è bello”. Partire dalle piccole realtà, piccole produzioni di qualità, piccole mense nelle scuole e negli ospedali: questa è la via obbligata per mantenere la nostra identità attraverso il cibo. Una visione che è applicabile anche a livello internazionale - e il Direttore generale della FAO, Jacques Diouf, lo ha recentemente indicato - per combattere lo spettro della fame e della perdita della biodiversità. Solo tornando a produrre attraverso piccole comunità locali e valorizzando le differenze si potrà proporre una concreta alternativa allo strapotere della produzione massiva.

Fonte: Slow Food

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