"Una Spina nel Piatto"
Museo Archeologico Nazionale di Ferrara
Dal 18/02/2005 al 11/09/2005
Palazzo Costabili detto di Ludovico il Moro,
Via XX Settembre, 122
Orari: da martedì a domenica
9.00-14.00. Chiuso lunedì
Tariffe: intero Euro 4,00 -
ridotto Euro 2,00
Telefono: 0532/66299
Il filo rosso che legava Atene e Spina correva sul mare ed è al
mare, alla pesca e al pescato che il Museo Archeologico Nazionale di
Ferrara dedica la mostra “Una Spina nel Piatto”. Un titolo che
giocando tra la peculiarità del pesce e il nome dell’antico abitato
etrusco-greco introduce il tema principe di questa piccola ma
curiosa esposizione, il pesce appunto: sul
vasellame esposto troviamo tutti i protagonisti della tavola ittica
di 2500 anni fa, scorfani, cefali, orate, rane pescatrici, razze,
seppie e calamari, tutti tranne l’anguilla.
La mostra attinge a piene mani dalla letteratura classica, dai testi
di Aristofane, Archestrato, Difilo
e tanti altri: partendo dai trattati, dalle commedie e dai poemi
greci si tenta di ricostruire il rapporto con la pesca e il mare
della piccola comunità che abitò questi luoghi tra il V e il IV sec.
a.C. Una sezione della mostra è dedicata ai modi per cucinarlo, dai
metodi classici, bollito oppure fritto -con Filosseno che sentenzia
che bollito non è male ma fritto è meglio-, a quelli più elaborati,
al forno, allo spiedo e al cartoccio, condito con pesto o spezie.
Un’altra tratta i miti e i tabù collegati ai pesci, talvolta
ritenuti sacri e dunque immangiabili, in altri casi imparentati a
divinità, come la seppia e Teti, la madre di Achille, o il calamaro
e Iride, la messaggera alata.
"Bere e mangiare tra Etruschi, Celti e
Romani"
La Valle dell’Idice tra V e I secolo a.C.
Museo Civico Archeologico
“L. Fantini” di Monterenzio (BO)
dal 25 aprile al 31 dicembre 2005
via Idice 180/1 - 40050 Monterenzio (Bo)
ORARI: Sabato e festivi dalle
ore 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00. Feriali dal 25 aprile
al 30 settembre: da martedì a venerdì dalle ore 9.00 alle 13.00.
Feriali dal 1 ottobre al 31 dicembre: aperta su prenotazione.
Giorno di chiusura: lunedì.
Costo biglietto: Euro 3,00 -
ridotto Euro 2,00
Prenotazione: obbligatoria per i
gruppi telefonando al 347 237.41.58
INFO: tel/fax Museo di
Monterenzio 051/92.97.66
e-mail: museomonterenzio@yahoo.it
Lo scavo archeologico nell’insediamento di Monte Bibele e nel nuovo
centro di Monterenzio Vecchio ha messo a disposizione nuovi dati sul
quadro del cibo vegetale e animale utilizzato dalle comunità di
Etruschi e Celti subentrati gli uni agli altri, o convissuti tra
loro nei due secoli (IV e III a.C.) in questo settore dell’Appennino
Tosco-Emiliano. Ai Celti subentrano i Romani e con questi nuovi
occupanti-coloni si affermano abitudini alimentari nuove e diverse
dalle precedenti. Studi di archeozoologia e di archeobotanica,
condotti dai docenti del Dipartimento di Archeologia dell’Università
di Bologna, permettono di abbozzare un quadro che fino ad alcuni
anni fa era inimmaginabile. «Bere e mangiare» avvicina al nostro
sentire queste popolazioni che 100 generazioni fa vissero e morirono
nelle vallate alle spalle di Bologna.
"Convivium" - L'aristocrazia romana a
tavola
Domus del Triclinio di Ravenna
dal 5 marzo al 9 ottobre 2005
Chiesa di San Nicolò, Via Rondinelli
Apertura tutti i giorni dalle 10 alle 18,30
Info: 0544/36136-32512
La mostra è il secondo capitolo di un percorso iniziato in San
Nicolò con la Domus del Triclinio.
L' arte del banchetto e il piacere della vita fra le mura domestiche
nell' antica Roma è l' accattivante filo conduttore del nuovo grande
evento espositivo proposto nella stessa cornice. Nel mondo classico,
l' arte di vivere aveva tanti cultori e il banchetto ne costituiva
uno dei momenti centrali. Per gli antichi, era molto di più di un
semplice piacere.
Il banchetto era un rito ad un tempo pubblico e privato, che
assumeva i caratteri della rappresentazione sacra e di quella
profana, denso di significati di distinzione sociale e potere. In
quanto rito e festa, lo stare a tavola e i momenti che seguivano la
cena erano governati da precise regole e gli anfitrioni curavano i
loro banchetti nei minimi particolari, con arredi sontuosi e
assicurandosi le prestazioni dei grandi cuochi dell' epoca. L'
aristocrazia romana, dunque, in una cornice sempre più ricercata e
spettacolare celebrava nella sue Domus i fasti del convivium.
L' evento ravennate racconta tutto questo e, soprattutto, mette in
mostra mosaici, arredi, suppellettili, vasellame e altri preziosi
reperti giunti appositamente dai più importanti musei archeologici
italiani, oltre che da Ravenna. Di straordinaria importanza è il
grande pavimento musivo policromo, decorato con il particolare
motivo denominato asarotos oikos cioè “pavimento non spazzato”,
proveniente da Aquileia. Destinato a decorare una sala triclinare di
particolare pregio , il suo effetto trompe l' oeil simulava lo stato
del pavimento del termine del banchetto, prima che i servi lo
pulissero. Particolare di rilievo, l' asaroton di Aquileia -
restaurato a Ravenna – è esposto nel Convivium in anteprima
nazionale dopo il ripristino. Questo pavimento musivo – del I secolo
a.C. - trova qui nuova luce accanto ad altri d' età pre-imperiale:
il mosaico ravennate “dei pugili”, che ora è affiancato da un altro
pavimento musivo con il motivo del labirinto, proveniente dalla
medesima domus, oltre al celebre “mosaico delle maschere” di Imola.
Mariotti Mirco
axemir@libero.it |